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Le BiELLE RECENSIONI
Andrea Mirò: "Elettra e Calliope"
Un album bipolare in diretta dal collasso delle civiltà
di Mario Bonnno
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Andrea Mirò
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Sotto un cielo blu diluvio
adriana
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La lingua segreta
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Elettra


Credits
Elettra
Batterie e percussioni: Marco Orsi
Basso: Alex Carreri
Chitarre elettriche, lap steel guitar, tastiere e pianoforte: Daniel Bestonzo
Chitarre acustiche: Mirò
Prodotto da Andrea Mirò e Federico Bianchi con la band allo studio Amyway

Calliope
Tastiere, programmazione, pianoforte: Marco Zangirolami Chitarre elettriche e acustiche: Mirò

Prodotto da Marco Zangirolami con Andrea Mirò
al Noize Studio

Editing e Mastering: Alberto Cutolo c/o Massive Art Studios
Coordinamento:Roberta Cremonesi e Giovanni Faveroromo Music Records - Bologna

Sul web
Sito ufficiale

Andrea Mirò
Elettra e Calliope

Amyway Music - 2012
in tutti i negozi di dischi


Tracklist

Elettra
01 Il sogno dell'astronauta
02

Database

03 Cattivi maestri
04 Vite parallele
05 Partono i tram
06 Faust
Calliope
07 Senza che nulla cambi
08 L'incantatore di serpenti
09 Altri giorni, altri occhi
10 Padre, figlio
11 Il mondo dei non vivi
12 L'uomo del faro
Cose che Andrea Mirò ci risparmia di disco in disco: 1) melodie passeggere & svariati altri luoghi comuni da dittatura pop; 2) arrangiamenti-fotocopia che fanno tanto tormentone-ggiovane di tristi speranze canore; 3) destrezze vocali da finte-Giorgia&Pausini (molta fuffa, zero sostanza); 4) amori elementari, meglio se sfigatissimi; 5) amori in zona masoch e/o maledetti.

Alla faccia dei trend spaccapalle (via sanremi, castro cari e talent show) Andrea Mirò si evolve coesa alla sua idea di musica e parole come sinolo di forma e sostanza, risultando, in fin dei conti, col tempo e nel tempo, più politica di alcune pasionarie conclamate (si chiamasse Mannoia piuttosto che Mirò sai che codazzo di penne progressiste a sbrodolarle appresso).

Prova ne sia uno specifico discografico che assembla storie di ultimi che non saranno mai primi, sentimenti immolati all'ipocrisia e/o all'abitudine, fratture interiori, vite alla deriva, ma anche - evviva! evviva! - sfide, sliding doors, alzate di capo e levate di scudi.

Metti quest'ultimo "Elettra e Calliope", per esempio. Un disco consapevolmente bipolare, come solo chi sa quello che fa può permettersi: la prima parte ("Elettra") morde ma non fugge, azzanna piuttosto, concentrata com'è su sound e plot votati all'immediato, di sacrosanta scorza rock. La seconda anima ("Calliope") staziona sul "dentro" (a dispetto di ciò che ti aspetti, stando alla presenza di Marco Zangirolami, che frequenta l'hip-hop), con gli annessi e connessi climatici del caso.



"Elettra e Calliope" è dunque, giocoforza, un album destinato a spiazzare gli adusi ai compartimenti stagni, capace di affrancarsi dalle comuni chiavi di lettura. Un cd che si presta ad ascolti quasi retrò, con l'aura pensata-articolata dei vecchi lp.

Di nuovo: lato-A (sei canzoni) dirompente, immediato, suonato live in studio di registrazione, trasognato tra il cielo e la terra ("Il sogno dell'astronauta", "Faust", e i recuperi superlativi di "Vite parallele" e "Partono i tram"); lato-B (altre sei tracce) più introspettivo, profondo, inquieto, meditabondo ("L'incantatore di serpenti", "Altri giorni, altri occhi", "Padre, figlio", "Il mondo dei non vivi", altro straordinario ripescaggio dalla discografia precedente).

Dodici tracce in tutto, in solido equilibrio tra melodia e ruvidità, suoni elaborati ed elettronica. Con i temi, in ordine sparso, discendenti diretti del fiume carsico della cantautrice: solitudini urbane, afasie di coppia, stereotipie subite, varie ed eventuali. Microstorie esemplari in diretta dall'attuale collasso delle civiltà: qua la cicatrice profonda della presa di coscienza (o della denuncia civile), là il sorriso amarognolo dell'ironia.

Da segnalare, in ultimo, anche la presenza di una traccia-fantasma: trattasi della limpida "Senza che nulla cambi", in duetto con Dargen D'Amico.


Ultimo aggiornamento: 22-07-2012