Un
disco "perfetto"
di Giorgio Maimone
Tutto
a posto. Tutto tondo. Una sfera perfetta. Questo disco non ha una
sola increspatura né un difetto. Lo ascolto e lo riascolto
(e poi sono subito pronto a metterlo ancora) e non trovo altro termine
per spiegarlo: perfetto! Massimo Bubola è riuscito nel compito
di mettere insieme nel giro di un solo anno, per quanto bisestile,
due lavori di grande portata: “Segreti trasparenti”
nelle battute iniziali del 2004 e “Il Cavaliere elettrico
IV - I Personaggi” nei giorni declinanti di questa stagione
autunnale. Nemmeno trecento giorni tra l’uno e l’altro
per mettere insieme una ventina di brani che svariano dal capolavoro
all’ottimo prodotto, restando sempre di qualche centimetro
sopra la linea dell’eccellenza.
Poco
meno di un’ora dura invece la musica. Massimo Bubola e soci
suonano da dio, in un disco prodotto con una cura e un’attenzione
che fa sì che ogni strumento al suo interno trovi una sua
ben precisa collocazione e la rilevanza dovuta, che si tratti di
violino, chitarre acustiche o tastiere. L’impianto complessivo
è “country-rock oriented”, ma un country rock
(paradossale ma vero) dalle salde radici europee ed italiane.
Tranne una
(la conclusiva “La frontiera”) sono
tutte canzoni già edite, anche se non conosciute nella versione
di Massimo. Se non mi sbaglio, infatti, la deandreiana “Canto
del servo pastore” non era mai stata incisa da Bubola,
mentre per “Camicie rosse” (in un primo
tempo affidata alla Mannoia) e per “Fiume Sand Creek”
siamo di fronte a una ripresa e anche “Coda
di lupo” che credevo una prima versione, è
in realtà già stata riproposta in “Niente
passa invano”, concerti dal vivo 1997/2002. In realtà
anche il concerto da cui è stato tratto il cuore del materiale
di questo disco (che è un live, come tutte le precedenti
puntate del Cavaliere elettrico) risale al 10 novembre 2001 e infatti
il disco, già pronto, è stato ritardato per permettere
prima l'uscita di "Segreti trasparenti" e per diradare
un po' la serie dei dischi dal vivo.
La novità
vera è che qui Bubola “canta” e canta
davvero. Non ruggisce più come nelle penultime prove faceva
ormai fisso, risultando un po’ la caricatura di se stesso.
Massimo, come dimostra anche “Segreti
trasparenti”, ha ripreso il gusto di cantare
e non a caso ha inciso due tra i dischi migliori usciti nel 2004.
In questo “Cavaliere elettrico IV” poi tutto miracolosamente
torna al suo posto. La squadra alle sue spalle pompa rock potente
e preciso, inciso in modo meraviglioso: la formazione merita di
essere citata in toto a partire dallo stesso Bubola (voce, chitarra
elettrica e acustica, armonica), per proseguire con Michele
Gazich, il folletto che sta dietro a violino, viola e pianoforte,
Roberto Ortolan alle chitarre e cori, Michele
Bonivento all’organo Hammond e pianoforte, Giacomo
Da Ros basso elettrico e cori e Moreno Marchesin
alla batteria.
Piccole sfumature,
se proprio volessimo cercarle (ma vogliamo? Sinceramente preferisco
muovere il piede a ritmo e battere le mani) sono la riproposizione
di Fiume Sand Creek per la terza volta nei dischi di Bubola negli
ultimi 8 anni (un po’ troppo no?) e due di queste volte sono
nella stessa serie del Cavaliere elettrico, di modo che chi si fosse
comprato tutta la serie di dischi (un nome a caso? Io) si ritrova
con un doppione all’interno della stessa opera. E poi, seconda
e ultima critica, il disco si chiama “Personaggi”, ma
i personaggi veri sono pochini: giusto Garibaldi, Tina Modotti,
Anna Frank e Dino Campana. In “Dostoevski”
si parla di uno che “avrebbe voluto diventare” come
il grande scrittore russo, mentre molti altri sono personaggi di
un mito minore (come Eurialo e Niso, di cui neanche si dice il nome,
coperto dalla citazione) oppure niente affatto personaggi come Coda
di lupo o Servo pastore o Sand Creek, dove semmai si parla di un
problema di popolo (e secondo me in Coda di lupo De André
parlava anche e soprattutto di se stesso). “Volta
la carta” non ha personaggi e “La frontiera”
ha citazioni troppo generiche.
Al di là
di queste, che sono piccolezze, resta il piacere, insisto “piacere”
di sentire il suono denso e pastoso di queste belle ballate,
velate di malinconia, ma che non cedono mai ai piaceri del mondo,
dell’amore e dei ricordi. Bubola ha raccolto brani in un arco
di tempo va dal 1977 al 1999, a cui ha aggiunto la pietra preziosa
di un inedito (che non è mai mancato nei capitoli del Cavaliere
elettrico”: “Innolento” e “Slow
song” nel primo e secondo e “Piove
col sole” nel terzo). In questo caso l’inedito
“La frontiera” è una delle ormai classiche “war
songs” di Bubola: “Anni di guerra e fame, mesi di
fango e neve / oltre quel monte vedremo le onde del grano da tagliare
/ dalle colline vedremo la fine del nostro tribolare”.
Classiche “war
songs”, dicevo, perché anche andando solo a memoria
di Bubola non possono non restare in memoria “Andrea”,
“Eurialo e Niso”, “Annie Hannah”, “Rosso
su verde” e ora “La frontiera”, più
l’interpretazione di “Nikolaevka”
assieme a Massimo Priviero, tutte dedicate al tema
della Grande Guerra o della successiva. “La frontiera”
è dolcissima e intensamente poetica, ennesima conferma della
capacità di Bubola di risalire il tempo e raccontare immagini
in bianco e nero di un passato che non ha vissuto, ma che si è
travasato in lui dagli attenti ascolti dei racconti del padre o
comunque dei testimoni diretti.
Pochi tocchi
fotografici, un uso accorto del violino e degli arpeggi acustici
e Massimo ci porta fuori epoca con una verosimiglianza assoluta:
“le luminarie”, “piccola orchestra”,
“le scarpe di feltro”, “l’aquila imperiale”,
“biciclette/ ragazze come rondini / forcine, nastri e pettini/
quando la guerra finirà”, “pilota biondo, camicie
di seta” e via citando a raffica dai brani di questo
bel disco. “Dostoevski”, “Tina”
e “Coda di lupo”, assieme all’inedito
“La frontiera” le mie preferite. Ma
non c’è un solo brano che io salti, non uno da cui
passo oltre: 57’ e 05” spesi come meglio non si può.
Massimo
Bubola
"Il Cavaliere elettrico IV - Personaggi"
Eccher Music - 2004
Nei negozi di dischi
Ascolti collegati
Ultimo
aggiornamento: 27-11-2004 |