Calvino
"folksinger" in un ottimo lavoro d'insieme
di Giorgio Maimone
E'
un ben strano album quello che andiamo ad esaminare, composto da
tante mani diverse e ognuna di queste mani ha lavorato bene e con
passione. E' un disco di canzoni con tante parole, ma le parole
non stancano. Un po' perché sono parole d'autore: le prime
mani che incontriamo infatti (e quelle che più contano) sono
quelle di Italo Calvino, preso in due aspetti, in questo album resi
coincidenti. Calvino come autore di canzoni e Calvino scrittore.
Le altre mani (e voci e strumenti) appartengono a Maria Rosaria
Omaggio che recita i brani letterari e a Grazia Di Michele che canta
i brani musicali.
Più assistenti, amici e collaboratori (e altri autori di
sole musiche di accompagnamento ai brani recitati). Un bel "mischione"
potrebbe sembrare, ma, a sorpresa, è un mischione che funziona!
Il disco è bello, partecipato e sentito. Tutte cose che non
ti aspetteresti da Maria Rosaria Omaggio che mi ricordo con Pippo
Baudo e che ancora si trova discinta su varie pagine in rete o da
Grazia Di Michele, la "cantante più raccomandata d'Italia"
secondo una non dimenticata imitazione di Sabina Guzzanti.
Eppure ... sarà la forza dei testi di Calvino, sarà
la passione evidente con cui è stato condotto il lavoro,
sarà il fatto che nessuna grancassa pubblicitaria si è
messa a battere per questo disco, sarà tutto questo insieme
di cose, ma "Chiamala vita" resta uno
dei migliori dischi che io abbia sentito questa estate.
Il primo grande piacere è dato dall'ascoltare le canzoni
di Italo Calvino e Sandro Liberovici che risalgono ai tempi dell'esperienza
dei "Cantacronache" a Torino negli anni
'50: e qui abbiamo la intensissima "Il padrone del
mondo", scritta il 15 febbraio 1959 e che da molti
anni non veniva più riproposta. Si annuncia la voce solitaria
di Grazia Di Michele, senza strumenti, che partono dopo la prima
strofa, annunciati da un campanello di bicicletta: "Sono
io il ciclista che passa per strada al mattino sul presto cantando
/ mentre voi vi girate nel letto destati al penultimo sonno / quel
canto che non fate in tempo a sentirne la fine e si perde / e non
siete riusciti a capire se canto per gioia o per rabbia: / io sono
il padrone del mondo, ah! il padrone / e basta che alzi una leva
e vi spengo la luna./ Ridò fuoco al sole buttandoci dentro
il carbone, / so leggere bene le stelle e c’è scritto:
la la la la". Grande canzone e grande versione, con gli
interventi parlati di Maria Rosaria Omaggio tratti da "La memoria
del mondo" e "Il sentiero dei nidi di ragno".
Ma non è la sola: "Dove vola l'avvoltoio"
(1961) , canzone antimilitarista molto
conosciuta nei primi anni '60, viene riproposta in una versione
più curata di quella storica dei Cantacronache, con recitativo
e cantato ben alternati, con un ottimo gioco tra le voci delle due
donne. "L'avvoltoio andò dal fiume/ ed il fiume
disse: "No,/ avvoltoio, vola via, avvoltoio, vola via:/ nella
limpida corrente/ ora scendon carpe e trote,/ non più i corpi
dei soldati/ che la fanno insaguinar"./ Dove vola l'avvoltoio?/…
/ L'avvoltoio andò dal bosco/ ed il bosco disse: "No,/
avvoltoio, vola via:/ tra le foglie, in mezzo ai rami/ passan dol
raggi di sole,/ gli scoiattoli e le rane;/ non più i colpi
del fucil". Un'altro brano da 5 stelle.
Più conosciuta è invece "Oltre il ponte"
(scritta il 7 agosto 1959), già nota per essere
considerata la più riuscita tra le canzoni di Calvino (che
sono comunque solo quattro e peraltro riunite in un periodo limitato
a tre anni, dal 1958 al '61). Ultimamente ne ha dato una lettura
superba Moni Ovadia nel disco dei Modena
City Ramblers "Appunti
partigiani". Nello stesso disco i Modena propongono anche
la loro "Sentieri" tratta da "Il
sentiero dei nidi di ragno", indicativa di uno riscoperta collettiva
dello scrittore torinese. La versione delle due "ragazze"
non resta molto indietro da quella di Moni, arricchita dall'inserto
recitato tratto da "L'entrata in guerra" dello stesso
Calvino. Credo non sia inutile ricordare il bellissimo incipit:
"O ragazza dalle guance di pesca / o ragazza dalle guance d'aurora
/ io spero che a narrarti riesca / la mia vita all'età che
tu hai ora. / ... / Avevamo
vent'anni e oltre il ponte / oltre il ponte ch'è in mano
nemica / vedevam l'altra riva, la vita / tutto il bene del mondo
oltre il ponte".
La quarta (e ultima) canzone di Calvino è "Canzone
triste" del 25 giugno 1958, storia di sposi operai
della cintura torinese divisi dal turno di notte e turno di giorno.
E anche questa mi sembra una doverosa riscoperta. Credo di ricordare
che, per qualche motivo che ora mi sfugge, non piacesse a Franco
Fabbri, peraltro critico un po' su tutta l'esperienza Cantacronache.
Devo dire che la canzone risente di un'ingenuità d'epoca
che però ricorda quella dei film neorealisti e la versione
dolcemente retrò di Grazia Di Michele è di piacevolissimo
ascolto.
Non finisce tutto con Calvino, di cui Maria Rosaria Omaggio ci presenta
però altri tre brani solo recitati: "Sogni"
ancora dal "Sentiero" , con sottofondo musicale di Grazie
Di Michele, "Oriente-Occidente", tema
quanto mai attuale, da "Il cavaliere inesistente"
con sottofondo musicale di Filippo De Laura e
Livio Matrone, e "L'angelo",
ancora dal "cavaliere inesistente" su sottofondo di Andrea
Pelusi.
Restano fuori il recitativo "Il cavallo guerriero"
della stessa Maria Rosaria Omaggio sul sottofondo de "La
ballata del mondo salvato" di Andre Pelusi e cinque
canzoni di Grazia Di Michele: "Chi ama", "Pane
e ciliegie", "Angeli", "Preghiera" e "Cose
senza nome", tutte tratte da precedenti dischi della
cantante romana, che comunque ha alle spalle 25 anni di carriera
(primo disco nel 1980) e tutte intarsiate con brani di Calvino,
letti da Maria Rosaria. Dolcissime e delicate tutte: "Pane
e ciliegie" la migliore in una mia ipoetica scaletta personale.
Resta da aggiungere chi ha partecipato alla registrazione del disco,
oltre alle due signore: Filippo De Laura (responsabile
anche della registrazione e missaggio) si occupa degli arrangiamenti
e suona stick, chitarre, basso, piano, dholak, tabla, tampura, mohan
vina. Andrea Pelusi si dedica a fisarmonica, sax
tenore, soprano e flauto, Livio Matrone a batteria,
percussioni, xilofono, campane tubolari e metallofoni. Maria
Rosaria Omaggio, oltre a recitare, suona il campanello
della bici (giuro! C'è scritto sulla copertina!) e Grazia
Di Michele la chitarra.
Aggiungiamo che il disco, patrocinato Unicef è dedicato ai
bambini vittime di conflitti armati a cui viene devoluta una quota
delle vendite. Insomma: c'è un Calvino quasi dimenticato,
una brava cantante, una brava attrice, delle belle canzoni, musiche
acustiche e ariose, vagamente sixty, vagamente hippy e c'è
pure una buona azione! Cosa si può chiedere di più
a un disco?
Grazia
Di Michele, Maria Rosaria Omaggio
"Chiamalavita - con brani e canzoni di Calvino"
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aggiornamento: 02-08-2005 |