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Le BiELLE RECENSIONI
Lassociazione: "A strapiombo"
Il folk rock dell'Appennino colpisce ancora (e vince)
di Leon_Ravasi
Ascolti collegati

Modena City Ramblers
Viva la vida, muera la muerte

Chiassobujo
Jacopo Bordoni, muratore ...

La casa del vento
Articolo uno

Dodici corde
Il viaggio

Ginevra De Marco
Donna Ginevra

Davide Van De Sfroos
Best of 1999/2011

Crediti:
Giorgio Riccardo Galassi (armonica, voce recitante); Marco Mattia Cilloni (canto, chitarra acustica ed elettrica); Gigi Cavalli Cocchi (batteria e percussioni); Francesco Ottani (canto, chitarra acustica e 12 corde); Filippo Chieli (violino, viola, arrangiamento archi); Enzo Frassi (basso elettrico, contrabasso); Massimo Guidetti (tromba, flicorno); Marcello Ghirri (banjo, chitarra resofonica), Gianfranco Fornaciari (organo, pianoforte, piano Wurlitzer)

Ospiti: Massimo Zamboni (chitarra elettrica in 5); Ginevra De Marco (voce 10); Erik Montanari (chitarra elettrica in 1); Antonio Braidi (violoncello in 3).

Registrato e mixato da Daniele Bangoli
Musiche: Marco Mattia Cilloni
Testi: Giorgio Riccardo Galassi
Produzione artistica ed esecutiva: Gigi Cavalli Cocchi, Marco Mattia Cilloni, Giorgio Riccardo Galassi)
Fotografie: Nicola MOntanari
Grafica: Gigi Cavalli Cocchi
Impaginazione: Max Cavalli Cocchi
Personal manager:Vania Toni
IL testo di "Zichin" è stato scritto in collaborazione con il dottor Sergio Galassi

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Ascolti: "Me i sun c'me sun"

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Lassociazione
"A strapiombo"

Upr-Ponte-Edel-Bollettino - 2012
In alcuni negozi di dischi

Tracklist

01 Santa Maria
02

Valentino

03 Vorrei cantare la vita
04 Me I sun c'me sun
05 Zichin
06 Vustida
07 Fuochi nella notte (di San Giovanni)
08 In cimbali
09 Via di Bandita
10 Al ciel an' ghimporta
11 Bonus track: "A strapiombo"
Ci deve essere qualcosa di particolare che soffia nell'aria dell'Appennino tosco-emiliano. Terre che, da un lato, hanno visto crescere Guccini, dall'altro (ma poi esattamente dove sta il crinale?) i Cccp e poi i Csi, i Modena City Ramblers, La casa del vento. E dal lato toscano ancora la Società del Chiassobujo ed hanno messo radici Donna Ginevra Di Marco e Francesco Magnelli. "Crinali" poi era il titolo di uno splendido disco di "frontiera" di Riccardo Tesi. E adesso abbiamo da occuparci di questa Lassociazione, senza apostrofo, per segnalare che il rapporto è più stretto: un gruppo di nove persone tra giovani talenti e vecchie volpi di studio di registrazione. E non è questo neanche il loro primo album (purtroppo per noi, che ci siamo persi il primo). In quattro anni di lavoro ne hanno sfornati due: "Aforismi da castagneto", uscito nell'ottobre 2010 e "A strapiombo" del 2012.

Lassociazione fa musica popolare, ma anche musica rock. Canta in dialetto emiliano, reggiano per la precisione, e canta in italiano ("ma potremmo cantare in chissà quante altre lingue, perché la parola è suono"): fanno del folk-rock brillante e vitaminico, esauriente e morbido, convincente e aggressivo, quando serve, basandosi sulla ricchezza della formazione che annovera voci, chitarre, batterie, contrabbassi, tromba, flicorno, banjo, tastiere e viola e violino e su una voce, quella di Marco Mattia Cilloni, che è carica, forte, profonda, con qualche vaga assonanza (ma magari sarà la vicinanza geografica) con quella di Pierangelo Bertoli. O almeno, a me la ricorda. Si dice normalmente: "datemi una voce convincente e vi potrà cantare qualsiasi cosa". Ecco, il vantaggio è che qui non c'è un "qualsiasi cosa"
: ci sono delle canzoni. E le canzoni sono belle. Fanno venire voglia di impararle a memoria. E di ricantarle anche noi. Perché questa è l'essenza della musica popolare. Che si propaghi, che vada, che non si fermi nemmeno per pisciare, perché deve andare dritta a casa, a parlare nel cuore di tutti. Obiettivo raggiunto.

Abbiamo citato i Modena City Ramblers ed è inevitabile, perché gruppo seminale nel genere e nell'area. Ma l'approccio compositivo ricorda piuttosto quello di Davide Van De Sfroos. Forse per la stamina, forse per l'uso prolungato del dialetto, forse perché le canzoni sono belle. "Santa Maria", la canzone che apre l'album è tirata e vibrante come un ballo sull'aia. E questo in fondo è. "Santa Maria che allegria! / Santa Maria sono pieno di lividi / Santa Maria rimango sempre un poveretto / Cantare poi in agosto ti scambiano per matto / forse è meglio riposarsi all'ombra del cortile /mentre il caldo sfiora i 40 gradi / e tu mi fai morire". Ho usato la versione italiana per comodità, ma in dialetto suona uguale. E scritta con 40 gradi fuori e gocciolando di sudore mi sono ancora più immedesimato nel canto. Travolgente! Già si inizia e il disco ha fatto capire che vuole essere ascoltato fino in fondo. E noi lo faremo con piacere, passando di brano in brano, nell'ordine preciso in cui sono stati pensati e impaginati.




I testi parlano di campagna, di inverno che arriva, di amori, di lavori, di musica: insomma di vita. Si percepiscono i campi, li si vede, si vede la montagna, il pastore che sverna in Maremma, l'acqua che arriva dalla pianura del nord e che porta la primavera, in questa prospettiva ottica invertita (per noi Lombardi le pianure stanno a sud e le montagne a nord). Ma provate ad ascoltare la trascinante (e impronunciabile) "Me i sun c'me sun" e sentirete un'ondata di blues in piena colpirvi le nari e le orecchie: "io sono come sono / non possiedo nulla di buono / che mi rivolga a lei, a te / vorrei parlare a tutti e a tutto il mondo / ma ho qui il cane che piange / mentre fuori inizia a nevicare". Pieno blues anche il testo e la musica è un treno in corsa, tutti i passaggi a livello sono chiusi e i vagabondi non hanno pagato i loro biglietti per viaggiare.

Tutto l'album è stato registrato l'estate scorsa nella Pieve di San Vitale, appollaiata sui contrafforti appenninici, da cui il titolo "A strapiombo". "Sono giorni di note, sono ore di parole, di risa scoricate alla vita, di gente che arriva verso il desinare, portando notizie dal mondo moderno. Otto giorni senza radio e tv sono la cura migliore" - scrivono sul libretto - " La pieve di San Vitale è pura come un accordo che arriva dal delta del Mississippi, vera come la storia che racconta, ospitale come l'erba che ti invita a sdraiarti nei campi. Di notte Andromeda ci parla, i Cigno scuote le sue ali fino a quando gli occhi sanno di verità. Benvenuto a chi suona, a chi ci ascolta, a chi cerca la vita senza distorsore"

Un programma di vita e di suono che viene spiegato più diffusamente in "Vorrei cantare la vita": "Vorrei cantare la vita / vorrei cantarla / che questo mondo ancora / non l'ha seppellita / alba da crinale tra i rami impazzita / luce di riflesso che pace non dà / Vorrei cantare l'uomo / vorrei cantarlo / che questo mondo ancora non l'ha seppellito / Sesta laude e poi vespro verde smeraldo vivo / pretese di bellezza e amor, amor che non c'è". Un canto che abbia la pienezza di un vecchio racconto da ascoltare per sempre.

Parlavamo di vecchie volpi e nuovi talenti: Gigi Cavalli Cocchi, il più conosciuto, ha suonato con LIgabue, i Csi e i Clan Destino, FIlippo Chieli viene dai Modena City Ramblers e Cristina Donà, Massimo Guidetti ha suonato con gli Ustmamò e con Billy Cobham, Giancarlo Fornaciari con LIgabue, Clan Destino, Gang e Marlene Kuntz. Gli autori delle canzoni sono però Marco Mattia Cilloni per le musiche e Giorgio Riccardo Galassi per i testi. "Zichin" è l'unico testo che non ha scritto lui (ma resta un affare di famiglia, visto che è scritta da Sergio Galassi) ed è un tenero ricordo di infanzia: quando si sentiva il profumo dell'erba appena nata, del fieno appena falciato, si gioiva per l'arrivo delle rondini e si giocava dal mattino alla sera.

"Vustida" (Vestita) è una canzone d'amore: "Vestita con un paltò di lana / con una berretta di lana e un paio di pantaloni da uomo / vestita con una maglia rossa / con le calze colorate e una sciarpa di lana grossa / che assomigli a una matta / ... / per dirti amore ... amore che sei qui con me". Deliziosa canzone energica che parla con forza d'amore. Chi l'ha detto che debbano essere per forza canzoni melense le canzoni d'amore? Si parla di amore anche in "Cimbali", ma anche di lavoro e di compagnia: "stasera sono "in ciimbali" (allegro) per il troppo bere / e domani sarò un disastro / e me ne starò sotto le coperte imbottite per tutta la giornata. Ah, l'amore, l'amore, l'amore ..."

"Fuochi nella notte (di San Lorenzo)" ha invece un po' dell'epica sciamanica della campagna. Cantata a due voci per tutta la sua durata, stacca leggermente dalle altre. Ha qualcosa di antico che affascina e qualcosa di ipnotico che rimanda ugualmente ad altre epoche. Un dagherrotipo in canzone?

"Via di Bandita" è un altro dei brani più belli di "A strapiombo": si parla di lavoro, di una vita che "qui è sempre in malora" e "a novembre bisogna partire / ci aspetta la Maremma con il gregge di pecore agitate / e io, stanco ancora prima di partire / domani attraverserò la Lunigiana / e raggiungerò Venturina tra una settimana". Storia epica di migrazioni per povertà, di transumanza, di inverni molto freddi, dove "con un pezzo di formaggio e di pane / riusciamo con fatica a vivere". L'armonica di Galassi avvicina i butteri ai cowboy, i pastori ai mandriani ed il pezzo è uno di quelli che ci segneremo per ascoltarlo ancora e ancora tante altre volte. Finché il film dietro i nostri occhi smetterà di scorrere.

Sì, è un disco di musica popolare, ma di quelli da segnarci con la mano sinistra quando li incontriamo. Quei prodotti di alta qualità artigianale che in Italia si fa fatica a trovare e che in America sembrano alla portata di ogni sperduta fattoria. Meno male che qui la Pieve l'abbiamo trovata e la strada del castagneto non vogliamo perdercela. Ce la siamo segnata nel cuore e nella mappa che teniamo serrata lì vicino. Tra gli imperdibili del 2012, d'autorità! Quindi ... non perdetelo.

Ultimo aggiornamento: 21-08-2012