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Le BiELLE RECENSIONI
Rocco De Rosa: "Rotte distratte"

Musica e canti in arbereshe, fascino sottile in un disco di poche parole
di Leon Ravasi

Evidentemente è un destino che riserviamo ai dischi in Arbereshe! Forse dentro Bielle c'è una forma di razzismo strisciante che si concretizza solo contro una pacifica minoranza etnica da secoli ormai stanziale sul nostro territorio? E una forma delle peggiori! Infatti non parliamo male di questi dischi, ma ne parliamo con così tanto ritardo da renderli quasi introvabili: per sadismo maggiore ne parliamo bene! Ovvio che a questo punto andrebbe messo un sorrisetto. Però è un fatto che sia il disco della Spasulati Band che quello di Rocco De Rosa arrivano alla soglia della recensione un paio di anni dopo la loro uscita.

Rocco De Rosa in realtà non è di etnica arbereshe, ma lucano e utilizza solo nel brano iniziale del disco, quello del titolo, voci di donne arbereshe. Il disco, per definirlo in due parole è un connubio tra musica etnica e fraseggi di pianoforte dalla vaga aria jazz. Niente di stravolgentemente nuovo, ma all'interno di un connubio da cui tante volte sono usciti ottimi prodotti. E Anche "Rotte distratte" rientra a pieno titolo tra questi prodotti.

Con alle spalle un bell'ensamble a sostegno (Pino Pecorelli al basso, Marco Ariano alle percussioni, la vocalist di origine turca Yesmina Sannino, Gabriele Benigni e Mario Buffa ai violini, Fausta Anzelmo alla viola, Alessandro Leardini al violoncello, Giovanni Di Cosimo alla tromba, Fabrizio Fratepietro alla batteria) il pianista Rocco non ha tema di inoltrarsi anche per strade solitarie e difficili, uscendone comunque vincitore, grazie ad una nitidezza di suono, un nitore di soluzioni armoniche, a cui non sono estranei gli aiuti di Riccardo Tesi all'organetto, di Giuliana De Donno all'arpa e delle Etruria Criminale Banda tutta insieme.

Ma il cui principale merito va alla pulizia di scrittura di De Rosa, autore già per il cinema (un suo brano è stato scelto da Nanni Moretti in "Aprile" e ha costruito le colonne sonore per altri quattro film, tra cui "Incantesimo napoletano"). Tra i brani del disco da segnalare in particolare la lunga (oltre 6 minuti) "Makisi" (termine meridionale per indicare chi si crede chi sa cosa, che è un "a solo" pianistico che si affaccia dalle parti di Keith Jarrett e, tutto sommato, senza demeritare. Fascinose anche "Transiti" e "Sevdali", ma le mie preferenze vanno al canto arabo di "Dargalar" e all'accattivante strumentale "Girandola", eseguito due volte, con e senzabanda.

Concludendo un ottimo disco che si ascolta con piacere e che, senza fatiche particolari, può costuituire un'ottima colonna sonora delle vostre giornate. Rocco ha collaborato in passato con Daniele Sepe, Ennio Rega, Canio Loguercio, Sergio Endrigo ed Edoardo De Angelis. Ha alle spalle quattro album in proprio (di cui "Hata" è quello che ha avuto maggior risonanza) ed altrettante collaborazioni: senz'altro un musicista che ha materiale per farsi ascoltare. Il disco è appena stato ristampato dai Cd del Manifesto.

Rocco De Rosa
"Rotte distratte"

Materiali Musicali - Manifesto Cd- 2002
In tutti i negozi di dischi

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Ultimo aggiornamento: 20-05-2005

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