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Le BiELLE RECENSIONI
Davide Zilli: "Coinquilini"
Una generazione fondata sulla precarietà
di Nando Mainardi


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Tracklist

01 Coinquilini
02 Funny Milano
03 I compiti delle vacanze
04 Nel vagone meno affollato
05

Jazzabestia

06 Il primo stipendio
07 Provinciopoli Blues
08 Fuori moda
Un pò Woody Allen e un pò Jannacci, un pò Cristicchi e un pò Paolo Conte (quello dei primi due dischi), ma soprattutto molto se stesso, il trentacinquenne piacentino Davide Zilli è il prototipo del cantautore ai tempi della crisi. In "Coinquilini" (Enovisuoni), uscito in sordina nel 2010, lo dimostra. I suoi brani affrontano con raffinata ironia i piccoli drammi di una generazione che vive in un paese, parafrasando la nostra Costituzione, fondato sulla precarietà.

Il pezzo di punta che apre il suo primo Cd, "Coinquilini" appunto, mette in scena la convivenza forzata tra coetanei, specie se universitari, al fine di poter pagare l'affitto. Sfilano così pregi, e soprattutto difetti, di ragazze e ragazzi che - come dice la canzone - non sono più "figli dei fiori, ma dei genitori". "Il primo stipendio" descrive la breve parabola di un giovane che, in pochissimo tempo, passa dall'entusiasmo per la prima occupazione all'avvilimento del licenziamento.

Si troverà infine in diretta tivù, sull'orlo di un cornicione, indeciso sul da farsi. Soltanto un evento gradito e inatteso, che qui non sveliamo, lo salverà. Ma la precarietà, in Zilli, non riguarda solo il lavoro. C'è la precarietà esistenziale del protagonista di "Jazzabbestia" - tale Beppe Be pop - allergico all'impiego in banca, divorato dalla voglia di fare musica vera e di "lanciare una molotov contro chi fa pianobar".

C'è il senso di estraneità e di inadeguatezza del provinciale che, mano nella mano con la morosa, cammina spaesato per Milano. Tutto - nella metropoli di "Funny Milano" - è più veloce e complicato, e anche le cose banali e scontate vengono un pò falsate e verniciate di nuovo: il vecchio diventa "vintage" e lo stupido diventa "lounge". Ma in provincia le cose non vanno meglio: le città di "Provinciopoli blues" sono tutte uguali, hanno una tangenziale, una discoteca, una squadra in C1 e una cattedrale. Uno di un pò di tutto, insomma. Inevitabile che manipoli di giovani progettino fughe avventurose da tanta piattezza.

C'è la vita grama del pendolare che, "Nel vagone meno affollato", punta le colleghe di viaggio ma, immancabilmente, dimentica poco dopo il nome della ragazza desiderata. Si ritira perciò nell'assopimento tipico da treno regionale.

Insomma, Davide Zilli è uno che sa divertire e far pensare. Soprattutto rinverdisce un filone - quello a metà strada tra la canzone seria e il guizzo cabarettistico - che da tempo non trova più interpreti e autori credibili. E lo fa destraggiandosi con perizia tra jazz e bossanove, da musicista preparato quale è.

"Coinquilini" è un'opera breve, sette brani cantati più uno strumentale, che promette molto bene. Ora Zilli è al lavoro per un nuovo cd, e sarà un pò la prova del nove.



Crediti: Davide Zilli: voce, piano, tastiere); Kristian Monti: tromba (1, 6, 7), flicorno (2); Andrea Baroldi: tromba (1, 5), flicorno (4, 8); Alessandro Cassani: contrabbasso, chitarra (2, 3, 5); Alberto Venturini: batteria, percussioni, clarinetto, sax; Dario Guardino: chitarra (7); Giovanna Dazzi: voce. Ospiti: Chiara Martini: violino; Vittorio Castagnoni: violino; Martina Cassani: viola; Enrico Lungarini: violoncello. Produzione artistica: Roberto Alessi
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Davide Zilli
"Coinquilini"
Enovisuoni Records / Corte Manlio - 2010
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Ultimo aggiornamento: 19-08-2012
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