Tesi
da 110 e lode
di Giorgio Maimone
"Cuccurucu,
camorre e putipu'"
Ci sono dei dischi che, una volta saliti sul lettore, si rifiutano
di scendere. Non c'e' niente da fare. Tu li tiri giu'. Passa qualche
giorno, nei casi peggiori qualche ora, e li ritrovi su. E a poco
a poco ti accorgi che hanno iniziato a diventare la colonna sonora
della tua vita. E' il caso di Thapsos di Riccardo Tesi e della sua
Banda Italiana. Piccoli gioielli sfavillanti affidati alle acrobazia
dell'organetto diatonico di Riccardo, alla voce di Maurizio Geri
(in solo 5 canzoni), ai cori degli ormai leggendari fratelli Mancuso
nelle tre canzoni piu' belle e alla bravura strumentale di Claudio
Carboni e Ettore Bonafe' (sax e percussioni), a cui si uniscono
una serie di collaboratori di prestigio: Gabriele Mirabassi al clarinetto,
Claudio Fossati alla batteria, Daniele Mencarelli al contrabbasso,
Damiano Puliti al violoncello. Se si aggiunge che tre delle canzoni
(la superba Largo Walzer, la dolce Fammi Ballare e la canzone guida
Thapsos) sono composte da Riccardo Tesi e Carlo Muratori si comprende
come sia facile farsi prendere dall'entusiasmo e gridare al capolavoro.
"Thapsos
e' un altrove dell'anima.Legata ad un sottilissimo filo viaggia
da millenni nel Mediterraneo per rotte misteriose, inseguendo antiche
memorie, in cerca di futuri approdi sicuri" riporta la copertina
del disco. Siamo nell'ambito della musica popolare, di alto livello,
del viaggio nei sapori del nostro sud e del Mediterraneo, sempre
sulle stesse rotte aperte da Fabrizio De Andre' e Mauro Pagani con
la traversata di Creuza de Ma, ma qui ci fermiamo alle forme italiane.
Thapsos e' una penisola siciliana, unita alla terraferma da uno
stretto istmo di terra, situata a nord di Siracusa e costituisce
uno dei primi luoghi abitati dell'isola (1400 A.C.). Cosa abbia
spinto Riccardo Tesi a appoggiarsi a Thapsos per il suo ultimo disco
e' difficile da dire: forse proprio il tentativo di voler bagnare
la sua musica nell'acqua salsa del Mediterraneo. Fatto sta che il
disco consiste: e' sia prodotto alto, d'autore, sia prodotto popolare,
suonato con organetto, scacciapensieri, triangolo e tamburello.
Il clarinetto convive col violoncello e con le percussioni e il
capobanda dirige con piglio sicuro ma senza pretenderla a protagonista,
evitando quindi quell'effetto di noia di ritorno che l'organetto
puo' indurre alle orecchie meno allenate (beh, diciamocelo, un intero
disco di organetto mette alla prova la pazienza di chiunque).
Tesi ringrazia,
a titolo diverso, Fabrizio De André, Ivano Fossati (ha suonato
negli ultimi dischi di entrambi), Daniele Sepe, Vincenzo Zitello,
Andrea Del Favero. Che altro c'e' da dire? C'e' solo da ascoltare….
"Largo
valzer, vespro contadino
ruota di mulino che girera'.
Giglio profumato bianco fiorentino
Corda di violino che vibrera', danzera'".
"Canto e cantero' dritta e' la mia musica
gelida per tanti no, arco di guerriero.
Canto e cantero' e ritrovo l'anima
Col mio canto uccidero' l'ombra della sera"
Riccardo
Tesi & Banda italiana
"Thapsos"
Dischi del Manifesto - 2001
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aggiornamento: 26-04-2001 |