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Le BiELLE RECENSIONI
Strepitz & Paolo Tofani: "Sounds of ..."
Musica di confine che vola alta sopra i confini
di Giorgio Maimone


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Tracklist

01 So ben mi c'ha bon tempo
02 Cuantriculè
03 Aghe, aghe benedete
04 Charax Marathon
05

Orara' la me gjalino

06 Mieli-frantumazione
Cercavate un disco in dialetto da premiare con una targa Tenco? Eccolo qua. E' il migliore uscito quest'anno. Non l'aveta ascoltato? Peggio per voi. Non sapete chi siano gli Strepitz e vi ricordate vagamente di Paolo Tofani? Paolo Tofani ha contribuito a fare la storia della musica rock e alternativa in Italia, visto che era la chitarra elettrica degli Area, quello, per intenderci a cui era affidata la mitica introduzione di "Luglio, agosto, settembre nero". Prima aveva conosciuto il pop come chitarrista dei Califfi, quelli di "Così ti amo", versione italiana di "To love somebody" dei Bee Gees. Successivamente, nel 1977, anticipando Leonard Cohen, si fa monaco. Torna sulle scene solo nel 2007. Giovanni Floreani invece è un folletto di totale estrazione friulana, autodidatta, a in grado di suonare una tonnellata di strumenti. Per completare gli Strepitz ci sono Ermes Ghirardini, , Lorenzo Marcolini e Paolo Viezzi. E che musica ti fanno gli Strepitz? Qualcosa di difficile da definire, comunque musica aerea, con ampi spazi dentro, con un bel respiro, una dimensione naturale ma elettronica. A questi suoni di ambiente aggiungono liriche in friulano. "I suoni - dicono - come le idee, hanno sempre un'origine, ma sono in continua evoluzione". E' una musica senza tempo, che, da un lato ti catapulta all'indietro negli anni '70, ai tempi del progressive, dell'art-rock, experimental, fusion e dall'altro tiene ben precise radici etniche. Il risultato, per riallacciarsi al loro nome, è strepitoso.

Non è un disco semplice, né di facile ascolto, se non ci si mette in sintonia coi suoni. Né le canzoni sono di durata normale e, forse, neanche propriamente canzoni. Lo dimostrano anche la durata inconsueta dei brani (12'21", 10'45", 8'22", 8'24", 14'34". Solo il primo brano dura un tempo "normale": 3'18"). Si parte con una delicatissima melodia folk, da Straulino o da Pentangle: "So ben mi c'ha bon tempo". Ma attenzione anche qui. Sembrano ricami chitarristici quelli che accompagnano il brano, ma sono invece cister e santoor. Non sapete cosa siano? Nemeno io. Ho cercato: il cister o cittern è una specie di liuto dal timbro cristallino: un progenitore della chitarra che ebbe un periodo di fama nel Rinascimento. Era il fratello "popolare" del liuto. Il santoor (suonato da Paolo Tofani) è una sorta di dulcimer persiano, una cetra di antichissime origini con 72 corde. L'effetto è quello di musica che scende dal cielo, sfiora la natura, si trasforma in pioggia, in aria e ritorna in cielo. Una piccola esperienza mistica.

Da lì in poi è un diluvio di suoni che si susseguono senza interruzione, senza prolissità, con ritmi sempre molto rarefatti e l'utilizzo di elettronica e strumenti naturali in equa sovrapposizione. "Cuantriculé" è un altro brano memorabile, tratto da una filastrocca friulana per bambini, ma che serve per "ribadire quanto sia deleterio essere passivi di fronte a chi ci guida, delegando (spesso per comodità) completamente a loro la gestione delle cose e della nostra vita". Duduk, cister, batteria, basso elettrico, santoor e chitarra elettrica convivono con effetti elettronici di varia portata. Ai suoni e alla musica si mischiano poi spezzoni di discorsi di Berlusconi, Mussolini, Beppe Grillo, Sarzoky, Obama, Papa Benedetto XVI e Mahatma Ghandi, oltre a suoni di ambienti di varie parti del mondo (Londra, Libia, Pestum, Vienna, Parigi, Friuli). Chiude il tutto la filastrocca recitata dai bambini delle scuole primarie di Medea (Gorizia). Un applauso, prego,

Ci siamo dilungati sui primi due brani, glissiamo veloci sugli altri, convinti che, in questo caso più che mai, parlando di musica, stiamo "danzando di architettura" come diceva Frank Zappa (un nome che non a caso appare qui). E' da ascoltare questa piccola perla! Cosa vi costa? Qualche euro. C'è il vantaggio che non la potete scaricare da emule e la sfida di doverla cercare, ma volete mettere la soddisfazione? Strepitz in fiuliano significa strepitio, confusione, mescolanza di rumori: è quindi persino ovvia la scelta del nome. Il gruppo esiste dal 1999 e si è sempre occupato di suoni natuali, anche con l'aiuto del filosofo Alberto Madricardo, "Con il termine Natura - spiegano sul bel libretto, che vale un bonus da solo - non si indica solo la primordialità e quindi, in qualche misura, la tradizione dei suoni. Già di per sé l'uomo è strumento sonoro, ma è interessante indagare sulle sue intenzionalità e quindi su quei momenti, attimi, sensazioni che precedono atti fisici i quali determinano le espressioni sonore". Ve l'avevo detto io che non era un disco qualunque di un gruppo qualunque. Ma se volete ulteriori prove seguite la bella chiacchierata che abbiamo fatto con Giovanni Floriani in un mattino di sole di un gelido inverno.

Crediti: Giovanni Floreani > cister, cornamusa, computer; Paolo Tofani > chitarre, computer; Ermes Ghirardini > batteria, percussioni; Lorenzo Marcolina > Ewi, redpipe, sax; Paolo Viezzi > basso elettrico. Registrazioni e missaggi effettuati presso Artesuono di Stefano Ameriio - Cavallico (Udine) tra settembre e novembre 2011. Ad eccezione di Frantumazione, registrato nel maggio 2009, Disegno in copertina di Jacopo Floreani. Fotografie di Irina Ryabokon Tofani, Luca D'Agostino, Alessio Buldrin, Eligio Zannier, Adattamento testi in friulano koiné Magma Minotti. POroduzione Associazione culturale Furclap - Udine. Studio grafico Colori
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Strepitz & Paolo Tofani
"Sounds of ..."
Furclap - 2012
Solo in qualche negozio di musica

Su Bielle
Ascolti: "So ben mi c'ha bontempo"
Intervista con Giovanni Floreani

Sul web:
Il sito su Musicartisti

Ultimo aggiornamento: 14-09-2012
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