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di speranze, d'informazione, dell'uomo.















Fabrizio De André

Per farsi una piccola idea delle canzoni
di Fabrizio De André ascoltandole:

Mis Amour
La Canzone del Maggio prima versione
Gulliver
Creuza de ma
Smisurata preghiera

Il suonatore Jones
di De André/ Bentivoglio/Piovani

In un vortice di polvere
gli altri vedevan siccità,
a me ricordava
la gonna di Jenny
in un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra
vibrare di suoni, era il mio cuore
e allora perché coltivarla ancora,
come pensarla migliore.

Libertà l'ho vista dormire
nei campi coltivati
a cielo e denaro,
a cielo ed amore,
protetta da un filo spinato.

Libertà l'ho vista svegliarsi
ogni volta che ho suonato
per un fruscio di ragazze
a un ballo,
per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa,
e la gente lo sa che sai suonare,
suonare ti tocca
per tutta la vita
e ti piace lasciarti ascoltare.

Finii con i campi alle ortiche
finii con un flauto spezzato
e un ridere rauco
ricordi tanti
e nemmeno un rimpianto.

vai alla pagina dei testi di Fabrizio De André

Max Manfredi parla di Fabrizio De André
De André ascoltato alquanto da bambino quasi adolescente, dai dieci ai sedici anni. Io ho cominciato a comporre e scrivere, non solo canzoni, ma soprattutto canzoni, a tredici anni. Due delle mie prime sono ispirate, neanche tanto lontanamente, da De André, ma questa è soltanto una curiosità. Interesse di ascoltatore - e compratore, a volte - fino a Storia di un Impiegato, Non al denaro, etc. Poi, a poco a poco, crisi di rigetto, preferenza rivolta ad altri artisti: in Italia, Guccini e soprattutto Lolli (dai sedici, diciassette anni in su), Leonard Cohen tra gli stranieri (e qui Fabrizio rientra dalla finestra). Passione d'ascoltatore per Paolo Conte dopo i vent'anni. Mi piacevano alcune canzoni di De André, tra quelle fatte con Bubola, o almeno alcune parti di canzoni ("Fiume Sand Creek" lo ritengo un capolavoro, "Coda di Lupo", a parte alcune frasi, è una canzone molto riuscita, di Rimini mi piaceva certo andamento coheniano, nella musica, non nelle immagini.) Le mie riserve vertevano su quello che in realtà è un punto di forza della produzione di De André, non meno che di Lucio Battisti: la cantabilità in pullman, che pagava spesso lo scotto di una semplicità armonica che, allora, mi dispiaceva. Il superamento della (peraltro, come avrai capito, tenue e discreta) crisi di rigetto nei confronti di De André avvenne con "Creuza de Ma". (segue)


“Mi ricordo benissimo la volta che mio zio portò per la prima volta dentro casa il disco con “Via del Campo”, chiamò mia madre, si chiusero nello studio e sentirono questa canzone dove c’erano “le parolacce”. Io ero piccola e non potevo sentire le parolacce. Chiaramente questa cosa scatenò la mia immaginazione, stavo con le orecchie incollate e pensavo: “Chi è questo padreterno che fa delle cose che io non posso sentire?” Da quel momento per me Fabrizio è diventato “la cosa da capire”. ” (Teresa De Sio)

“Beh, non starò certo a negare l’evidenza, ed è chiaro che questi due brani sono direttamente legati alla poetica deandreiana. Anche se però la chiave di lettura deve essere diversa, così come è diverso il concetto che le ha generate. Ad esempio nella “Città vecchia” si parla espressamente di Genova, mentre ne “I bassi quartieri” si parte dalle borgate di Pasolini per arrivare al Terzo Mondo e a tutte le realtà sociali emarginate come sinonimo di veridicità, di necessità e di autenticità. L’”Anonimo sovversivo” invece è una sorta di eminenza grigia della Rivoluzione, una grande anima libertaria che, da Gesù Cristo in avanti, si è incarnato in figure storiche sempre diverse, pur rimanendo sempre la stessa. Riguardo al discorso sulla Fondazione.....beh, ti dirò Giorgio che ho apprezzato moltissimo l’istituzione su Bielle del Comitato di tutela: qui stiamo rischiando realmente, tramite un lento ma inesorabile processo di istituzionalizzazione, di impoverire l’enorme patrimonio che De Andrè ci ha lasciato. Quella che dovrebbe essere una grande ricchezza da cui partire e attraverso la quale spiccare il volo, sta diventando,a mio avviso, un binario morto..... (Massimiliano Larocca)

“Ho amato De André fin da ragazzo e poter realizzare questo tributo è stato per me il raggiungimento di un sogno. Poi parlarne con lui, accettarne le critiche, bermi come rosolio le tantissime lodi che ci fece. emozioni indimenticabili. Approfitto per darti qualche conoscenza in più sul progetto in sé. In primo luogo è a dieci anni di Creuza de ma perché lo abbiamo pensato e prodotto nel '94. Uscì nel '95 per il solito tempismo delle case discografiche. In effetti nessuno ci credeva più di tanto. Anche per Adele era una specie di divertissement da regalare a Fabrizio, che era curiosissimo e non riuscivamo a tener lontano da quanto stavamo facendo. Adele e Dori gli hanno raccontato un sacco di palle all'epoca per non fargli capire nulla. Il nome "Canti Randagi" è farina del sacco De André". (Andrea Del Favero su Canti Randagi)

“E’ un lavoro eminentemente discografico. Non è un lavoro sul libro. Il lavoro sul libro lo aveva già fatto De André. A me interessava l’album, il concept, anche perché “Non al denaro “ è forse il miglior conceptc album italiano di sempre. Nel mio disco “manca” De André, nel senso che manca la sua voce, anche perché lui usa tonalità che io non ho. Io ho cercato di lavorare soprattutto sulle musiche di Piovani, che allora aveva 22 anni, ma ha inciso un lavoro che è un classico e che della musica classica porta tutte le caratteristiche di orchestrazione. Nessuno faceva dischi così curati e così strutturati allora. Ho cercato di mettermi in contatto con Piovani per procurarmi la partitura dell’album; volevo fare lo stesso lavoro che si fa su un’opera di Mozart. Uno prende “Il flauto magico” e gli dà una sua particolare lettura interpretativa. Finalmente ho raggiunto Piovani tramite Dori Ghezzi e la sorpresa è stata scoprire che la partitura non c’era". (Morgan su "Non al denaro, non all'amore, né al cielo")

"Nel ’76 ho fatto il mio primo disco solo e ho cominciato l’avventura con De André nell’81, ma già lavoravo su questo materiale da un po' di anni. Creuza de ma è stato un episodio molto importante di un tragitto che è cominciato prima e che in qualche modo sta ancora continuando. Io penso a Creuza de mà come una sorta di viaggio infinito. È come se adesso avessi rifatto un giro e fra un po' qualcun altro rifarà un altro giro di questo viaggio infinito attorno al mediterraneo anche per generi musicali, seguendo la contaminazione della dominazione turca, quindi andando dal sud della Spagna alla musica greca alla musica balcanica al Nord Africa alla musica algerina con un segno turco molto forte come un fil rouge che unisce tutto. La differenza con la Creuza originale è che Creuza è un disco fatto da due viaggiatori che non viaggiavano. Un po' due Salgari, dico sempre ridendo, perché abbiamo fatto un disco con questo sapore Mediterraneo ma è fatto da noi con musicisti italiani in una lingua italiana. È un po' come nei romanzi di Salgari dove gli stranieri vengono definiti, descritti, immaginati, ma non ci sono mai. (Mauro Pagani su "Creuza de ma 2004")

A mio avviso, tra tutti i cantautori, Fabrizio De André è quello che più di ogni altro è riuscito a infondere poeticità nelle sue canzoni. Noi lo conoscevamo da tempo - avevamo già lavorato con lui alcuni anni prima - e così, quando un giorno d'estate lo incontrammo a un concerto in Sardegna gli buttai lì l'idea di fare qualcosa insieme. La collaborazione tra un cantautore e un gruppo era comune in America e a noi sembrava che con Fabrizio si sarebbe potuto svolgere un buon lavoro, offrendo al pubblico italiano qualcosa di nuovo. De André aveva avuto un'esperienza simile solo con i New Trolls, che per certi versi era stata positiva e per altri no, perché erano rimasti due gruppi di lavoro abbastanza divisi. Non c'era stata una fusione vera e propria. (Franz Di Cioccio - PFM)



Quel minimo di biografia ….

Il 18 febbraio 1940 Fabrizio De André nasce a Genova. Sul giradischi di casa suo padre ha messo il "Valzer campestre" di Gino Marinuzzi, dal quale, oltre venticinque anni dopo, Fabrizio ricaverà la canzone "Valzer per un amore".

Scoppiata la guerra, la famiglia si rifugia nella campagna di Revignano d'Asti, mentre il padre di Fabrizio, ricercato dai fascisti, si dà alla macchia. Nel '45 i De André tornano a Genova. Fabrizio frequenta le elementari prima presso le suore Marcelline (che lui ribattezza le porcelline) poi alla "Cesare Battisti". Seguono gli studi ginnasiali, liceali ed infine universitari (interrompe quando gli mancano sei esami dalla laurea in giurisprudenza). Ma intanto è nata di prepotenza la vocazione per la musica: Fabrizio studia prima il violino, poi la chitarra, suona in gruppi jazz, si esibisce in pubblico cantando canzoni francesi, traduce Brassens e comincia a scrivere brani tutti suoi.

Nel 1958 esce il primo disco di De André: un 45 giri contenente due canzoni non sue, "Nuvole barocche" e "E fu la notte". Nel 1962 Fabrizio sposa Puny, una ragazza genovese che lo stesso anno gli dà un figlio, Cristiano, oggi a sua volta musicista e cantante.
Intanto escono altri dischi contenenti brani destinati a divenire dei classici: "La guerra di Piero", "La ballata dell'eroe", "Il testamento", "La ballata del Michè", "Via del Campo", "La canzone dell'amore perduto", "La città vecchia", "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers" (scritta con Paolo Villaggio) e "La canzone di Marinella", che nel '68 viene incisa da Mina e trasforma De André da autore per pochi intimi ad autore di successo
1968: esce per la Belldisc l'album "Volume I", seguito l'anno dopo da "Tutti morimmo a stento", e da "Volume II": i tre dischi raggiungono il vertice delle classifiche di vendita.
1970: esce "La buona novella" tratto dai Vangeli apocrifi.
1971: esce "Non al denaro non all'amore né al cielo", ispirato a "L'antologia di Spoon River" di Edgar Lee Masters.
1973: la contestazione del'68 fornisce lo spunto all'ellepì "Storia di un impiegato".
1974: in "Canzoni" Fabrizio raccoglie traduzioni da Brassens, Dylan e Cohen e brani suoi degli anni Sessanta.
1975: dalla collaborazione con Francesco De Gregori scaturisce l'album "Volume VIII". Segue il primo tour dell'artista, che comincia ad accarezzare il progetto di trasferirsi in Sardegna: acquisterà a tale scopo la tenuta dell'Agnata, presso Tempio Pausania, dedicandosi all'agricoltura e all'allevamento di animali.
1977: Dori Ghezzi, alla quale Fabrizio si è unito, gli dà una figlia, Luisa Vittoria, detta Luvi.
1978: esce l'album "Rimini".
1979: dal tour con la Pfm, De André ricava un doppio album dal vivo. In agosto, a L'Agnata, lui e Dori Ghezzi vengono sequestrati: saranno rilasciati quattro mesi dopo.
1981: l'esperienza del sequestro e la realtà della gente sarda ispirano parte dell'album senza titolo che i mass media battezzano "L'indiano".
1984: De André realizza con Mauro Pagani il pluripremiato ellepì "Creuza de mâ", che unisce la lingua genovese alle sonorità della tradizione mediterranea e che due referendum tra i critici indicheranno come il miglior album dell'anno e del decennio.
1989: Fabrizio sposa Dori Ghezzi.
1990: esce l'album "Le nuvole", con grande successo di vendite e di critica, e successivo tour trionfale.
1991: esce il doppio live "1991 - Concerti".
1992: nuovo tour, il primo tour teatrale di De André.
1996: esce l'album "Anime Salve".
1997: grande successo per il tour e pubblicazione dell'album raccolta "Mi innamoravo di tutto" contenente "La canzone di Marinella" cantata con Mina.
1998: Continua con successo il tour seguito all'album "Anime salve", prima nei teatri e poi in versione estiva, all'aperto. Il tuor viene interrotto per motivi di salute durante l'estate.

1999: l'11 gennaio, alle 2:30 di notte, Fabrizio ci lascia, stroncato da un male incurabile. Muore a Milano all'Istituto dei Tumori dove era ricoverato. I suoi funerali si svolgono nella basilica di Carignano di Genova il 13 gennaio dove una folla di più di diecimila persone si stringe intorno al dolore della famiglia. Riposa nel cimitero di Staglieno, nella cappella di famiglia, accanto al fratello Mauro e ai genitori.

Piccola biografia critica


Non ci provo neanche! Fabrizio De André ha lasciato una traccia troppo profonda per provare a commentare la sua opera in una "piccola biografia", per quanto critica. Il rischio poi è che sia e resti sempre a-critica! Siamo orfani di Fabrizio De André e continueremo a esserlo per sempre. Ma ci basta ancora sentire la sua voce, le sue poco più di 100 canzoni (sue? Mah, su quante sono realmente sue c'è ampio dibattito). Sta di fatto che De André, che forse non sarà un cantautore come sostiene Roberto Vecchioni, in quanto non si è quasi mai scritto le musiche dei suoi brani, ma forse sarà un genio come sostiene la Pivano, secondo cui è più bravo di Bob Dylan, ha accompagnato le più importanti svolte della canzone d'autore italiana, praticamente dalla sua nascita: dalla passione per Modugno degli esordi, ai grandi francesi, al suo "blues rinascimentale" come l'ha definito Franco Fabbri, fino all'incontro con Bob Dylan (mai di persona), filtrato da Francesco De Gregori. E poi le collaborazioni con Bubola, Pagani, Fossati, Piovani. Ci resta un canzoniere non sterminato ma di smisurata bellezza.Il canzoniere deandreiano si dipana attraverso solo attraverso 13 dischi di discografia ufficiale, sei dischi dal vivo, due cofanetti retrospettivi e 4 raccolte principali. Le canzoni firmate da Fabrizio De André, da solo o in società o comunque da lui cantate e suonate nei suoi dischi sono 129: due di esse sono strumentali ("Folaghe" e "Il tema di Rimini") e 2 recitati ("Recitativo" e "Sogno Numero due"). Il numero 129 tiene conto della divisione in tre brani dell'"Intermezzo" di "Tutti morimmo a stento". Le cover esplicite e dichiarate sono 11 (tre di Cohen, due di Bob Dylan, 4 di Brassens). Un canzoniere quindi non amplissimo, tanto da far sospirare a De André ancora in vita "Belin, cosa lascio ai miei figli? Un centinaio di canzoni?". Credo che non se ne lamentino loro. E tantomeno noi. Ci restano i testi, ci resta la sua voce e tutta l'emozione del caso. Che non è poca. E restiamo noi, orfani di De André.



Volume 1
Bluebell - 1967
Preghiera in Gennaio/ Marcia Nuziale / Spiritual / Si chiamava Gesù / Barbara / Via del Campo / Caro amore o La stagione del tuo amore / Bocca di rosa / La morte / Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers


Tutti morimmo a stento
Bluebell - 1968
Primo intermezzo / Leggenda di Natale / Secondo intermezzo / Ballata degli impiccati / Inverno / Girotondo / Terzo intermezzo / Recitativo e Corale

Volume 3
Bluebell - 1968

La canzone di Marinella / Il gorilla / La ballata dell'eroe / S'i fosse foco / Amore che vieni amore che vai / La guerra di Piero / Il testamento / Nell'acqua della chiara fontana / La ballata del Michè / Il re fa rullare i tamburi

La Buona Novella
Produttori Associati - 1970

Laudate Dominum / L'infanzia di Maria / Il ritorno di Giuseppe / Il sogno di Maria / Ave Maria / Maria nella bottega di un falegname / Via della Croce / Tre madri / Il testamento di Tito / Laudate hominem


Non al denaro, non all'amore, né al cielo
Produttori Associati - 1971

Dormono sulla collina / Un matto / Un giudice / Un blasfemo / Un malato di cuore / Un medico / Un chimico / Un ottico /Il suonatore Jones

Storia di un impiegato
Produttori associati - 1973

Introduzione / Canzone del Maggio / La bomba in testa / Al ballo mascherato / Sogno numero due / La canzone del padre / Il bombarolo / Verranno a chiederti del nostro amore / Nella mia ora di libertà

Canzoni
Produttori Associati - 1974

Via della povertà / Le passanti / Fila la lana / La ballata dell'amore cieco / Suzanne / Morire per delle idee / La canzone dell'amore perduto / La città vecchia / Giovanna d'Arco / Delitto di paese / Valzer per un amore

Volume 8
Produttori Associati - 1975

La cattiva strada / Oceano / Nancy / Le storie di ieri / Giugno '73 / Dolce Luna / Canzone per l'estate / Amico fragile

Rimini
Ricordi - 1978

Rimini / Volta la carta / Coda di lupo / Andrea / Tema di Rimini / Avventura a Durango / Sally / Zirichiltaggia (Baddu tundu) / Parlando del naufragio della London Valour ./ Folaghe.

Pfm In concerto
Ricordi 1979/1980/1989

Bocca di rosa / Andrea / Giugno '73 / Un giudice / La guerra di Piero / Il pescatore / Zirichiltaggia / La canzone di Marinella / Volta la carta / Amico fragile / Avventura a Durango / Presentazione / Sally / Verranno a chiederti del nostro amore / Rimini / Via del Campo / Maria nella bottega di un falegname / Il testamento di Tito

L'indiano
Ricordi - 1981

Quello che non ho / Canto del servo pastore / Fiume Sand Creek / Ave Maria / Hotel Supramonte / Franziska / Se ti tagliassero a pezzetti / Verdi pascoli

Creuza de ma
Ricordi - 1984

Creuza de mä / Jamin-a / Sidun / Sinan capudàn pascià / 'A pittima / A dumenega / Da a me riva

Le Nuvole
Ricordi/Fontit Cetra- 1990

Le nuvole / Ottocento / Don Raffaè / La domenica delle salme / Mégu Megún / La nova gelosia / 'Â çímma / Monti di Mola

Anime Salve
Ricordi/Bmg - 1996

Prinçesa / Khorakhanè (a forza di essere vento) / Anime salve / Dolcenera / Le acciughe fanno il pallone / Disamistade / A cùmba / Ho visto Nina volare / Smisurata preghiera