Un
disco "rotondo"
di Lucia Carenini
Correva
l'anno 1964, gli americani lanciavano le sonde Gemini 1 e Mariner 3 e
il razzo Saturn 1. Nanni Svampa, invece, lanciava il 33 giri "Nanni
Svampa canta Brassens", lavoro che raccoglieva una selezione di brani
dello chansonnier francese tradotti in milanese.
Sono passati quarant'anni esatti e Svampa ci riprova. Questa volta in
italiano. "Donne, gorilla, fantasmi e lillà" è
il frutto di un lavoro durato dieci anni e, secondo le parole dello stesso
Svampa, vuole essere "un tentativo di non limitarsi ad una traduzione
letterale, ma di scrivere delle liriche che siano ad un tempo fedeli alla
stesura originale e credibili nel contesto storico attuale".
In effetti non è la prima volta che Svampa propone Brassens in
italiano. Già nel 1977 aveva pubblicato per la durium una raccolta
di brani dell'autore francese tradotti in italiano. Però probabilmente
- e diciamo probabilmente perché non abbiamo avuto l'opportunità
di ascoltare questo disco - si trattava di versioni tradotte da altri.
Questa volta Svampa ha voluto cimentarsi in prima persona con la traduzione
in italiano, convinto anche che "il rigore della nostra lingua permette
di rimanere più fedeli alle versioni originali”.
Ma non basta, nell'ambito della sua ricerca sulle forme della canzone,
Svampa ha voluto rendere omaggio non solo a colui che gli ha fatto capire
"come avrebbe voluto essere se avesse fatto il cantautore",
ma anche ad altri autori che hanno contribuito a divulgare la sua opera.
E allora ecco che a fianco delle sue traduzioni compaiono anche testi
di Médail, Amodei e soprattutto di Fabrizio de André.
Così apriamo la bella confezione in digipack, nera, satinata, con
il profilo di Brassens delineato in blu lucido che emerge come un fantasma
accanto alla foto di Svampa e sotto ai due dischi (ma perché non
hanno scritto da nessuna parte di chi è la grafica?), estraiamo
il primo dischetto e inseriamolo nel lettore.
La voce di Svampa è come sempre educata e bellissima, una di quelle
voci che migliorano col tempo, si arrotonda, perde le asprezze come un
bordeaux tenuto in barrique.
La prima cosa che colpisce è la particolarità del tappeto
musicale che Ettore Cenci ha costruito attorno ai testi di Brassens. Lo
stile scarno due chitarre-basso dello chansonnier transalpino lascia il
posto ad arrangiamenti raffinati e discreti dove la fisarmonica di Bruno
Poletto ricama "dentelles" e la chitarra folk di Sergio Farina
aggiunge sonorità rotonde e allegre a quelle più seriose
della classica e del basso di Antonio Mastino. Ciò che ne viene
fuori è una musica piacevole, che non rinnega lo spirito degli
originali - che volevano essere un sottofondo discreto al servizio delle
parole - ma aggiunge un po' della personalità di Svampa alle canzoni.
Il suo omaggio, insomma.
La scelta delle canzoni è caduta su una rosa di venticinque brani
di cui - se non abbiamo contato male - solo sette erano stati cantati
precedentemente da Svampa in milanese e nove in italiano. Le canzoni di
Georges Brassens (1921 - 1981) risalgono alla metà del secolo scorso,
ma i temi affrontati sono attuali ancor oggi: morte, amicizia, amore,
riflessioni esistenziali, con un occhio attento all’umanità
emarginata e una vena ironica e umoristica. Il linguaggio utilizzato da
Svampa è leggermente attualizzato rispetto sia alle versioni originali
francesi che alle traduzioni di Médail e di Amodei. Svampa non
si fa troppi problemi nell'utilizzare anche termini coloriti, ma lo fa
sempre nel contesto giusto, senza cadere nella volgarità, anzi,
confermando che "quando ci vuole, ci vuole".
Il lavoro inizia con un classico: L'ombelico
- metafora dell'estenuante ricerca di ciò che non si può
avere - per proseguire con Nell'acqua del laghetto,
già interpretata da De André, Il mascalzone pentito - nella
versione di Amodei - Funerali d'altri tempi,
La contadinella e Il menestrello
- la prima delle traduzioni di Médail - manifesto dell'impossibile
integrazione dell'artista nel regime. Poi via via si snocciolano una ad
una le storie di vita, di morte, di satira sociale, di malavita, restituendo
al personaggio Brassens italiano tutta l'ironia e l'eleganza degli originali.
Insomma, un doppio Cd indirizzato “sicuramente ai miei coetanei,
a quelli che mi hanno ascoltato cantare in milanese, ma anche ai giovani
interessati alla poesia e a chi ha amato lo spessore letterario di De
André. Un target vasto, insomma, basta riuscire a farlo ascoltare"...
Nanni
Svampa
Donne, gorilla, fantasmi e lillà
Omaggio italiano a Georges Brassens
Recording Arts 2004
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