Liriche:
Alberto Visconti (tranne "Queste ferite sono verdi"
di Dario Voltolini). "Il novello anarchista" è
liberamente tratto dal canto anarchico "Il Galeone";
musiche: Remy Boniface, Alberto Visconti, Vincent Boniface
eccetto "Rogodon", tradizionale e "Tempo spietato"
di Remy Boniface.
Questo disco è dedicato alla vita e alle opere di Arthur
Rimbaud, e a loro offerto
Arrangiamenti
L'Orage
Registrato agli studi Blumusica di Torino
da Pippo Monaro
L'Orage
"Come una festa" Grand-Mère - 2010 In alcuni negozi di dischi ad Aosta e Torino e in download su www.lorage.it
Tracklist
01
Povero
diavolo
02
La
fête du village
03
Come
una festa
04
Rigodon
05
Il
novello Anarchista
06
La
teoria del veggente
07
Mi
manda in aria
08
Queste
ferite sono verdi
09
Tempo
spietato
10
Satura
11
Mi
uccido
12
Yonkele
(live)
Non
parliamo di un disco solo. Questa volta parliamo di due. Al prezzo
di uno. Non temete. La recensione la pagate lo stesso: zero. I
due album di cui parliamo sono “La bella estate” e
“Come una festa” degli Orage e ne parliamo assieme
perché, ammettiamolo, fino a Musicultura di quest’anno
non ne conoscevamo l’esistenza. Né dei due album,
né de L’Orage. Beh, è un gruppo nuovo che
nasce nel 2009 dall’unione di un paio di progetti precedenti:
inizialmente c’erano il cantautore Alberto Visconti e il
polistrumentista Remy Boniface, attivo da anni in Val d’Aosta
nel campo della musica tradizionale. Poi la formazione si è
completata, fino a un composito ensemble di sette elementi (oltre
ai due già citati Vincent Boniface, fratello di Remy, Stefano
Trieste al basso, Florian Bua alla batteria, Memo Crestati alla
chitarra e agli strumenti a corda e Rick Murray alle percussioni)
ed è arrivato anche il primo disco “Come una festa”,
dodici canzoni dedicate all’opera di Arthur Rimbaud, “l’uomo
con le ciabattine di vento” come l’ha definito Visconti,
a sottolineare l’attenzione per i testi del gruppo e il
loro essere musicisti di frontiera.
L’Orage infatti viene dalla Val d’Aosta, terra non
più avara di talenti, dopo lo sbocciare di Naif Herin.
“Come una festa” esce nel 2010 ed
è una fantastica miscela di folk rock cantautorale con
un pezzo guida come “Queste ferite sono verdi”,
il cui testo è stato scritto per loro dallo scrittore Dario
Voltolini e altri brani forti come l’iniziale “Povero
diavolo” o “Mi mandi in
aria”. In questi due anni L’Orage suona
dappertutto e sempre con ottimi esiti, facendosi notare dal miscela
Rock Festival di Torino a Tavagnasco rock. Partecipano a Demo
su Radio 1 Rai, vincono il concorso Radar e sono tra i finalisti
di Musicultura di quest’anno, manifestazione da cui escono
con tre premi: . Insomma è difficile che, ovunque vada
L’Orage passi inosservata. Da una fama locale pian piano
la conoscenza si fa nazionale ed è già ora del secondo
album che si intitola “La bella estate”,
che continua il filone fin qui inaugurato, con l’aggiunta
di qualche spezia rock e di un paio di cover di qualità:
una è “Bang Bang”,
la celebre canzone di Sonny & Cher e l’altra “Sous
le soleil, Exactement” che è una cover
di Serge Gainsbourg o meglio un tributo-omaggio.
Ecco il testo, tutto, di "Queste ferite sono verdi",
tratto da "Come una festa" e con il testo
scritto per loro dallo scrittore Dario Voltolini che rielabora la
poesia "Vocali" del poeta francese.
E' un brano che non può non colpire, con una lunga intro
di organetto diatonico a cui poi si unisce la ghironda e solo dalla
seconda strofa in poi il pieno degli altri strumenti: bello l'impasto
musicale, ma bella anche la resa vocale e corale.
"Queste
ferite sono verdi / queste ferite sono azzurre / queste ferite
sono occhi / non li guardare che ti perdi // Sono due occhi di
bastardo / sono due lampi per sedurre / sono due candidi rintocchi
/ non li guardare tu codardo //
Nera
è la A, bianca è la E
rossa la I verde la U
O è blù, oblò cazzo ne so
oblò oblù io non sei tu
Questa
infinita tenerezza / questo volermi ricreare / questo castrarmi
e vomitare / nella più sordida purezza // Sono soltanto
alcune parti / della mia voglia di godere / della mia voglia di
morire / della mia voglia di sbranarti //
Rossa
è la I, verde la U
nera è la A, bianca la E.
O è blù oblò cazzo ne so
oblò oblù tu non è me
Guarda
che non vedrai domani / guarda le squallide suburre / guarda i
cuscini di pidocchi / ma non guardare le mie mani // Nelle mie
mani c'è un fucile / nelle mie mani c'è un veleno
/ nelle mie mani c'è un rasoio / che brilla cieco mentre
muoio //
Bianca
è la E, nera la A,
verde è la U, rossa la I,
O è blù oblò cazzo ne so
oblò oblù lei non sei qui
Non
mi guardare che ti perdi / non mi parlare che non sento / non
mi toccare che mi sporchi / non profanare gli occhi verdi // Io
ero il fiume che lambisce / io ero il cancro che guarisce / ero
la carne che marcisce / io ero il lupo che guaisce //
Verde
è la U, rossa la I,
bianca è la E, nera la A
O è blù oblò cazzo ne so
oblò oblù io è di là".
Che
musica fanno L’Orage? Armati di organetto e ghironda, ma
anche di chitarre elettriche, basso e batteria, sono un combo
che si basa sul polistrumentismo dei fratelli Boniface, che insieme
suonano la bellezza di 8 strumenti e sulla vena autorale di Alberto
Visconti. Possiamo citare quel lungo filone che si dipana da Loy
e Altomare fino alla Piccola Bottega Baltazar, con delle reminiscenze
vicinali dei Lou Dalfin, nell’ambito della musica tradizionale
delle Alpi Occidentali.
Ma L’Orage fa soprattutto musica propria che non rientra
nei canoni esatti del folk rock. E’ canzone d’autore
ibridata di folk, una miscela fascinosa che ha il merito di lasciare
ampio spazio alla musica, intesa anche come elemento aggregante.
E non a caso la festa rientra nel titolo del primo album. C’è
la festa, ma non fine a sé stessa. Festa di musica con
testi pensati e pensanti. E mai pesanti. Una miscela di difficile
realizzazione, ma che con l’Orage trova una sua forma ben
precisa che convince anche col passare degli ascolti.
L’Orage è un temporale in francese, ma richiama anche
l’età dell’oro, come suggeriscono sul sito
della band in costruzione. Massì usiamolo questo termine,
per quanto logorato: è musica non omologata. Canzoni che
cercano di risvegliare, interessare, colpire, senza utilizzare
colpi bassi, né stranezze, né scorciatoie.
"Come una festa" è addiritittura
più rigoroso dell'album successivo. E apparentemente più
maturo, anche se ha il difetto di venire come album d'esordio.
Molto interessante la rielaborazione de "Il galeone",
antico canto anarchico che diventa "Il novello
Anarchista", un modo in più per ricordare
che il brano è stato rielaborato anche, qualche anno fa
(dieci per l'esattezza) dai Les Anarchistes di Marco Rovelli e
Nicola Toscano in "Figli di origine oscura".
Non
riesce facilissimo, soprattutto in assenza dei testi e dei libretti
(abbiamo solo gli mp3, gentilmente offerti da Alberto Visconti)
orizzontarsi nei testi, in particolare quelli in francese, e seguire
le complesse vicende biografiche di Arthur RImbaud, ma ci fidiamo
sulla parola. I dodici brani costituiscono una specie di concept
album che racconta la vita del poeta francese dall'infanzia (“La
fête du village”) o allo scontro con
i poeti parnassiani, reso bene nel video, riportato qua sotto
di "Come una festa": "Era
come una festa / mi girava la testa e la lingua parlava da sola
/ e sembrava di fuoco / nella stanza i poeti perplessi restavano
lì / con gli sguardi aggrottati e il sottile sospetto di
essere stati beffati / Son rimasti di stucco coi bicchieri a mezzaria
/ si sono proprio arrabbiati / però li avevo incantati
/ per un attumo almeno li avevo incantati". E la deliziosa
"erre moscia" di Alberto Visconti, qui molto più
evidente che ne "La bella estate", aggiunge un tocco
di parigino al tutto.
Un album tenero e prezioso, per nulla ingenuo. Semmai giustamente
presuntuoso. Quella capacità di presumere di essere capaci
di fare poesia e di fare musica che possa essere ascoltata e piacere.
Ma state attenti: con L'Orage un po' è come una festa,
ma un'altra parte è impegno e attenzione. Disco d'esordio
dell'anno. Peccato averci messo due prima di conoscerli.