E'
musica popolare, viene da lontano ed ha ancora strada davanti
di Leon Ravasi
Raffaello
Simeoni non è un nome nuovo e questo disco non è un
esordio. Da almeno una ventina d'anni (il primo disco "Corteo"
è del 1986, praticamente contemporaneo a Creuza de Ma!) ,
prima nei Novalia e quindi da solo, ricerca ed esegue musiche di
tradizione popolare del centro Italia. Suona un po' di tutto: oltre
alla chitarra anche Suona flauti moderni, antichi e tradizionali,
cornamuse, bombarde, ciaramelle, clarinetto balcanico, organetto,
saz, bouzuki, cuatro, tzouras e lautà ed ha collaborato anche
con grandi nomi come Giovanna Marini e Ambrogio Sparagna, RIccardo
Tesi o Eugenio Bennato o con personaggi della stessa zona ed estrazione
come i Ratti della Sabina.
"Controentu"
non si potrebbe definire altrimenti che musica mediterranea, con
buona pace di Franco Fabbri che nel suo ultimo
libro "L'ascolto tabù" sostiene
che sia una categoria ancora troppo indefinita e imprecisa, quasi
un "cavaliere inesistente" per citare Calvino. Ma come
chiamare altrimenti una musica che ha dentro tanto il rumore del
vento nel deserto, quanto il calore di un piatto di spaghetti e
pummarola? Tanto il vibrare degli zoccoli dei cammelli quanto lo
sciabordio del mare sulle barche lungo costa? Paranze e tende maghrebine?
Accanto a Raffaello
in questo disco, un piccolo parterre de roi, almeno per il settore:
Giuliana De Donno, Massimo Giuntini (Modena City Ramblers), Nando
Citarella (Tamburi del Vesuvio), e gli inseparabili Stefano Manelfi,
Carlo Ferretti ed Alessandro Strinati. Il risultato sono dodici
canzoni per 44 minuti e spiccioli di musica che vanno dalla lauda
alla canzone dialettale, da un'imprevista cover di "Gracias
a la vida" di Violeta Parra, a poesie prestigiose
("L'acustica del mare Egeo" di Franco
Pistone, a brani solo musicali ("Santiago"
che chiude il disco).
E se questa è l'apertura del disco, immaginative il resto!
“Imbottiti come sono….di mare e martiri lune, i
miei sguardi zavorra che attendono lettere o navi dall’Egitto.
Condanna dei profeti di macchi, li spreme, nessun oblio alla fame…..controra
di marzo, il sole…mi determina neve alla ricerca sempre…di
non so più che cosa…fino alla fine…fino alla
fine del mondo…”. "Controentu" è
un disco che conquista piano piano, ma quando ti entra dentro, si
conficca sotto pelle con unghiette prensili, ti afferra i sentimenti
e non li molla "Fino alla fine", tanto
per citare un altro dei punti forti del disco, uno dei brani che
più persegue, anche dichiarandolo nel testo, questa sorta
di sincretismo pan-mediterraneo.
Imprevista, del tutto imprevista in questo contesto, fa la sua comparsa
anche una "Donna Lombarda" (L'amour),
la stessa canzone resa in forme molto diverse da Fabrizio Poggi,
De Gregori/Marini, Lino Straulino e i Sulutumana. Quasi una dimostrazione
di come la ballata (sempre la stessa, quella del serpentino col
cui veleno disciolto nel vino la Dama Lombarda uccide il marito)
non abbia e non abbia avuto confini nemmeno in passato. E devo dire
che il trattamento "mediterraneo" a cui qui è sottoposta
la celeberrima ballata la rivitalizza niente male.
Insomma, è musica popolare, è davvero musica popolare,
è fino in fondo musica popolare, di quella che a molti fa
sbuffare e venire afa, di quella che ad altri (quorum ego) crea
palpiti e passioni. "Controentu", ci ha messo un poco
a entrarmi sotto pelle, forse per questo suo voluto andare controvento,
ostinata e contraria, come una barca che cerchi di prendere il largo,
ma quando ce la fa corre veloce tra onda e onda e porta a casa profumi
di mare e gli elementi primi per un fritto di paranza dal gusto
vero.
Tutte le canzoni sono di Raffaello Simeoni, parole e musica, tranne
"Gracias a la vida". Una nota di
particolare merito (bonus!) anche per disco e libretto (progetto
grafico di Maria Pia Piacentino) che riporta in
copertina un bellissimo disegno, omonimo
rispetto al disco, di Paolo Gattuso.
Raffaello
Simeoni
"Controentu"
Squilibri - Il Manifesto Cd - 2004
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aggiornamento: 06-04-2005 |