Una Brigata di memoria, di cultura, di utopie,
di speranze, d'informazione, dell'uomo.















Fabrizio Consoli

Per farsi una piccola idea
di Fabrizio Consoli, ascoltandolo:

Un tango
Sporca estate

Notturno fiorentino

Dev'esserci una strada anche per me..
Un petalo di giada anche per me..
Una preghiera che addormenti
Anche le pietre
U na straniera che sgomenti
Anche le pietre...

Dev'esserci una strada anche per me..
Un fiore di rugiada anche per me..
Un profumo che addormenti
Anche la notte
Una seta che inargenti
La mia notte..

Che aspetti dietro gli occhi..soltanto me
La gioia degli specchi.. solo per me

E nonostante tutto questo
Delirante buio pesto
Passa un tram col suo tran tran
E Tu lo chiami amore
Un vecchio tram col suo tran tran
E tu lo chiami Amore..mio

Dev'esserci un dolore anche per me
Un tango che scolori il mio parquet
Un urlo che mi svegli
Che mi assordi..
E già sbadigliano i ricordi
Sordi

Una musica, un baccano.. solo per me
Che arrivi da lontano.. solo per me..

E nonostante tutto questo
Ammiccante e disonesto
Ancheggiando passa un blues
E tu lo chiami amore
E'soltanto un vecchio blues
Ma tu lo chiami amore
Nei suoi occhi un vecchio blues
E Tu lo chiami amore...

Che ne dici se si va
A dare noia a quella là
Una straniera, anche se mente
E' sempre divertente
Mal che vada torni qua
Oppure chi vivrà, vedrà
Tanto.. donne.. chi lo sa..
Chi ci capisce niente..


Fabrizio Consoli:
l'ultimo premio Ciampi

di Giorgio Maimone

Fabrizio Consoli, voce nuova nel panorama cantautorale italiano almeno come protagonista in proprio di un solo album, l'intrigante 18 piccoli anacronismi, è l'ultimo vincitore del premio Ciampi per la cover, in ordine di tempo. Ha ricevuto il premio infatti lo scorso 3 dicembre. Il brano di Piero da lui scelto è stato "Sporca estate".

Come sei arrivato a Piero Ciampi?
Io Ciampi non lo conoscevo...

Mmm, questo è meglio che non lo scriva? (ridiamo)
No, no, scrivi pure. Ma non posso considerarla una colpa. Semmai è colpa di qualcun altro che non lo fa conoscere, che non lo fa girare.
E' vero: è la questione dell'oscuramento mediatico, che riguarda non solo Ciampi, ma tanta gente in gamba tuttora.Imbattermi in Ciampo è' stato un caso. Suonavo a Firenze e sono piaciuto a uno dei giurati del Ciampi che era tra il pubblico e che mi ha suggerito di iscrivermi al Premio. Io appunto di Ciampi non ne sapevo nulla, così sono andato a Livorno a trovare Franco Carratori, il presidente della giuria, perché prima di iscrivermi volevo conoscere la sua storia. L'idea iniziale era di partecipare con le cose mie, ma lui mi ha suggerito di provare fare una cover.

Come hai scelto Sporca estate? E cosa ti ha dato fare questa cover?
La scelta del pezzo è stata un'avventura rocambolesca. Sono andato in vacanza con la mia ragazza e l'ho costretta ad ascoltare Ciampi praticamente tutta l'estate... Piero Ciampi in tutte le salse. Devo dire che mi ha preso subito. Inizialmente volevo fare "Autunno a Milano" senza nemmeno ascoltare il resto. Poi, man mano che andavo avanti la scelta era sempre più difficile. Alla fine ho tirato fuori una rosa di quattro pezzi che ho cominciato a provare col gruppo perché volevo farla dal vivo. Di alcuni pezzi mi aveva colpito l'ambientazione, di altri l'arrangiamento, di altri essenzialmente il testo. "Sporca estate" era uno di quelli secondo me più intensi. Tra l'altro è l'unico pezzo che non ho provato col gruppo. Loro si erano infoiati tantissimo per "Io confesso" che è una canzone molto jazz. L'abbiamo provato, veniva anche molto bene. Il problema era che il ritornello è infame. Anche nel disco c'è una totale dispersione, sembra quasi che il batterista se ne vada per i fatti suoi mentre sta suonando: Piero da un'altra parte e gli altri dall'altra ancora... quindi era difficile per me sostenere quello che canta nel ritornello, anche se sono d'accordo con quello che canta nella strofa, che è bellissima. Insomma, è stata una scelta molto difficile... ci ho messo un mese e mezzo a scegliere il pezzo. Alla fine, siccome "Sporca estate" era quello che mi emozionava di più, mi sono messo contro tutti e l'ho fatto da solo a casa. Poi ho chiamato uno per uno i ragazzi a suonare il piano il contrabbasso eccetera. Fare un pezzo di Ciampi mi ha dato tantissimo. E poi sarà forse perché ho conosciuto prima la sua storia, la sua vita che non la sua musica ma mi ci sono appoggiato in maniera quasi religiosa.    (Segue)

Nasce a Seregno (Mi) e vive a Milano. Dopo gli studi di contrabbasso al conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano, a metà degli anni ottanta, collabora con diversi artisti di primo piano della scena musicale italiana. Nel frattempo comincia un’intensa attività di session man – chitarrista in studio – con artisti come Eugenio Finardi, Cristiano De Andrè, Grazia Di Michele, Massimo Bubola, Mauro Pagani, Gatto Panceri e intraprende una serie di tournèe. In oltre 18 anni si esibisce con Finardi, De Andrè, Alice, P.F.M., O Fado e altri, sia in Italia che all’estero. Partecipa tuttora al progetto "La notte delle chitarre" che vede coinvolti alcuni dei più rappresentativi chitarristi italiani.
All’inizio degli anni novanta comincia a scrivere il suo primo lavoro cantautorale, che vede luce nel 1993 ("Fabrizio Consoli", etichetta Psycho /BMG).
Nel 1994 partecipa alla selezione "San Remo Giovani", guadagnandosi il passaggio al Festival della Canzone Italiana del febbraio successivo: è sul palco del Teatro Ariston per San Remo 1995.
Dopo il Festival di San Remo 1995, intensifica la sua attività di autore e produttore, e scrive diverse canzoni di successo per artisti quali Dirotta Su Cuba ed Eugenio Finardi. Nel ’97, insieme all’amico Andrea Mariotti, crea FORGIVE US, un progetto che vede alla voce Giovanni Paolo II.
Nell'aprile 2004 pubblica "18 piccoli anacronismi" e nel dicembre dello stesso anno Vince il Premio Ciampi per la miglior interpretazione di un brano del cantautore livornese



Bielle ama Fabrizio Consoli. E ne è ricambiata. E' stima, simpatia umana e quant'altro. Ma di Fabrizio parliamo anche dal punto artistico, anzi, qui, soprattutto dal punto artistico. E' artista ancora in formazione, nonostante abbia appena passato le ... quaranta code ("Trentacode domani" è un titolo di 18 piccoli anacronismi, dedicato al suo trentesimo compleanno). Cosa farà da grande? Vorrebbe scrivere un disco di musica da ballo. Vorrebbe il ritorno delle grandi orchestre anni '50. E oscilla tra le atmosfere cupe di "18 anacronismi" ed altre molto più solari. A me è piaciuta quella voce da pioggia che picchiettava sui miei pensieri notturni, quel quadro messo in scena come fosse una Milano che assoligliava alla scenografia di Blade Runner, quei grigi e quei neri da ricordare i quadri di Hopper (tra l'altro Fabrizio ama e segue l'arte figurativa), ma mi piacciono altrettanto gli slarghi orchestrali che ha costruito e messo a punto per Fred Buscaglione Jr (figlio di tanto padre) e che non hanno mai visto il bene di un disco, mi piace la sua versione di "Novecento" di Barricco, ancora inedita ma che esegue dal vivo. E mi piace, infine, quella sua propensione da crooner che lo porta, inevitabilmente (ma il paragone lo impressiona) sulle orme che seguiva il primo Frank Sinatra, quello dei Golden years della Capitol. Il Frank anni '40 insomma, quello che non aveva ancora dimenticato la lezione del jazz e che aveva già imparato il nuovo ruolo di cantante col microfono. Su Fabrizio Consoli si può scommettere? E' troppo presto per dirlo, ma non a sufficienza per consigliare di non dargli solo un ascolto distratto: potrebbe sorprendere. Le carte le ha tutte.
Giorgio Maimone




18 piccoli anacronismi
Stranisuoni - 2004

Un delitto / Dulcamara /Viaggiare per Viaggiare / Di quale amore / Basseggiando / Que vida es / Waterloo / Un Tango (Casa mia) / Un Affare / Il Coraggio / Gocce / Notturno Fiorentino/ Un Minuto / Eldorado / Cenere / Sciupafemmine / Un Infinito / Trentacode


Fabrizio Consoli
Psycho/Bmg - 1993

Maschio latino / Scappa paperino / Solo - Viva gli artisti / La stanza / L'amuleto / Akkuerello / Libreria / Martina / Il mare / Un infinito / L'unica luce

Fabrizio Consoli:
un cantautore in barrique

Fabrizio Consoli ha una bella voce bassa e calda da whisky invecchiato, ma che non ricorda altri in particolare e un modo educato del porgere che lo allontana dal genere “maledetto all’ultima spiaggia”. Il tema di fondo del suo disco è un viaggio accennato sulle rotte di una o più notti cittadine, ma potrebbe anche essere la storia di una notte sola, con i suoi momenti di down, quelli di festa, piccoli successi, grossi tonfi, fino alla confessione finale ubriaca in un mattino di pioggia che fa evaporare le stille di coraggio e paura conficcate nella notte.

Bielle è un sito internet che si occupa di canzone d’autore, quindi il fatto che si faccia questa intervista presuppone che tu faccia parte dell’ambito “nobile” della nostra canzone. Te ne senti parte?
Che meraviglia!   


E’ un ambito in cui ti riconosci?
Beh direi di sì, mi piacerebbe riconoscermi sicuramente. Poi sai, sono cose in cui ti ci mettono. Sono situazioni e eitchette che ti danno. Però la canzone d’autore è la canzone d’autore! Diciamo che la scuola è quella, ecco. L’aggiustiamo così.

Ho visto che ci hai messo molto tempo a fare il disco, tre anni addirittura
Forse anche di più. Praticamente non è il lavoro classico in cui dici “oh ragazzi ho dieci canzoni. Cosa facciamo? Andiamo in studio a registrarle?” Per cui entri in studio registri e fai il disco. Non è stato così. Qui si è trattato più di uno sfogo, di una voglia di ricominciare da qualche parte perché in qualche modo non mi tornava più tanto quello che facevo. Quindi è stato registrato nel tempo libero degli studi, scartando tante cose, mettendo da parte molte canzoni. All’inizio erano più di 20 i pezzi che volevo fare, poi non c’era il tempo, poi troppa carne al fuoco. Magari per starci ci stavano anche …
Oh, tra l’altro stanotte ho sognato che registravo il secondo disco. Io ci sto già lavorando …  

Beh, se poi i tempi sono questi conviene partire presto...

No, diciamo che il prossimo, se tutto va bene dovrei farlo uscire per il settembre del 2005.

Il tuo disco precedente è del ’93. L’unico precedente.

Si. Tra l’altro ha ben poco a che vedere con questo, o comunque con quanto voglio fare da qui in avanti.
Inizio ad avere un’età …

“18 piccoli anacronismi” ti rappresenta di più. O è un passaggio anche questo?

Sicuramente è l’inizio di una nuova strada che è quello che sono adesso e quello che voglio fare. Mentre prima ero più giovane, ero come dire… alla ricerca anche di un successo di musica leggera, un successo nazionalpopolare, cosa che non è arrivata per tanti motivi, primo tra i quali forse il fatto che non c’ero tagliato. Onestamente, perché sai, ho fatto anche Sanremo e devo dire proprio che mi rendevo conto… vedevo Di Cataldo, i Neri per Caso, Grignani e mi rendevo conto che io sono diverso.

… che loro sono fatti per quell’ambiente …
Io sono diverso. Io mi vergogno quasi di essere su un palco a cantare, mentre non mi vergogno di suonare, cosa che ho sempre fatto. Su un palco sono molto più timido, introverso. Questo lavoro, almeno le volte che sono andato in giro a suonarlo, a proporlo, mi ci trovo meglio.

Comunque è oltre un’ora di musica, quindi c’è moltissimo materiale dentro. E’ vero che hai dovuto stiparci molti anni e molte esperienze...
Quelle sono cose belle. Tra l’altro la maggior parte delle cose sono cose che ho scritto non perché diventassero delle canzoni. Io scrivo sempre. Sono cose che ho avuto proprio il bisogno di scrivere. Poi alcune, come hai sentito, non sono delle canzoni canoniche. In alcune mi sono messo, ci ho cantato sopra e in qualche modo un risultato è saltato fuori.

 (Segue)