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Le BiELLE RECENSIONI
L'Orage: "La bella estate" (e "Come una festa")
Da Rimbaud a Bob Dylan, dal folk al rock e ritorno
di Giorgio Maimone
Ascolti collegati

L'Orage
Come una festa

Naif
Le civette sul comò

Davide Mancini
Madame Gerbelle

Fabularasa
Di amore e di marea

Lou Dalfin
I Virasolelhs

I Luf
Paradis del Diaol

Crediti:
Alberto Visconti: voce, chitarra acustica
Rémy Boniface: violino, organetto diatonico,
ghironda, voce
Vincent Boniface: organetto diatonico, clarinetto, sax soprano, cornamusa, low whistle, voce
Memo Crestani: chitarra elettrica, chitarra acustica, chitarra manouche, oud
Ricky Murray: cajon, djembé, darbuka, bodhràn, lagerofono, shakers
Stefano Trieste: basso acustico, basso elettrico
Florian Bua: batteria

Testi: Alberto Visconti (tranne Bang Bang e Sous le soleis, exactement);
musiche: Remy Boniface, Alberto Visconti, Vincent Boniface.

Arrangiamenti L'Orage
Collaborazioni: Jasmine Trinca, Michele di Mauro,
Gigi Meroni.
Copertina: Daniele Galliano
Registrato allo studio Blumusica di Torino

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Ascolti: "La bella estate"

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L'Orage
"La bella estate"

Grand-Mère - 2012
In alcuni negozi di dischi ad Aosta e Torino e in download su www.lorage.it

Tracklist

01 La bella estate
02

Rose e rasoi

03 Giugno
04 Sous le soleil, Exactement
05 Laridé de la Princesse
06 Ronnie
07 Un morto contento
08 Bang Bang
09 Le voltigeur
10 Come macchie
11 Titoli di coda
12 E te ne andrai
Non parliamo di un disco solo. Questa volta parliamo di due. Al prezzo di uno. Non temete. La recensione la pagate lo stesso: zero. I due album di cui parliamo sono “La bella estate” e “Come una festa” degli Orage e ne parliamo assieme perché, ammettiamolo, fino a Musicultura di quest’anno non ne conoscevamo l’esistenza. Né dei due album, né de L’Orage. Beh, è un gruppo nuovo che nasce nel 2009 dall’unione di un paio di progetti precedenti: inizialmente c’erano il cantautore Alberto Visconti e il polistrumentista Remy Boniface, attivo da anni in Val d’Aosta nel campo della musica tradizionale. Poi la formazione si è completata, fino a un composito ensemble di sette elementi (oltre ai due già citati Vincent Boniface, fratello di Remy, Stefano Trieste al basso, Florian Bua alla batteria, Memo Crestati alla chitarra e agli strumenti a corda e Rick Murray alle percussioni) ed è arrivato anche il primo disco “Come una festa”, dodici canzoni dedicate all’opera di Arthur Rimbaud, “l’uomo con le ciabattine di vento” come l’ha definito Visconti, a sottolineare l’attenzione per i testi del gruppo e il loro essere musicisti di frontiera.

L’Orage infatti viene dalla Val d’Aosta, terra non più avara di talenti, dopo lo sbocciare di Naif Herin. “Come una festa” esce nel 2010 ed è una fantastica miscela di folk rock cantautorale con un pezzo guida come “Queste ferite sono verdi”, il cui testo è stato scritto per loro dallo scrittore Dario Voltolini e altri brani forti come l’iniziale “Povero diavolo” o “Mi mandi in aria”. In questi due anni L’Orage suona dappertutto e sempre con ottimi esiti, facendosi notare dal miscela Rock Festival di Torino a Tavagnasco rock. Partecipano a Demo su Radio 1 Rai, vincono il concorso Radar e sono tra i finalisti di Musicultura di quest’anno, manifestazione da cui escono con tre premi: . Insomma è difficile che, ovunque vada L’Orage passi inosservata. Da una fama locale pian piano la conoscenza si fa nazionale ed è già ora del secondo album che si intitola “La bella estate”, che continua il filone fin qui inaugurato, con l’aggiunta di qualche spezia rock e di un paio di cover di qualità: una è “Bang Bang”, la celebre canzone di Sonny & Cher, qui cantata dall'attrice Jasmine Trinca e l’altra “Sous le soleil, Exactement” che è una cover di Serge Gainsbourg o meglio un tributo-omaggio.


Il secondo album non è un concept. E' più aperto e forse cerca anche consensi più ampi. L'importante è che L'Orage sappia dimostrare, come in questo caso, che è possibile puntare verso mai più aperti o vette più grandi, ma senza perdere di vista né le proprie radici, né il cammino concluso.




Che musica fanno L’Orage? Armati di organetto e ghironda, ma anche di chitarre elettriche, basso e batteria, sono un combo che si basa sul polistrumentismo dei fratelli Boniface, che insieme suonano la bellezza di 8 strumenti e sulla vena autorale di Alberto Visconti. Possiamo citare quel lungo filone che si dipana da Loy e Altomare fino alla Piccola Bottega Baltazar, dai Mercanti di Liquore ai Noir Desire, con delle reminiscenze vicinali dei Lou Dalfin, nell’ambito della musica tradizionale delle Alpi Occidentali.

Ma L’Orage fa soprattutto musica propria che non rientra nei canoni esatti del folk rock. E’ canzone d’autore ibridata di folk, una miscela fascinosa che ha il merito di lasciare ampio spazio alla musica, intesa anche come elemento aggregante. E non a caso la festa rientra nel titolo del primo album. C’è la festa, ma non fine a sé stessa. Festa di musica con testi pensati e pensanti. E mai pesanti. Una miscela di difficile realizzazione, ma che con l’Orage trova una sua forma ben precisa che convince anche col passare degli ascolti.

Il nuovo album si apre con una delle canzoni più significative, quella che dà il titolo ossia "La bella estate": "Hai riso quanto ti ho trovata sola nel vagone e il tuo sorriso illuminava in ogni direzione, parlando quella sera mi ha guardato con coraggio e mi hai chiesto, mi hai proposto ci vediamo ancora a maggio // Mi avevi regalato un vecchio libro di racconti, / l'ho letto per i campi, per la strada e sotto i ponti / ho parlato con il santo che organizza pioggia e sole / l'ho pregato di prestarmi ancora un giorno le parole // La luna nella sera era lì per Baudelaire / che usciva dai suoi libri per cantare un po' con me / quando arrivava notte alla sua amicizia antica non troppo a malincuore preferivo la tua fica // Cantammo a squarciagola quella sera le canzonbi / la gente ci guardava e ci credeva dei barboni / ad avere avutoil legno avremmo acceso pure il fuoco / al fine non si è fatto però c'è mancato poco".

L’Orage è un temporale in francese, ma richiama anche l’età dell’oro, come suggeriscono sul sito della band in costruzione. Massì usiamolo questo termine, per quanto logorato: è musica non omologata. Canzoni che cercano di risvegliare, interessare, colpire, senza utilizzare colpi bassi, né stranezze, né scorciatoie. “Laridé de la Princesse” è un brano esclusivamente musicale che a me commuove, un blues rinascimentale per scomodare categorie già usate a suo tempo per De André. “Rose e rasoi” e “Ronnie” spostano il tiro più sul versante rock, ma “Titoli di coda” ed “E te ne andrai” riportano il tutto nei binari noti.

«Sono tutti pezzi avventurosi, in cui capita qualcosa che non ti aspetti.- spiega Alberto Visconti, che del gruppo è il principale autore- Anche perché siamo allergici alla noia. Per cui abbiamo messo tantissima carne al fuoco, senza porre barriere di generi, impiegando, poi, due anni per mettere a punto un cd di cui siamo orgogliosi.». “La bella estate” è uscita a luglio, poco tempo dopo la triplice vittoria di Macerata (migliore musica, targa della critica e, soprattutto, vittoria assoluta). I testi dei L’Orage cercano comunque appigli nella migliore letteratura: da Rimbaud, già citato, a Calvino, a Pavese, poi rielaborate dalla sensibilità poetica di Visconti e da quella musicale dei fratelli Boniface. Un modo per sfuggire alla noia del già sentito, coniugando antico e moderno, passioni musicali e letterarie di buona qualità. "Una musica tanto antica che diventa "Musica del futuro", secondo la definizione del regista Marco Ponti che ha diretto il loro ultimo video. Sono bravi, non ci sono palle! Ci sono invece i pallini della critica che sforano verso i cinque. Senza pretendere di avere scoperto nessuno, ma di segnalare un altro dei gruppi che fa buona e buonissima musica in giro per l'Italia, da levante a ponente e da nord a sud. L'Orage. E che temporale sia!


Ultimo aggiornamento: 17-08-2012