Una Brigata di memoria, di cultura, di utopie,
di speranze, d'informazione, dell'uomo.

 














 
Le BiELLE RECENSIONI
 
tes de Bois: "Ferrè, l'amore e la rivolta"

Ottima idea, ma...
di Leon Ravasi

Ecco un disco che, pur con tutte le migliori intenzioni, rimane qualche lineetta al di sotto della sufficienza. Un "sei meno meno", per intenderci. Dove il sei è politico e premia soprattutto l'impegno. Della serie: "Il ragazzo si applica ma …"
I Tetes de Bois hanno avuto una buona idea: riprendere i testi e le canzoni di Leo Ferrè, poeta anarchico francese, uno dei maggiori interpreti del mondo culturale non solo francese attorno alla meta' del secolo scorso (almeno una sua canzone la conoscono tutti: "Avec le temp") e tradurle in italiano, aggiornando il discorso musicale ai tempi nostri. I Tetes de Bois, tra l'altro, sono bravi e godono di ottima stampa (tutti parlano bene di loro: sembra quasi un dovere civico). Ne hanno fatto un disco, con una manciata di ottimi compagni di strada: da Antonio Marangolo (sax) a Daniele Silvestri e Nada, a Francesco Di Giacomo.

I brani sono per la maggior parte cantati in italiano e il disco è prodotto da "La memorie et la mer", etichetta discografica della famiglia Ferrè. Se si valuta poi che il disco è nel circuito delle edicole (cd del manifesto) a prezzo politico, l'operazione sembra non avere punti deboli. I testi di Ferrè, li conosciamo, sono belli (alcuni più, altri meno, ma tutti quanti impregnati di poesia) e le traduzioni di Giuseppe Gennari (presidente centro studio Leo Ferrè), Enrico Medail, Daniele Silvestri e dello stesso Andrea Satta, voce dei Tetes de Bois, non fanno torto all'originale. Anche perché l'autore del testo originale ogni tanto risponde al nome di Rimbaud o Apollinaire! Una sola canzone ("Bateau Ivre") non ha niente a che fare con Ferrè, se non come clima complessivo.

Atto d'amore e di partecipazione. Operazione, come già detto, apparentemente perfetta.
E allora perché la sufficienza tirata? Cosa c'è che non funziona?
Il troppo amore.

Il rispetto eccessivo, quasi filologico, per l'autore. Paradossalmente si compie un'operazione stramba: ci si prendono più libertà testuali che non musicali: difficilmente Ferrè (che è morto nel 1993) avrebbe potuto scrivere: "Prorompente seno in fiore/ Tu sei il viagra del mio cuore, Jolie mome". E infatti aveva scritto: "Tes p'tits seins sount du jour/ a la cocque, a l'amour, Jolie mome ". Peraltro, poco prima, del rimmel ai trasforma magicamente in " Laser blu ". Ecco, altrettanta libertà non viene travasata nel trattamento musicale, con il risultato che, se le singole canzoni riescono anche a piacere (e molto, come "Non si può essere seri a 17 anni") l'ascolto continuato dell'intero cd diventa opera ponderosa e faticosa. Detto fuori dai denti: sentito tutto di fila è di una pallosità mostruosa! E credo che sia, in parte, un'occasione perduta per avvicinare nuove generazioni a un autore importante come Leo Ferrè, in grado di scrivere versi come: "Hanno bandiere nere sulla loro speranza/ e la malinconia per compagna di danza/ coltelli per tagliare il pane dell'amicizia/ e del sangue pulito per lavar la sporcizia" ("Les Anarchistes"), anche se l'ultimo verso è più bello in francese: "e delle armi arrugginite per non dimenticare". Oppure come "La cameriera di 18 anni/ io vecchio come l'inverno / per non affogare in un bicchiere /mi spinsi nella primavera / nel taglio obliquo dei suoi occhi..:" ("Come a Ostenda" nella bella traduzione di Alessio Lega).

Consiglio? Compratelo comunque. Ne vale la pena.
E poi fatevi un disco nuovo alternando questi suoni, magari a quelli dei Noir Desir.

Tetes de Bois
Ferrè, l'amore e la rivolta

Materiali Musicali - Cd del Manifesto - 2002

Nei negozi di dischi

Ascolti collegati

 

   
Ultimo aggiornamento: 26-09-2004
 
   
Archivio recensioni
 

HOME