Ascolti collegati
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Tracklist
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01 |
So
ben mi c'ha bon tempo |
02 |
Cuantriculè |
03 |
Aghe,
aghe benedete |
04 |
Charax
Marathon |
05 |
Orara'
la me gjalino |
06 |
Mieli-frantumazione |
Cercavate
un disco in dialetto da premiare con una targa Tenco? Eccolo qua.
E' il migliore uscito quest'anno. Non l'aveta ascoltato? Peggio
per voi. Non sapete chi siano gli Strepitz e vi ricordate vagamente
di Paolo Tofani? Paolo Tofani ha contribuito a fare la storia della
musica rock e alternativa in Italia, visto che era la chitarra elettrica
degli Area, quello, per intenderci a cui era affidata la mitica
introduzione di "Luglio, agosto, settembre nero". Prima
aveva conosciuto il pop come chitarrista dei Califfi, quelli di
"Così ti amo", versione italiana di "To love
somebody" dei Bee Gees. Successivamente, nel 1977, anticipando
Leonard Cohen, si fa monaco. Torna sulle scene solo nel 2007. Giovanni
Floreani invece è un folletto di totale estrazione friulana,
autodidatta, a in grado di suonare una tonnellata di strumenti.
Per completare gli Strepitz ci sono Ermes Ghirardini, , Lorenzo
Marcolini e Paolo Viezzi. E che musica ti fanno gli Strepitz? Qualcosa
di difficile da definire, comunque musica aerea, con ampi spazi
dentro, con un bel respiro, una dimensione naturale ma elettronica.
A questi suoni di ambiente aggiungono liriche in friulano. "I
suoni - dicono - come le idee, hanno sempre un'origine, ma sono
in continua evoluzione". E' una musica senza tempo, che, da
un lato ti catapulta all'indietro negli anni '70, ai tempi del progressive,
dell'art-rock, experimental, fusion e dall'altro tiene ben precise
radici etniche. Il risultato, per riallacciarsi al loro nome, è
strepitoso.
Non è un disco semplice, né di facile ascolto, se
non ci si mette in sintonia coi suoni. Né le canzoni sono
di durata normale e, forse, neanche propriamente canzoni. Lo dimostrano
anche la durata inconsueta dei brani (12'21", 10'45",
8'22", 8'24", 14'34". Solo il primo brano dura un
tempo "normale": 3'18"). Si parte con una delicatissima
melodia folk, da Straulino o da Pentangle: "So
ben mi c'ha bon tempo". Ma attenzione anche qui.
Sembrano ricami chitarristici quelli che accompagnano il brano,
ma sono invece cister e santoor. Non sapete cosa siano? Nemeno io.
Ho cercato: il cister o cittern è una specie di liuto dal
timbro cristallino: un progenitore della chitarra che ebbe un periodo
di fama nel Rinascimento. Era il fratello "popolare" del
liuto. Il santoor (suonato da Paolo Tofani) è una sorta di
dulcimer persiano, una cetra di antichissime origini con 72 corde.
L'effetto è quello di musica che scende dal cielo, sfiora
la natura, si trasforma in pioggia, in aria e ritorna in cielo.
Una piccola esperienza mistica.
Da lì in poi è un diluvio di suoni che si susseguono
senza interruzione, senza prolissità, con ritmi sempre molto
rarefatti e l'utilizzo di elettronica e strumenti naturali in equa
sovrapposizione. "Cuantriculé"
è un altro brano memorabile, tratto da una filastrocca friulana
per bambini, ma che serve per "ribadire quanto sia deleterio
essere passivi di fronte a chi ci guida, delegando (spesso per comodità)
completamente a loro la gestione delle cose e della nostra vita".
Duduk, cister, batteria, basso elettrico, santoor e chitarra elettrica
convivono con effetti elettronici di varia portata. Ai suoni e alla
musica si mischiano poi spezzoni di discorsi di Berlusconi, Mussolini,
Beppe Grillo, Sarzoky, Obama, Papa Benedetto XVI e Mahatma Ghandi,
oltre a suoni di ambienti di varie parti del mondo (Londra, Libia,
Pestum, Vienna, Parigi, Friuli). Chiude il tutto la filastrocca
recitata dai bambini delle scuole primarie di Medea (Gorizia). Un
applauso, prego,
Ci siamo dilungati sui primi due brani, glissiamo veloci sugli altri,
convinti che, in questo caso più che mai, parlando di musica,
stiamo "danzando di architettura" come diceva Frank Zappa
(un nome che non a caso appare qui). E' da ascoltare questa piccola
perla! Cosa vi costa? Qualche euro. C'è il vantaggio che
non la potete scaricare da emule e la sfida di doverla cercare,
ma volete mettere la soddisfazione? Strepitz in fiuliano significa
strepitio, confusione, mescolanza di rumori: è quindi persino
ovvia la scelta del nome. Il gruppo esiste dal 1999 e si è
sempre occupato di suoni natuali, anche con l'aiuto del filosofo
Alberto Madricardo, "Con il termine Natura - spiegano sul bel
libretto, che vale un bonus da solo - non si indica solo la primordialità
e quindi, in qualche misura, la tradizione dei suoni. Già
di per sé l'uomo è strumento sonoro, ma è interessante
indagare sulle sue intenzionalità e quindi su quei momenti,
attimi, sensazioni che precedono atti fisici i quali determinano
le espressioni sonore". Ve l'avevo detto io che non era un
disco qualunque di un gruppo qualunque. Ma se volete ulteriori prove
seguite la
bella chiacchierata che abbiamo fatto con Giovanni Floriani
in un mattino di sole di un gelido inverno.
Crediti:
Giovanni
Floreani > cister, cornamusa, computer; Paolo Tofani > chitarre,
computer; Ermes Ghirardini > batteria, percussioni; Lorenzo Marcolina
> Ewi, redpipe, sax; Paolo Viezzi > basso elettrico. Registrazioni
e missaggi effettuati presso Artesuono di Stefano Ameriio - Cavallico
(Udine) tra settembre e novembre 2011. Ad eccezione di Frantumazione,
registrato nel maggio 2009, Disegno in copertina di Jacopo Floreani.
Fotografie di Irina Ryabokon Tofani, Luca D'Agostino, Alessio Buldrin,
Eligio Zannier, Adattamento testi in friulano koiné Magma
Minotti. POroduzione Associazione culturale Furclap - Udine. Studio
grafico Colori
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