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Artista |
Ipse
dixit! |
Recensioni
pagine, ascolti |
12/12/2005 |
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Sursum
Corda: originali italiani, musica Docg L’effetto
degli “strati d’ascolto” è
voluto, ed è causato dal particolare tipo di
arrangiamento adottato. In genere il brano nasce da
una bozza (testo + accordi) o da un tema molto “forte”
(come nel caso dell’Albero dei Bradipi”).
Arrangiare è una fase importante e nel contempo
stimolante. E’ la fase dei colori e delle sensazioni.
Il brano deve essere arricchito ma non deve diventare
pesante all’ascolto, gli arrangiamenti, quindi,
vengono studiati proprio per creare una sensazione
di stupore e di piacevole incomprensione iniziale,
per poi far scoprire, più o meno rapidamente,
gli strati più profondi e più intimi.
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Recensione
Premi
Bielle |
28/11/2005 |
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Fiamma
Fiumana: la" dance music" delle mondine
"Siamo
tre ragazze, oltre al fisarmonicista Alberto
Cottica. Il gruppo nasce da un’idea
di Alberto e di Marco Bertoni. Con loro c’era
Silvia Orlandi, poi siamo arrivate io e la dj Medhin
Paolos alla consolle live. Ora c’è stato
un cambio di formazione; abbiamo una nuova voce solista,
Lisa Kant, che ha preso il posto
di Silvia. All’inizio, inutile negarlo, è
stato un passaggio un po' sofferto, perché
noi siamo i primi fans di Silvia. Però, poi,
ognuno prende le proprie decisioni e lei ha pensato
di cambiare rotta, mentre noi siamo rimasti sul binario
della tradizione e dell’innovazione".
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20/11/2005 |
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GianMaria
Testa: un Don Chisciotte armato di chitarra
"Invincibili non sono quelli
che vincono sempre ma sono quelli che mai si lasciano
sconfiggere dalle sconfitte. Quelli che vincono sempre
sono i vincenti e i vincenti sono una categoria di
persone molto in voga in queste epoche, però
sono anche quelli che poi quando cadono hanno bisogno
della cocaina per sopravvivere, quindi questi sono
vincenti e perdenti insieme. Invece gli invincibili
sono quelli che non si arrendono mai, anche quando
perdono, anche quando perdono malamente".
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11/11/2005 |
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Pino
Marino: quello che non voleva pubblicare dischi
"Dispari” veniva da
dodici anni di concerti e da una mia stupida convinzione
di allora di non voler pubblicare dischi. Infatti,
caro Marco, molto a lungo ho pensato di non pubblicare
nulla, ma di far si che la mia produzione fosse reperibile
esclusivamente live. Oggi la reputo una cosa idiota,
ma non puoi immaginare cosa ho fatto in quel periodo,
e sto parlando di dieci anni, non di un giorno! Semplicemente,
giravo il Paese col mio furgoncino, con le chitarre
ed un piano e mi infilavo in qualsiasi rassegna live".
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Recensione |
11/11/2005 |
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Patrizio
Fariselli: musica liquida dagli Area a Vecchioni
"Quello che mi serviva era
un posto che favorisse questo viaggio solitario: non
solo della memoria, ma dentro me stesso. Costruire
un progetto vivo al giorno d’oggi anche con
musica scritta vent’anni, trent’anni prima.
Una sfida personale: come quella di prendere materiale
scritto per un ensemble elettroacustico e usarlo come
base per una mia interpretazione e per improvvisazioni".
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"Area,
variazioni per piano" Combo-Vecchioni |
01/11/2005 |
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Enrico
Maria Papes (Giganti): "...conclude il tema ..."
"Noi
avremmo anche cose nuove, ma sembra sia impossibile.
I discografici non ne vogliono sapere degli artisti
Anni ‘60. Stiamo cercando di dare una svolta
e uscire da questo vicolo. D’altra parte, eccezion
fatta per i Nomadi o i Pooh, sono tutti nelle nostre
condizioni". |
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28/10/2005 |
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Acustimantico:
finalmente il disco dal vivo! “Vorrei
fare una precisazione su questo, oggi mi sono svegliata
un po’ polemica (ride). Sul fatto del disco
più tranquillo, è vero, non si può
dire di no. Però un gruppo fa dischi seguendo
un percorso e non necessariamente dovendo rispettare
una forma, o meglio, una formina., come quelle che
si fanno sulla spiaggia. Bisogna seguire diverse strade".
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24/10/2005 |
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Enrico
De Angelis: "Trent'anni di Club Tenco"
"Quest’anno
che è il trentesimo anniversario del Club Tenco,
avevamo ipotizzato di fare un libro che ne parlasse.
Io sono un po’ l’archivista, a casa ho
un sacco di materiale anche interessante. Ci devo
per forza mettere le mani io, ma è una roba
così grossa che in un anno non ce la faccio". |
Club
Tenco |
12/10/2005 |
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Vittorio
Merlo a cavallo tra due concerti
"Le
canzoni per me sono uno sfogo, quasi come un diario.
Nel momento in cui ho emozioni forti che siano causate
da ragioni affettive, sociali, incazzature o felicità
le trasferisco in canzone. E se un’emozione
forte riesco a trasferirla bene in canzone, anche
solo cantandola per me stesso, il primo appagamento
è mio ed è quello di essere contento
di quello che ho fatto. E’importante perché
diventano valvole di sfogo. Poi subentra la voglia
di farle sentire agli altri".
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Recensione |
07/10/2005 |
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Giorgio
Conte : "Il mio best deve ancora arrivare"
"Mah, in realtà è un effetto
collaterale dell'idea di registrare un concerto, indipendentemente
dall'esistenza di un progetto discografico a monte.
Risulta effettivamente una summa, un bilancio di una
carriera dove ci sono pezzi vecchi, pezzi nuovi, inediti...
In realtà il meglio per me deve ancora arrivare!". |
Recensione
Pagina |
18/10/2005 |
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Massimiliano
Larocca e il ritorno delle passioni
"Come
puoi immaginare questo disco parte da molto lontano,
è un progetto discografico ma è soprattutto un progetto
di vita dove inevitabilmente confluiscono esperienze,
pensieri e tutto ciò che mi ha formato come persona...è
un processo che forse può apparire ovvio, ma è la
sintesi che è molto complessa, te l’assicuro. Comunque
l’idea di incidere le mie canzoni me la portavo appresso
da anni, anche perché io ho iniziato a scrivere quasi
dieci anni fa, e da subito mi sono proposto per ciò
che ero e per ciò che avevo di mio.
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Recensione |
18/10/2005 |
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Angelo
Ruggiero e gli amori inconfessabili
"Cosa
intendo per "amore che non si può dire"?
Ho preso da Wilde solo il tema, ampliandone il significato
ed il senso: alludo alle piccole e alle grandi storie
inconfessabili che non sono appannaggio di questa
o quella categoria, ma degli esseri umani in genere
e delle maschere che tutti dobbiamo indossare. Mi
piace pensare che sia una canzone che ognuno può
adattare a sé per cui quello che intendo io
forse non ha importanza o forse nemmeno lo so". |
Recensione |
04/12/2005 |
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Lalli:
la canzone come fotografia del momento
"Di
cantanti donne ne ho ascoltate sempre tante. Prima
ancora di cantare, fin da giovanissima. Dal punto
di vista dei suoni, l’incontro con Pietro è
stato una manna dal cielo, per il fatto di rendere
tangibile il riportare nel disco – che è
la fotografia del momento - i suoni quotidiani, normali".
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07/03/2005 |
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Davide
Van de Sfroos: Storie d'Akuaduulza
"Lo
sanno tutti che “Shymmtakula” e “Il
corvo” in un disco egoista come questo sono
due poesia alle quali io tenevo molto: una è
una tiritera che ho usato in momenti personali molto
delicati e l’altra è una poesia fatta
e finita che io non pensavo neanche che sarebbe diventata
una canzone. Mi ci sono affezionato io, non solo io,
ma tanti". |
Pagina Recensione
Intervista
con Marco Fecchio |
17/05/2005 |
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Luca
Nesti: un artigiano non omologato
“La
differenziazione tra l’artista e l’artigiano
deriva dal fatto che io non credo molto al concetto
di “artista”. Bene o male, stando in Toscana,
qui c’erano davvero gli artisti! Oggi siamo
tutti un po’ artigiani e costruiamo bene certe
cose che possono toccare punte di arte, ma col nostro
computer in casa si è riformata in un certo
modo, almeno nell’arte-spettacolo la forma della
fantasia".
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12/07/2005 |
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Marco
Ongaro: "postumo in vita"
“Archivio
Postumia l’ho registrato nel ’90 e quell’anno
usciva un mio disco che era “Sono bello
dentro”. Però, in realtà,
avevo un distacco totale da come l’industria
voleva propormi a livello di arrangiamenti e così
via: le canzoni sono sempre state “vecchie”
rispetto a quando pubblicavo i dischi, per cui mi
ero definito “il primo cantautore postumo ancora
in vita”, già allora". |
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13/07/2005 |
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Giovanna
Marini: nostra Signora della canzone popolare
“Tutte
le musiche popolari sono complesse perché sono
diverse dalla nostra musicalità cittadina,
della borghesia cittadina, perché sono fatti
non su scala temperata e, quindi, sono ancora suoni
scelti. Sono suoni che non hanno molto a che vedere
con il pianoforte, con gli strumenti temperati. E
poi la cosa interessante è che, malgrado usi
dei suoni non trascrivibili su pentagramma, rispecchia
le strutture e le armonie della musica classica perché
è alla base.”. |
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13/07/2005 |
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Andrea
Satta: la memoria del passato e gli stimoli del presente
"Personalmente
penso che la cultura francese in Italia, che ha avuto
grandi punte sul piano libertario, sia stata penalizzata:
non è che una cultura libertaria possa far
tanto comodo a chi gestisce secondo pianificazioni
quinquennali la società, no? Non ha avuto fortuna
da nessuna parte e, in alcuni momenti, anche il paese
normale di un certo tipo di pseudo-sinistra non può
amare la cultura libertaria”.
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15/05/2005 |
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Marisa
Sannia : dalle nebbie della memoria
“Nel
1976 ho scritto per la prima volta della musica per
un album, La pasta scotta, per la CGD. Ero incinta
e nell’attesa ho scritto questi brani, ma il
disco è uscito in sordina, poi è nata
mia figlia e ho ripreso l’attività di
interprete. Forse è azzardato parlare di cantautorato,
scrivo perchè mi viene naturale farlo, e suono
da autodidatta”
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15/04/2005 |
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Lorenzo
Monguzzi (Mercanti di Liquore)
"In
realtà per quanto riguarda i nostri lavori
non c’è mai stata una direzione artistica
a priori del tipo “adesso dopo questo disco
faremo un altro disco con altre sonorità”.
E’ una cosa che viene più probabilmente
da tanti fattori che si sommano". |
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14/02/2005 |
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Francesco
Senni (Caffé Sport Orchestra)
"La
band esiste ancora (se Dio vuole) perchè
la passione per questo immaginario musicale è
inesauribile. Abbiamo aspettato fino ad ora perchè
credevamo e tuttora lo pensiamo, che il "Chihuahua",
nonostante i suoi difetti sia un disco bello ed
onesto, che merita di più di qualche felice
incontro fortuito". |
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27/08/2004 |
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Claudio
Lolli: chiacchiere d'agosto
Rumore
rosa, so se lo sai, è una specie di fruscio,
un rumore artificiale che i fonici “sparano”
nell’ambiente per avere delle indicazioni
su come equalizzare i suoni. Quindi la metafora
è più o meno questa: rumore rosa
è un fruscio artificiale che in qualche
modo dovrebbe equalizzare - in senso negativo,
secondo me - la nostra vita.”
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