Ascolti collegati
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Tracklist
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01 |
House
of the rising sun |
02 |
Hard
rain a-gonna fall |
03 |
Mr
Bojangles |
04 |
Give
my love to roses |
05 |
Thunder
road |
06 |
Ring
them bells |
07 |
Where
have all the flowers gone |
08 |
Before
the deluge |
09 |
Helpless |
10 |
Hey
Joe |
11 |
And
the healing has begun |
12 |
What
a wonderful world |
Cosa
dire di questo album? Mi devo forse mettere a sproloquiare di quanto
siano belle le canzoni di Bob Dylan o di Van Morrison? O vi devo
raccontare per la centesima volta la storia di "The house of
the rising sun" (dalla tradizione a Dave Van Ronk, a Bob Dylan,
agli Animals)? O forse spiegarvi la dolcezza sconfinata e la malinconia
di "Helpless", evidente anche senza capirne le parole?
No, non si può dire niente di "Folkrock", perché
non è un disco, ma un monumento. Un monumento costruito dal
rocker veneto e dal violinista bresciano alle loro passioni giovanili.
Ed erano passioni di ottimo taglio. Basta guardare la lista dei
titoli riportata qui di fianco. Qualcuno ha qualcosa da ridire su
"Thunder road" di Springsteen? O su "Give my love
to roses" di Jahnny Cash? Ma per favore! Possiamo solo metterci
seduti ed ascoltare compunti e contenti.
Se niente possiamo dire delle scelte e del repertorio (c'erano altre
canzoni più meritevoli? Non avete capito. Questa è
la selezione di Priviero e Gazich, i loro santini di gioventù),
possiamo forse dire qualcosa di più sull'esecuzione? No.
E' perfetta. I due sono seri professionisti e questo è esattamente
la loro tazza di te. Non solo, ma Priviero ci aveva già provato
e fatto centro con "Rock & poems"
del 2007, in cui c'erano altre canzoni di Bob Dylan, altre di Springteen
e di compagnucci loro di merende. Quindi, una volta in più,
ci sediamo compunti ed ascoltiamo. Ah, spesso applaudiamo. Perché
gli arrangiamenti sono molto belli, la voce di Priviero è
sempre graffiante (a volte anche troppo). La differenza sta solo
dove ci spelliamo le mani ("The house of rising
sun", "Hard rain a gonna fall",
"Helpless" , "And the healing
has begun". "Thunder road"
) e dove ci limitiamo ad applaudire educatamente ("What
a wonderful world", "Mr Bojangles"),
ma è una situazione che ha più a che fare con
la struttura delle canzoni che con i nostri. Insomma, senza
lasciare spazio a fraintendimenti, è un lavoro da cinque
stelle.
Bella pure la confezione, arricchita da un libretto,d ove i due,
speratamente, raccontano il percorso che ha portato a queste scelte.
Sarebbe più interessante la strada presa da Massimo Priviero
(un racconto dei suoi anni giovanili) se si fosse degnato di rileggerlo
o affidarlo a qualcuno che facesse un minimo di editor. Così
il racconto è sciato e slegato, zeppo di ripetizioni. Gazich
va più sul sicuro e fa un compitino sugli aneddoti legati
alle canzoni. Sufficienza stiracchiata. Il ragazzo non si impegna.
Insomma meglio quando suonano e cantano, che sono inappuntabili,
che quando prendono la penna in mano. Ma "Folkrock"
è un ottimo disco, colonna sonora imperdibile di una lunga
estate calda.
Crediti:
Massimo
Priviero (voce e chitarra acustica, amonica); Michele Gazich (violino,
viola, arrangiamento archi, pianoforte); Marco Vignuzzi (dobro,
, chitarre acustiche, autoharp, banjo, mandolino); Onofrio Laviola
(hammondB3, Wurlitzer, pianoforte); Fabrizio Carletto (basso); Alberto
Pavesi (batteria e percussioni); Paolo Costola (chitarre elettriche);
Lisa Perry, Alex Cambise, Deborah Besin (cori); Tomy Priviero (chitarra
acustica). Arrangiamenti archi: Michele Gazich. 1 tradionale, 2
Bob Dylan, 3 Jerry Jeff Walker, 4 Johnny Cash, 5 Bruce Springsteen,
6 Bob Dylan, 7 Pete Seeger, 8 Jackson Browne, 9 Neil Young, 10 Billy
Roberts, 11 Van Morrison, 12 Bob Thiele, George David Weiss.
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