Una Brigata di memoria, di cultura, di utopie,
di speranze, d'informazione, dell'uomo.


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Claudio Lolli
"...dato che tutti gli altri posti erano gia' occupati,
ci siamo seduti dalla parte del torto".
Bertolt Brecht

Claudio Lolli, uno dei più grandi cantautori italiani, nasce a Bologna nel 1950. Schivo, problematico, innamorato delle atmosfere desolanti tristi e malinconiche, è abile nel mettere in musica le delusioni e il pessimismo di un'epoca.
Inizia molto giovane la sua attività discografica nel 1972 con l'album "Aspettando Godot" (quello delle cinquemila lire) , cui seguirono "Un uomo in crisi" (1973) e "Canzoni di rabbia" (1974). In questi album il cantautore bolognese compone le sue canzoni con pochi arrangiamenti e con la prevalenza della sola chitarra acustica, raccontando canzoni intorno ai temi dell'amicizia, dell'ecologia, delle angosce generazionali, e denunciando in modo ironico la società di allora. Canzoni simbolo del periodo "Borghesia" e "Angoscia metropolitana".

Dal 1975 al 1977 Claudio Lolli inizia una nuova fase della sua attività artistica, arricchendo gli arrangiamenti con sezioni di fiati e percussioni e girando in tour con un nutrito numero di musicisti, un esempio che verrà poi seguito da altri cantautori. Il disco della svolta è " Ho visto anche degli Zingari Felici", il suo disco piu' noto che contribuì nella canzone d'autore concezioni melodiche innovative. Negli anni '80 rallenta la sua attività di cantautore, sebbene porti in giro lo spettacolo "Dolci promesse di guerra" con Giampiero Alloisio. Dopo 10 anni di ritiro dalle scene, durante i quali si dedica al ruolo di professore di liceo, mestiere che tuttora esercita con passione, Lolli ritorna ad esibirsi dal vivo in un recital al Teatro Puccini di Firenze nel marzo 1993. Dal 1995, accompagnato da Paolo Capodacqua, Claudio Lolli riprende a suonare dal vivo. Nel dicembre '98 ha ricevuto il premio Piero Ciampi alla carriera e nel 2001 ha pubblicato il suo ultimo lavoro "Dalla parte del torto". Lolli affianca alla sua professione di cantautore e professore, anche quella di scrittore, pubblicando tre libri: "L'inseguitore Peter H.", "Giochi crudeli" e "Nei sogni degli altri". I suoi testi sono stati pubblicati dalla casa editrice City Lights Italia di Firenze nel 1998 con il titolo "Antipatici antipodi 1972-1997"


L'America, Majakowskij e l'abbondanza, un gioco, fatto con Claudio, sui contenuti, per noi ancora misteriosi, del suo nuovo Cd - 23 marzo 2006

Chiacchiere d'agosto
, dove si parla del Rumore rosa
- 27 agosto 2004

La terra, la luna e l'abbondanza
, chiacchiere con Claudio e il Parto delle Nuvole Pesanti
- 15 maggio 2003

I pensieri di Claudio sul Festival di Sanremo, del 10 marzo 2003

Il ritorno degli Zingari Felici, intervista a Claudio Lolli
- 6 gennaio 2003

Claudio Lolli: il concerto in favore del Guatemala a Pavia. Intervista raccolta da Duilio Loi, direttore di NEU, Luca Littarru e Ruggero Rizzini il 15/5/99

Per chi volesse saperne di più esiste anche un libro-biografia su Claudio Lolli, scritto da Jonathan Giustini edito da Nuovi Equilibri - Viterbo, 2003

Clicca qui per scaricare gli accordi dei brani di Claudio

 

Piazza bella piazza.
Gli ‘Zingari’ compiono trent'anni

Un convegno a Perugia con concerto di e per Claudio Lolli per celebrare i trent´anni dell'album "Ho visto anche degli zingari felici". Claudio Lolli è stato invitato a Perugia venerdì 2 giugno 2006 per un doppio evento molto speciale di cui sarà protagonista: "Piazza Bella Piazza. Gli 'Zingari' compiono 30 anni", un convegno pomeridiano, presso il centrale Oratorio di Santa Cecilia, che prende spunto dal trentesimo anniversario dall'uscita di un album-spartiacque come "Ho visto anche degli zingari felici" per rivolgere lo sguardo al passato e dibattere sul significato di quegli anni, la fine dei '70, che tanto hanno contribuito alla trasformazione sociale, politica e culturale del nostro Paese; un'epoca di cui Claudio Lolli è stato allo stesso tempo testimone ed interprete con la sua musica.
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Ho visto anche
degli zingari felici

E' vero che dalle finestre
non riusciamo a vedere la luce
perché la notte vince sempre sul giorno
e la notte sangue non ne produce,
è vero che la nostra aria
diventa sempre più ragazzina
e si fa correre dietro
lungo le strade senza uscita,
è vero che non riusciamo a parlare
e che parliamo sempre troppo.

E' vero che sputiamo per terra
quando vediamo passare un gobbo,
un tredici o un ubriaco
o quando non vogliamo incrinare
il meraviglioso equilibrio
di un'obesità senza fine,
di una felicità senza peso.

E' vero che non vogliamo pagare
la colpa di non avere colpe
e che preferiamo morire
piuttosto che abbassare la faccia, è vero
cerchiamo l'amore sempre
nelle braccia sbagliate.

E' vero che non vogliamo cambiare
il nostro inverno in estate,
è vero che i poeti ci fanno paura
perché i poeti accarezzano troppo le gobbe,
amano l'odore delle armi
e odiano la fine della giornata.
Perché i poeti aprono sempre la loro finestra
anche se noi diciamo che è
una finestra sbagliata.

E' vero che non ci capiamo,
che non parliamo mai
in due la stessa lingua,
e abbiamo paura del buio e anche della luce, è vero
che abbiamo tanto da fare
e non facciamo mai niente.

E' vero che spesso la strada ci sembra un inferno
e una voce in cui non riusciamo a stare insieme,
dove non riconosciamo mai i nostri fratelli,
è vero che beviamo il sangue dei nostri padri,
che odiamo tutte le nostre donne
e tutti i nostri amici. Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l'amore
e rotolarsi per terra,
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.

Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l'amore
e rotolarsi per terra,
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra.

Ricordiamo il sito di Sebastiano che, in notti buie e tempestose, si mise ad ascoltare Claudio e decise che era giunto il momento di trascriverne tutti i testi...

In un concerto di qualche tempo fa, siamo riusciti a strappargli un autografo... In cambio gli abbiam regalato una maglia autoprodotta di bielle. Curioso, si è informato cosa fosse questa bielle... non appena ha sentito la parola "brigata", un lampo di terrore e poche parole: "ragazzi, io in carcere ci son già stato, state buoni".

Se proprio vuoi (e ti ostini...) vederlo meglio, cliccaci sopra

Una serie di articoli sull'artista bolognese, apparsi su differenti giornali (quotidiani e non).

Rumore rosa
C'è in giro un bellissimo libro che ha il sapore di qualcosa ...
qualcosa ... ma cosa?
Mi sa che è solo Rumore rosa.

Leggetelo

La presentazione di " la luna e l'abbondanza" alla Feltrinelli di Milano
Lolli all'Alpheus di Roma

Ma chi è 'sto Claudio Lolli?
Il primo fumetto liberamente ispirato e dedicato a Claudio da Enzo de Giorgi, biellista honoris causa (Vai!)

Ho visto anche degli zingari felici
Sempre dalla magica mano di Enzo de Giorgi, una serie di tavole ispirate all'omonima suite (Vai!)

Il mondo è fatto a scale
Ma non basta, il nostro si è cimentato anche con questa canzone... (Vai!)

VIVERE A DIMENSIONE LOLLIANA
Il primo testo, interamente biellista che vuol raccontare come si puo' vivere a dimensione lolliana semplicemente condividendo un pomeriggio + nottata nel cosentino a causa di quello che è stato uno degli eventi piu' importanti del millennio: IL CONCERTO DI LOLLI E CAPODACQUA A MOTTAFOLLONE

Claudio Lolli: Salvarsi la vita con la musica
Un documentario di Salvo Manzone

Perché Claudio Lolli? Perchè sì!
Il secondo testo a dimensione lolliana

La scoperta dell'America Prima considerazione: c'è musica. Ci sono gli strumenti, ci sono gli strumentisti, c'è persino Lolli che canta: è un vero disco di canzoni! Seconda considerazione: ma davvero credete di venire su un sito che si chiama "La Brigata Lolli" e trovare una recensione obiettiva di un disco di inediti di Claudio Lolli dopo 9 anni? Allora avete sbagliato indirizzo: questa sarà una cronaca emotiva, sensoriale, partecipata ed anche in buona parte emozionata. Perché c'è un'emozione, una grande emozione quando si scopre un grande disco di un autore nuovo o anche già conosciuto.

La via del mare (con Paolo Capodacqua e Gianni D'Elia) -
Un disco vero, duro, teso, cattivo, incazzato, per un recital di resistenza umana tenuto a Montebelluna, quest'anno da "il più grande poeta italiano: Gianni D'Elia, il più grande chitarrista abruzzese: Paolo Capodacqua e il più grande cantautore bolognese: Claudio Lolli", come dice lo stesso Lolli sugli applausi finali. Può non piacere? Certo! E' lento, scarno, antimusicale: ma è poesia, vola alta, non è fatta per vendere!


La terra, la luna e l'abbondanza
C’è un disco bellissimo e clandestino che gira (poco, sennò che clandestino sarebbe?) per l'Italia- E' bellissimo, ma non lo sa quasi nessuno. Non è un disco facile. Dentro questo disco un uomo parla, racconta, sproloquia a volte, di sicuro fa poesia e l'altro suona, suona una chitarra trattata ("Ma trattata molto bene" come dice l'omino in nero che parla) e fa cadere cristalli di note sulla poesia dell'Omino.

Dalla parte del torto
Cronaca emozionale. Non posso farne a meno. Non sono obiettivo. Come potrei? Torna dopo qualche tempo Claudio Lolli e lo fa ad alti livelli. Sono passati solo due anni da "Viaggio in Italia" ma la pausa sembra piu' lunga. Soprattutto perché Viaggio in Italia ha avuto una distribuzione semi-clandestina e un po' anche perche' Lolli sembrava ormai fuori dal "grande giro" (ma esiste un grande giro?). Poi l'ho visto in concerto, assieme a Paolo Capodacqua (interprete di primo piano anche in questo disco), poi l'ho rivisto di nuovo, gli ho parlato, l'ho sentito.

Ho visto anche
degli zingari felici 2003

L’ho sentito la prima volta. Non mi è piaciuto. Salvavo solo "Gli zingari (Intro)". Pollice verso per "Agosto" e "Primo maggio", ma soprattutto per "Anna di Francia". Poi l'ho risentito, distrattamente, mangiando. Già meglio. Ma non mi è bastato. L'ho rimesso ancora. E iniziava a scorrere, ma con qualche sacca di resistenza. Poi non ce l'ho fatta più e ho messo su il vecchio vinile traslato in cd.

Ho visto anche degli zingari felici
E quegli zingari eravamo noi. Non ce ne rendevamo conto. Felici e ansiosi insieme, in attesa di bruciare gli anni della giovinezza, in attesa di una rivoluzione che non sarebbe arrivata e di una restaurazione che ci ha rasi al suolo, livellati, ma mai domati. Quegli zingari, quelle piazze eravamo noi. Era per noi che Claudio cantava. E per sé. Perché lui era uno di noi, era lì con noi e con questo disco voleva dircelo, farcelo sapere, comunicare che “siamo stanchi di ritrovarci solamente a dei funerali”.

Claudio Lolli 1988
La canzone che fino a oggi mi ha dato più brividi non è di Guccini. Non è nemmeno di De Andrè. Eppure questi due meravigliosi signori hanno saputo darmene di brividi in tutti questi anni. E tanti! Quella di cui parlo è una bellissima canzone, di quelle che riescono a cambiare la visione delle cose, che rispecchia in pieno quella che è ormai da qualche anno una delle mie esigenze primarie: voglia e bisogno di silenzio!