Bellissimo
e clandestino
di Giorgio Maimone
C’è
un disco bellissimo e clandestino che gira (poco, sennò che
clandestino sarebbe?) per l'Italia- E' bellissimo, ma non lo sa
quasi nessuno. Non è un disco facile. Dentro questo disco
un uomo parla, racconta, sproloquia a volte, di sicuro fa poesia
e l'altro suona, suona una chitarra trattata ("Ma trattata
molto bene" come dice l'omino in nero che parla) e fa cadere
cristalli di note sulla poesia dell'Omino.
Che
una volta cantava, ma ora non canta più. Parla nei dischi, forse
perché ha figli da mantenere, di sicuro perché ha cose da dire.
L'omino in nero è il nostro poeta, l'altro è il suo chitarrista,
la sua anima, il suo cantare congelato in parole, fattosi musica.
Paolo Capodacqua e Claudio Lolli (o viceversa) alla prese col reading
dei testi di Lolli con cui da 15 anni, insieme, girano l'Italia.
Questo
emozionante spettacolo è stato registrato in disco da Storie di
Note in "La terra, la luna e l'abbondanza" che accompagna il libro
omonimo. Grande documento a cospetto del cielo questo disco! Eppure
non piacerà a nessuno e quasi nessuno lo sentirà. Perché è accoppiato
a un (brutto) libro di Jonathan Giustini che non aggiunge nulla
alla conoscenza di Lolli che si può avere dai suoi concerti o dall'ascolto
dei dischi. Un libro senza teoria di fondo, senza niente da dimostrare,
senza nulla da capire. A fronte del quale c'è un disco che è, invece,
un'emozione. Nessuno ne parlerà mai e nessuno lo voterà mai al Club
Tenco (giuro che ci ho provato!) ma un disco che annovera in ordine
"Curva Sud", "La fine del cinema muto", "La ballata del Pinelli",
"Analfabetizzazione", "Dita", "Borghesia" e altro, come lo si può
definire?
Per
me è un'emozione grande. Non solo, ma "La ballata del Pinelli" di
Lolli/Capodacqua non esisteva su cd, fino ad ora. L'unico modo per
ascoltarlo era scaricarlo da Bielle (www.bielle. org). Forse non
a tutti farà lo stesso effetto, ma "Curva sud" è quella meraviglia
di canzone che fa: "Senti che aria di fasci stasera, stanotte /stasera
mi lasci, lo so, non potrò/ io lo so, non potrò più dormire con
te.../ L'Italia è un aliante sospeso nel troppo / silenzio su un
cielo confuso, una scritta / rèclame che ci osserva dal blu, ed
è dipinta di blu /si apre uno stadio fantasma, una luce /accecante,
ma senza notturna, si sentono /i cori, bestemmie infelici, della
curva Sud, /e i disperati stanno male, soli e lontani anche dalle
parole...".
Se
poi chiudiamo con "Quando la morte avrà" e "Angoscia Metropolitana"
o "Adriatico" ("Non ci sono olandesi a Rimini/ a parte qualche turista,
/non ci sono ingegneri idraulici /con progetti di riconquista, /non
ci son terre da recuperare /niente battaglie, tutto a posto /sembra
che debba averla vinta il mare...") siamo di fronte a un canzoniere
che raccoglie alcune tra le più belle parole mai scritte in canzone
in Italia e tornate parole, disidratate, scabre, essenziali. Solo
parole e concetti e immagini e idee.
In
sintesi, riassumendo, solo Claudio Lolli, ma all'essenza: il cuore,
tagliate via la testa e la coda, fatte sobbollire le vinacce e vaporizzate
negli alambicchi del professor Capodacqua. Cibo per la mente, gioia
a pensare che ci sia chi sa scrivere così, chi non si arrende, chi
non si piega, né si ritira, né si gloria di quanto ottenuto. Signori,
silenzio: si spengono le luci, sul palco escono due strani clown.
Vicino a una pianta senza foglie si guardano in giro e iniziano
a grattarsi le pulci dell'esistenza. Vladimiro ed Estragone? Aspettando
Godot? Lolli e Capodacqua? La terra, la musica e l'abbondanza.
Claudio
Lolli
"La terra, la luna, l'abbondanza"
Stampa Alternativa - libro + cd - 2003
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aggiornamento: 14-11-2003 |