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BiELLE Film
 
Al college si studiano (e disattendono) "Le regole dell'attrazione"

Un parto della "mente malata" di Breat Easton Ellis diventa sullo schermo qualcosa che, tutto sommato, gli somiglia
di Alfredo Ranavolo

In fondo uno se li immagina proprio così i personaggi che escono dalla penna di Breat Easton Ellis. Eccessivi, amorali, ma che vivono le loro vite border line così...come andare al cesso (Gaber docet).

Insomma, "Le regole dell'attrazione" assomigliano abbastanza al loro autore, o meglio ai suoi parti, ché l'autore di "American psycho" ci è sempre sembrato troppo lucido per essere lui stesso così (magari lo è stato).

Così il mondo collegiale di Sean (James Van Der Beek), Paul (Ian Somerhalder), Lauren (Shannyn Sossamon), Lara (Jessica Biel) e gli altri scorre via tra i pensieri superficiali o (in qualche loro modo) profondi di una post adolescenza sbronza di alcol, sesso e droghe.

Non per tutti allo stesso modo, che Lauren, ad esempio, pur essendo dedita con estremo profitto al sesso orale deve ancora trovare il momento e l'uomo giusto per perdere la verginità. Ovviamente succederà nel modo più bieco, come cinismo di Ellis vuole.

E in fondo (proprio grazie a Lauren), l'amorale Sean ci prova a far svoltare la sua vita verso qualcosa di diverso. Ma il destino non vuole. Come si fa a opporsi al destino?

Il resto è una cornice di rapporti omosessuali voluti e no, di ricerca dello sballo inframezzata da qualche riflessione. Roger Avary dirige, come moda vuole, partendo dalla fine e indugiando un po' troppo sulla curiosa trovata di far vedere un bel pezzo di scena a ritroso per cambiare e ripartire da altra angolazione nella parte finale di essa.

Qualche personaggio minore è decisamente eccessivo e fuori registro, un rischio che si corre in un film comunque di per se eccessivo e infarcito di giovani attori con poca esperienza. In fondo, però, quel che rende più perplessi è che del film, a posteriori, rimane veramente poco. D'altra parte non è nulla più di una grossa goliardata, per la quale restano in pochi (almeno sotto i sessanta anni) che potrebbero scandalizzarsi.

La frase: credo che tu soffra di sinestesia. Una malattia che ti fa vedere quello che senti e sentire quello che vedi

Da vedere se si rimpiange di non aver fatto vita da college...o se si vuol smettere per sempre di rimpiangerlo


       
   
Ultimo aggiornamento: 23-03-2004
 
   
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