Ma
la voce ... la voce, più di tutto mi colpiva
di Giorgio Maimone
Lo
confesserò: ho pensato tutto il male possibile di questo
disco. Ho pensato male del fatto che un “grande” come
Fabrizio De André, per la terza volta, veniva dato in pasto
alle folle indistinte del consumo natalizio. Ho pensato male di
un cd triplo con 54 canzoni e nessun inedito, se non i 30”
in cui Fabrizio si unisce al figlio in “Cose che dimentico”,
registrato dal vivo durante il tour di “Anima salve”.
Ho pensato male, ma poi ho messo il disco nel lettore. E la magia
è ripartita. E con la magia i brividi e con i brividi i pensieri.
Fabrizio
De André, come scrive molto bene Aldo Grasso in un’affettuosa
nota che apre il libretto “l’amico fragile un giorno
ha sentito la Voce che gli intimava di uscire. Se n’è
andato spinto da quella mano invisibile. Ma quel giorno, drammatico
e fulgido, dev’essere stata l’unica volta che la Voce
ha riconosciuto sul suo cammino un’altra Voce”. La Voce,
spiega citando un libro di Salvatore Niffoi, peraltro contenente
una dedica al cantautore genovese, è la misteriosa entità
che chiama le persone a tempo debito. Ma la “voce” è
anche la caratteristica per cui ci ricorderemo sempre di Faber,
Fabrizio, l’amico fragile.
Il triplo cd,
edito dalla Sony, ma prodotto anche dall’associazione “Le
nuvole” e sostenuto dalla Fondazione De André, guidata
da Dori Ghezzi, compie una selezione ragionata all’interno
del catalogo deandreiano. Selezione, invero molto ampia, perché
De André complessivamente ha cantato 114 canzoni (se volessimo
fare il discorso su quante ne ha scritte, sarebbe lungo e ci porterebbe
fuori tema): ora 54 su 114 sono quasi la metà. E’ vero,
dei brani più belli di Fabrizio non manca nulla. E il suo
canzoniere è tanto importante e ingombrante (ormai è
Storia) che in un cd solo non poteva starci e forse nemmeno in due.
Diciamo così, “In direzione ostinata e contraria”
è una rappresentazione completa di tutto il meglio della
produzione deandreiana.
|
Quante
canzoni ha scritto Fabrizio De André (da solo)?
Dunque è vero. Fabrizio De André
ha scritto pochissime canzoni.
Mi sembra incredibile scriverlo e scriverlo su questa lista,
ma soprattutto mi sembra incredibile che l'autore da cui più
mi sento dipendente abbia avuto una produzione così limitata.
Da un riesame di tutte le canzoni prodotte da De André
(sempre quelle famose 114 se si considerano i tre "Intermezzi"
canzoni separate o 112 se la si considera una canzone sola e
soprattutto se "Recitativo" e "Corale" vengono
considerate due canzoni separate, come secondo me non è)
risulta che quelle scritte interamente da lui non superano di
molto la ventina. Ho depurato dalla lista "Via del Campo"
(il tema musicale è stato scovato da Dario Fo ed Enzo
Jannacci e "ceduto" a De André), tutte le canzoni
da me conosciute ispirate ai francesi (Brassens o Villon), Amore
che vieni amore che vai (debitore a Telemann). E resta proprio
poco. Qualcuna delle prime canzoni, "La buona novella"
e parte di "Tutti morimmo a stento"
(segue) |
Facciamo un
gioco per “fabriziofili” incalliti. Cosa trovate imperdonabile
che non ci sia? “Il chimico”, di sicuro,
“Dolcenera” anche. E “Il
canto del servo pastore”? E “Il fannullone”?
Ognuno avrebbe la sua lista, più o meno lunga, ma di sicuro
qua dentro c’è tanto: un’ora e 15’ il primo
disco, un’ora e 11’ il secondo e ancora un’ora
e 15’ il terzo, per un totale di tre ore e 41’! C’è
da averne a sufficienza.
Eppure non stanca. Non
stanca la magia di brani universali che ormai sono “ascesi”
al livello di classici senza tempo. Non stanca la voce calda che
ci parla nel profondo, che ci fa vibrare di brividi intimi ed arcani
e, per citare ancora Grasso: “una voce che si riconosceva
all’istante, come quella antichissima e vivificante di un
cantore di razza (…) quel timbro era così unico, inconfondibile,
inimitabile da apparire necessario”. Oppure, come ricorda
Fernando Pivano: “una voce che quando diceva “Buongiorno,
come stai” era come sentire un sogno ultraterreno.
”In direzione ostinata
e contraria”, tra l’altro, è stato “demasterizzato”,
ossia, come spiega il tecnico del suono Antonio Baglio: “abbiamo
cercato di recuperare i toni originali della voce, così pieni
di note basse e, contemporaneamente, di armoniche alte, che da sempre
danno la sensazione che Fabrizio canti solo per l’ascoltatore,
ma per un vasto pubblico”. E questa forse è la vera
chiave del successo duraturo di De André, attraverso le generazioni.
Una voce che parla a noi e solo a noi. Per sempre.
Sono commenti
da “piccoli fans”, ma come si fa a non essere affascinati
da De André, a cui la morte precoce ha aggiunto altro fascino?
Fabrizio non stanca, non annoia, risulta necessario e dentro questo
triplo cd possiamo scavarci il percorso che più ci aggrada,
passando dai grandi classici (“Via del campo”,
“La guerra di Piero”, “Amico Fragile”, “Il
suonatore Jones”, “Creuza de ma”, “Smisurata
preghiera”) a brani ritenuti minori ma che a ognuno
di noi parlano in modo diverso: come non nominare “Canzone
per l’estate” o “Inverno” o “Verranno
a chiederti del nostro amore”? E’ una strenna natalizia?
E’ vero. Regalatela e fatevela regalare. Non ve ne pentirete.
Fabrizio
De André
“In
direzione ostinata e contraria”
Sony – 2005 – Euro 29,90
In tutti i negozi di dischi
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aggiornamento: 01-12-2005 |