Crediti:
Luigi
Grechi (chitarra, voce); Leila Bahiouri (voci); Francesco
Bellini (piano elettrico ’organo hammond); Fiore Benigni
(organetto); Paolo Giovenchi (basso, chitarre,percussioni
evoci); Franz Mayer (contrabbasso); Stefano Parenti (batteria);
Leonardo Petrucci (chitarra acustica, mandola, mandolino,
mandocello); Andrea Tarquini (chitarra acustica); Alessandro
Valle (dobro e pedal steel guitar).
Ospiti: Francesco De Gregori all'armonica in "Senza regole"
Testi e musiche: Luigi Grechi De Gregori, tranne 3 (Francesco
De Gregori); 4 (Paolo Giovenchi/Luigi Grechi), 6
(Tom Russel/Andrew Young/Luigi Grechi) e 8 (Stefano Rosso).
Luigi
Grechi "Angeli
& Fantasmi"
Luigi Grechi - 2012
Nei negozi di musica
(sotto la lettera "D") e su
iTunes
Tracklist
01
Al
falco ed al serpente
02
Ultime
della sera
03
La
strada è fiorita
04
Senza
regole
05
Al
primo canto del gallo
06
L'angelo
di Lyon
07
Torna
il bandito
08
Quello
che mi resta
Sostengo
una teoria: che quando esce un disco nuovo di un cantautore storico
non serve solo ascoltare il disco di nuovo conio, ma bisogna ripercorrerne
tutta la discografia, anche con l'aiuto del random, per capire a
tatto, sentendola sulla pelle, l'importanza e la rilevanza dell'autore
di cui stiamo parlando. Di Luigi Grechi, ora tornato a impossessarsi
del suo vero cognome Luigi De Gregori, ho tutto. Fino dai tempi
di "Accusato di libertà" del 1976 e, dato che deve
essere malattia di famiglia quella di riproporre spesso gli stessi
brani, in questo modo ho cinque versioni di Dublino, molto diverse
tra loro, invero. Continuo a preferire la prima, ma sono disposto
anche a sentirne una sesta. Ebbene, la conclusione è che
non solo Luigi sopravvive al riascolto, ma ne esce nobilitato da
una presenza e da un'attualità addirittura inaspettata. E
il fatto di averlo ascoltato in incisioni vecchie, rugginose e polverose
aggiunge solo fascino al tutto.
Perché il vantaggio di Luigi è che lui non si è
spostato. Intorno il mondo è cambiato, è crollato
il muro di Berlino, l'impero sovietico, le torri gemelle. Abbiamo
avuto guerre, attentati. l'emergere del rap, del reggae, dell'hip
hop, il tramonto del rock e, all'inizio di questi anni dieci, il
ritorno, anzi l'arrivo imponente sulle sponde italiche del neo folk
di stampo americano o del country o della musica acustica, insomma.
E Luigi lì si è fatto trovare.
Sui territori che da sempre calpestava come impenitente pastore
di nuvole, ma se una volta era da solo a tracciare il sentieri,
ora il fenomeno si è allargato e Grechi (pardon, De Gregori
maior) figura da capostipite, da padre nobile della tendenza e ci
si trova benissimo. "Angeli e fantasmi" è un album
solo in parte nuovo: gli inediti non superano i 4 ("Al
falco ed al serpente", "Ultime della sera", "Senza
regole" e "Torna il bandito"). Gli
altri quattro pezzi sono riedizioni, cover, tributi, riproposizioni,
aggiornamenti di brani tutti già pubblicati e magari anche
più di una volta. ma non è un difetto. In questo album,
preso a sé come pezzo unico, l'incastro dei pezzi è
marmoreo. Sembrano nati per stare lì.
Grazie a fior di accompagnatori come i suoi vecchi compagni di strada
Alessandro Valle e Franz Mayer o come Paolo Giovenchi, Leonardo
Petrucci e Andrea Tarquini, il suono è smagliante e avvolgente,
chitarristico, ma di ampio respiro. E, per sovrammercato, in "Senza
regole" c'è una magnifica armonica suonata
dal Principe in persona, il De Gregori minor.
Sì, siamo sempre lì: tra il Texas e il Colorado. I
pezzi potrebbero sembrare tutti cover di successi di oltre Oceano,
ma successi non sono e non vengono nemmeno dagli States. Sono tutti
prezzi nostrani di luciferina intelligenza e di bella penna, che
dagli States potrebbero anche invidiarci.
La cosa migliore che si possa dire di Luigi Grechi
è che è persona tenace e coerente. Tra "Accusato
di libertà" (1976) e "Angeli &
fantasmi" (2012) le differenze non sono poi molte.
Uguale è il mood che li ispira, l'approccio chitarristico,
il riferimento alla musica delle radici americana e al folk internazionale.
Solo che, tutto quanto citato sopra, non suona affatto da critica,
ma da elogio (del tabacco?). Sono siceramente affascinato dalla
coerenza di Luigi e della sua capacità di essere inossidabile
agli agenti inquinanti che girano per aria.
E, a distanza di 36 anni, pure il piacere dell'ascolto è
rimasto lo stesso. Facilitano il salto temporale anche la presenza
de "La strada è fiorita"
(che stava sull'album omonimo del 1977) e l'omaggio a Stefano Rosso
che chiude il disco ("Quello che mi resta")
che è un brano del 1980. Ma non è solo un reperto
del passato. Le canzoni nuove sono belle e il tessuto armonico dei
brani è unitario e i temi trattati sono e restano importanti:
da "Al falco ed al serpente"
che parla del tema delle migrazioni dei popoli, delle nuove invasioni
barbariche, fino alle "Ultime della sera"
che tratta, in modo semplice e apparentemente naturale, di temi
di grande importanza.
"La strada è fiorita"
viene riproposta in una versione aggiornata, privata del ritornello
che Luigi giudica invecchiata e che anche Francesco De Gregori (la
canzone l'ha scritta lui) non ha mai voluto incidere, perché
gli sembrava eccessivamente enfatica, come forse era un po' enfatica
la musica di allora. Sta di fatto però che a me, figlio di
quegli anni e forse enfatico a mia volta, quel ritornello (quello
che faceva: "Ma andiamo avanti, la strada è fiorita")
manca e manca anche il colpo d'ala della speranza, facendo declinare
il brano più verso una nota malinconica. Ma sono piccolissime
cose.
"Senza regole" vede la presenza
essenziale di De Gregori all'armonica, mentre "Al
primo canto del gallo" era stato già pubblicato
su "Così va la vita" del 1999,
ma è una piacevolissima riscoperta, in chiave assolutamente
acustica. Così come anche "L'Angelo di Lyon"
è una riproposta dallo stesso album, oltre che una cover
di Tom Russell. Infine "Tona il bandito"
è la seconda puntata della vicenda di Sante Pollastri e Costante
Girardengo. "Tutta storia vera", dice Luigi. E gli crediamo.
E ci piace sia credergli che ascoltarlo.