Una Brigata di memoria, di cultura, di utopie,
di speranze, d'informazione, dell'uomo.


L'artista
Il suono
L'immagine
Archivio storico A-D / E-L
Archivio M-R / S-Z
RadioBielle
 
Le BiELLE RECENSIONI
Luigi "Grechi" De Gregori: "Angeli & Fantasmi"
Un po' nuovo, un po' vecchio ma con una marcia in più
di Giorgio Maimone
Ascolti collegati

Luigi Grechi
Pastore di nuvole

Luigi Grechi

Campione senza valore

Luigi Grechi
Luigi Grechi (1977)

Tiziano Mazzoni
Goccia a goccia

Roberto Scippa
Vagando dentro

Dola J. Chaplin
To the tremendous road

Crediti:
Luigi Grechi (chitarra, voce); Leila Bahiouri (voci); Francesco Bellini (piano elettrico ’organo hammond); Fiore Benigni (organetto); Paolo Giovenchi (basso, chitarre,percussioni evoci); Franz Mayer (contrabbasso); Stefano Parenti (batteria); Leonardo Petrucci (chitarra acustica, mandola, mandolino, mandocello); Andrea Tarquini (chitarra acustica); Alessandro Valle (dobro e pedal steel guitar).

Ospiti: Francesco De Gregori all'armonica in "Senza regole"

Testi e musiche: Luigi Grechi De Gregori, tranne 3 (Francesco De Gregori); 4 (Paolo Giovenchi/Luigi Grechi),
6 (Tom Russel/Andrew Young/Luigi Grechi) e 8 (Stefano Rosso).

Su Bielle
Ascolti: "Senza regole"
Intervista su "Angeli & Fantasmi"

Sul web
Sito ufficiale
MySpace


Luigi Grechi
"Angeli & Fantasmi"
Luigi Grechi - 2012
Nei negozi di musica

(sotto la lettera "D") e su iTunes

Tracklist

01 Al falco ed al serpente
02 Ultime della sera
03 La strada è fiorita
04 Senza regole
05

Al primo canto del gallo

06 L'angelo di Lyon
07 Torna il bandito
08 Quello che mi resta
Sostengo una teoria: che quando esce un disco nuovo di un cantautore storico non serve solo ascoltare il disco di nuovo conio, ma bisogna ripercorrerne tutta la discografia, anche con l'aiuto del random, per capire a tatto, sentendola sulla pelle, l'importanza e la rilevanza dell'autore di cui stiamo parlando. Di Luigi Grechi, ora tornato a impossessarsi del suo vero cognome Luigi De Gregori, ho tutto. Fino dai tempi di "Accusato di libertà" del 1976 e, dato che deve essere malattia di famiglia quella di riproporre spesso gli stessi brani, in questo modo ho cinque versioni di Dublino, molto diverse tra loro, invero. Continuo a preferire la prima, ma sono disposto anche a sentirne una sesta. Ebbene, la conclusione è che non solo Luigi sopravvive al riascolto, ma ne esce nobilitato da una presenza e da un'attualità addirittura inaspettata. E il fatto di averlo ascoltato in incisioni vecchie, rugginose e polverose aggiunge solo fascino al tutto.

Perché il vantaggio di Luigi è che lui non si è spostato. Intorno il mondo è cambiato, è crollato il muro di Berlino, l'impero sovietico, le torri gemelle. Abbiamo avuto guerre, attentati. l'emergere del rap, del reggae, dell'hip hop, il tramonto del rock e, all'inizio di questi anni dieci, il ritorno, anzi l'arrivo imponente sulle sponde italiche del neo folk di stampo americano o del country o della musica acustica, insomma. E Luigi lì si è fatto trovare.

Sui territori che da sempre calpestava come impenitente pastore di nuvole, ma se una volta era da solo a tracciare il sentieri, ora il fenomeno si è allargato e Grechi (pardon, De Gregori maior) figura da capostipite, da padre nobile della tendenza e ci si trova benissimo. "Angeli e fantasmi" è un album solo in parte nuovo: gli inediti non superano i 4 ("Al falco ed al serpente", "Ultime della sera", "Senza regole" e "Torna il bandito"). Gli altri quattro pezzi sono riedizioni, cover, tributi, riproposizioni, aggiornamenti di brani tutti già pubblicati e magari anche più di una volta. ma non è un difetto. In questo album, preso a sé come pezzo unico, l'incastro dei pezzi è marmoreo. Sembrano nati per stare lì.

Grazie a fior di accompagnatori come i suoi vecchi compagni di strada Alessandro Valle e Franz Mayer o come Paolo Giovenchi, Leonardo Petrucci e Andrea Tarquini, il suono è smagliante e avvolgente, chitarristico, ma di ampio respiro. E, per sovrammercato, in "Senza regole" c'è una magnifica armonica suonata dal Principe in persona, il De Gregori minor.

Sì, siamo sempre lì: tra il Texas e il Colorado. I pezzi potrebbero sembrare tutti cover di successi di oltre Oceano, ma successi non sono e non vengono nemmeno dagli States. Sono tutti prezzi nostrani di luciferina intelligenza e di bella penna, che dagli States potrebbero anche invidiarci.




La cosa migliore che si possa dire di Luigi Grechi è che è persona tenace e coerente. Tra "Accusato di libertà" (1976) e "Angeli & fantasmi" (2012) le differenze non sono poi molte. Uguale è il mood che li ispira, l'approccio chitarristico, il riferimento alla musica delle radici americana e al folk internazionale. Solo che, tutto quanto citato sopra, non suona affatto da critica, ma da elogio (del tabacco?). Sono siceramente affascinato dalla coerenza di Luigi e della sua capacità di essere inossidabile agli agenti inquinanti che girano per aria.

E, a distanza di 36 anni, pure il piacere dell'ascolto è rimasto lo stesso. Facilitano il salto temporale anche la presenza de "La strada è fiorita" (che stava sull'album omonimo del 1977) e l'omaggio a Stefano Rosso che chiude il disco ("Quello che mi resta") che è un brano del 1980. Ma non è solo un reperto del passato. Le canzoni nuove sono belle e il tessuto armonico dei brani è unitario e i temi trattati sono e restano importanti: da "Al falco ed al serpente" che parla del tema delle migrazioni dei popoli, delle nuove invasioni barbariche, fino alle "Ultime della sera" che tratta, in modo semplice e apparentemente naturale, di temi di grande importanza.

"La strada è fiorita" viene riproposta in una versione aggiornata, privata del ritornello che Luigi giudica invecchiata e che anche Francesco De Gregori (la canzone l'ha scritta lui) non ha mai voluto incidere, perché gli sembrava eccessivamente enfatica, come forse era un po' enfatica la musica di allora. Sta di fatto però che a me, figlio di quegli anni e forse enfatico a mia volta, quel ritornello (quello che faceva: "Ma andiamo avanti, la strada è fiorita") manca e manca anche il colpo d'ala della speranza, facendo declinare il brano più verso una nota malinconica. Ma sono piccolissime cose.

"Senza regole" vede la presenza essenziale di De Gregori all'armonica, mentre "Al primo canto del gallo" era stato già pubblicato su "Così va la vita" del 1999, ma è una piacevolissima riscoperta, in chiave assolutamente acustica. Così come anche "L'Angelo di Lyon" è una riproposta dallo stesso album, oltre che una cover di Tom Russell. Infine "Tona il bandito" è la seconda puntata della vicenda di Sante Pollastri e Costante Girardengo. "Tutta storia vera", dice Luigi. E gli crediamo. E ci piace sia credergli che ascoltarlo.


Ultimo aggiornamento: 12-10-2012