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Bielle Eventi 2015

Francesco De Gregori, anche lui Dylaniato

"De Gregori canta Bob Dylan - Amore e furto" vola direttamente tra gli imperdibii, e così sia

di Giorgio Maimone

29/10 -
"De Gregori ha rincorso Bob Dylan per tutta la vita e forse l'ha finalmente raggiunto. Dopo averlo copiato ("Buonanotte fiorellino" è dichiaratamente ispirata a "Winterlude") , dopo averlo tradotto episodicamente ("If You see her say hello" che è diventata "Non dirle che non è così"; "Desolation row" che diventa "Via della povertà", grazie anche a Fabrizio De André; "Series of dream" che diventa "Il futuro" per Locasciulli), finalmente arriva al "furto" vero e propri, dichiarato, ma con "amore". Il titolo riecheggia, è ovvio, "Love & theft" del maestro di Duluth, ma è particolarmente apprezzato. "Ogni traduttore è un traditore", si diceva un tempo e sarà senz'altro vero, ma quando la traduzione (e il tradimento) è fatto con amore, forse lo si può perdonare. Allora "Amore e furto" consta di 11 furti, uno già noto ("Un angioletto come te"' ossia "Sweetheart lime you", che ha fatto da apripista all'album e in cui De Gregori surclassa Dylan, peraltro un Dylan minore), tre sono i brani già tradotti, ma rimessi a nuovo e gli altri sette delle belle novità. "Gotta serve somebody" da Masked and Anonymous del 1979 è ora "Servire qualcuno", "I shall be realesed" da Greatest hits II del 1971 viene proposta col titolo di "Come il giorno"; "Political world" da Oh Mercy (1989), diventa "Mondo politico"; "Not dark yet" da Time out of mind (1987) viene proposta come "Non è buio ancora"; "Subterranean homesick blues" da Bringing it all back home (1965, la più antica con Desolation row) è diventata "Acido seminterrato", "Series of dream" (1991) è "Una serie di sogni". "Tweedle dee & tweedle dum" da Love & theft (2001) ha solo invertito il dee e il dum per questioni di rima (trovarla una rima con dum! In italiano mi viene in mente solo Tram). Per finire "Dignity" da Greatest hits III (1994) fa poca strada e diventa "Dignità".




Ora voi ditemi (e mettetevi nei panni del povero cronista), c'è una leggenda di là e un maestro di qua dell'Atlantico, ci sono canzoni meravigliose, ci sono ottimi musicisti, cosa volete che vi dica del disco? Che vola direttamente tra gli imperdibili e così sia. Quella che segue non può essere che l'unica cosa che mi viene concessa, una pura cronaca emozionale e parla della pace e della rilassatezza che sgorgano dai solchi, di questa sensazione di essere fuori dal tempo, ritornando a quando le belle canzoni non solo si potevano fare, ma erano la pratica quotidiana e i capolavori erano lì da cogliere ad ogni angolo di strada. Dylan ha la sua fetta di merito, De Gregori e i suoi partner (i soliti: Arianti, Bardi, Guglielminetti, Giovenchi, Alessandro Valle e molti altri) pure: le canzoni sono il terreno d'incontro comune e sono vincenti. Temevo "Mondo politico", tradotto in italiano, per la miseria politica che viviamo, ma anche qui De Gregori riesce a volare alto, rispettando peraltro il dettato di Dylan, in realtà tradotto molto, ma tradito poco. Un precedente mi viene in mente ed è di spessore anche quello: il "Dylaniato" di Tito Schipa Jr. L"approccio è affine: rispettoso, ma non sdraiato. Che vi devo dire? Vivo di Bob Dylan da 53 anni e di De Gregori da 43 (solo dieci anni di distanza precisi tra il debutto dell'uno e dell'altro): io queste canzoni me le bevo e, se potessi,me ne farei anche una trasfusione. "Desolation row" è molto diversa dalla versione di De André, anche come testo, ma è forse più bella, anche se a favore della prima gioca il fattore di imprinting. Ci sono poi delle piccole strizzatine d'occhio del Principe, che fanno sorridere: "Vorranno tutti sapere se è stato difficile / camminare sui pezzi di vetro e ritrovarsi qua" ("Un angioletto come te"), oppure "Puoi chiamarmi Ciccio, puoi chiamarmi Generale" ("Servire qualcuno"). C'è poi da mettere in risalto l'invito che ci ha fatto prima dell'ascolto: "ascoltatelo distrattamente. È il modo migliore".

"Amore e furto"

La tracklist
“Un angioletto come te” (“Sweetheart like you”),
“Servire qualcuno” (“Gotta serve somebody”),
“Non dirle che non è così” (“If you see her, say hello”),
“Via della Povertà” (“Desolation row”),
“Come il giorno” (“I shall be released”),
“Mondo politico” (“Political world”),
“Non è buio ancora” (“Not dark yet”),
“Acido seminterrato” (“Subterranean homesick blues”),
“Una serie
di sogni” (“Series of dreams”), “Tweedle Dum & Tweedle Dee” (“Tweedle Dee & Tweedle Dum”),
“Dignità” (“Dignity”).

I musici
Alessandro Arianti (hammond, pianoforte, armonium), Lucio Bardi (chitarra), Paolo Giovenchi (chitarra), Guido Guglielminetti (basso), Stefano Parenti (batteria), Alessandro Valle (mandolino, pedal steel guitar, banjo), Elena Cirillo (violino), Gabriele Gagliardini (percussioni), Stefano Ribeca (flauto traverso). Cori: Sara Jane Ceccarelli, Elisa Mini, Chiara Quaglia, Valentina Rossi, Chiara Vecchio

Prodotto da Guido Guglielminetti Registrato da Davide Ab
bruzzese, Groove Farm Recording Missato da Lorenzo Tommasini, Macinarino Recording
Master di Fabrizio De Carolis, Reference Studio
Artwork e foto di copertina: Flora Sala_Studio Anastasia
Ufficio Stampa: Riccardo Vitanza - Parole & Dintorni
Un ringraziamento speciale a Jessica Russell e Stefano Pistolini.
“Via della povertà” è la rielaborazione di una traduzione firmata da Francesco De Gregori e Fabrizio De Andrè e incisa da Fabrizio nel 1974 nell’LP “Canzoni”.
Edizioni Special Rider Music, adm. by Sony/ATV Music Publ.; per IF YOU SEE HER, SAY HELLO (NON DIRLE CHE NON È COSÌ) Ram’s Horn Music, adm. by Sony/ATV Music Publ.; per I SHALL BE RELEASED (COME IL GIORNO) Dwarf Music, adm. by Sony/ATV Music Publ. | 88875126891

29 novembre 2015
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