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Cannes al vento


Festival 2012

"Con un pastis dal Palais" - Nona giornata

"Cosmopolis", la filosofia di Cronenberg
di Louise Brooks

Chi vince? Le voci (le stesse dei boomakers prima che iniziasse il festival!) sono attestate su "Amour" di Haneke. Non trapelano mai indiscrezioni, ma qualcosa si scoprirà gia domani: basta vedere chi ritorna, quali star verranno richiamate sulla Croisette ed eccola lì la rosa dei papabili. Tutti a star dietro al cerimoniale.

Grande folla per "Cosmopolis" di Cronenberg padre. Eppure i parigini hanno già avuto anteprime. Ma Robert Pattinson, il protagonista, presidia da vincitore le copertine più prestigiose.

Buio in sala. Inizia il viaggio con Cronenberg tratto da De Lillo. Da oggi in tutti i cinema. Niente di così esclusivo!

Si può fare filosofia con un film? David Cronenberg l'ha fatta.




Nel mio ristorante preferito. Astoux. Di fianco a noi gli attori del film messicano. Il vantaggio di non essere star

Ostriche e pesce crudo. Qui il meglio a Cannes. Forse un po' dimagrita ...

Un corto precede ogni proiezione alla Quinzaine. Un attore si affaccia dal sipario e gli crolla tutto addosso. Download mp3 piraterie varie. Poi il claim. Diritto d'autore su internet. Ancora nessuna legge.


Uomini in smoking sulla croisette con foglio di carta a implorare un invito per "The paperboy"

"The paperboy". Un noir. Ben confezionato. Gli americani sono bravi. Alle spalle un buon romanzo. E che meraviglia le paludi della Florida!






"Cosmopolis" e la limousine simbolica

Cosmopolis, di David Cronenberg. Con Robert Pattinson, Sara Gadon, Paul Giamatti, Juliette Binoche, Mathieu Amalric, Samantha Morton. Francia-Canada 2012

La limousine come simbolo dell’insensatezza del moderno, macchina mutante creata tagliando la carrozzeria giuste nel centro e allungando la silhouette quanto serve. Le abbiamo viste nel film Leos Carax, ed era l’incubatrice-camerino delle molte vite possibili del protagonista, la vediamo ossessivamente, in riprese tutte in grandangolo, nel film di Cronenberg. La lussuosa auto con autista protegge Mr Parker, un ibernato Robert Pattinson, miliardario 28enne, convinto che tutto al mondo si possa comprare. Ostinatamente, nonostante il traffico in tilt per la visita del presidente, pretende di essere portato dal barbiere. Il suo, quello che sta dall’altra parte della città. E lo spettatore pensa a Beckett e a Godot che non arriva, o a Bunuel che interrompeva continuamente la cena dei suoi commensali nel fascino discreto della borghesia. Il mondo non sta bene e il sintomo più forte che affiora dal film di Cronenberg (e dal romanzo di De Lillo da cui è tratto) è l’impotenza. Mescolata alla paura. Mr Parker non riesce a far l’amore con la bella moglie, nonostante continui a inseguirla con la sua limousine, e gli amplessi autoreferenziali con donne di passaggio non placano il suo desiderio. E i soldi non bastano per comprare quell’intera cappella affrescata che vorrebbe: ma come? Il denaro non può tutto? Intanto, il mondo preme e per dirla con una battuta del film “La vita è troppo contemporanea”. La limousine è bloccata, le ore passano, lo yen crolla portando con sé – forse - i miliardi di Mr Parker che questa volta non ha azzeccato le sue previsioni. E una folla minacciosa di fanatici e disperati gira per le strade, portando come in un carnevale cinese fantocci di topi giganti e buttandone altri vivi o morti là dove capita. Il mondo così com’è ha qualcosa che non va, il business ancora di più, visto che “la sua prosecuzione logica è l’omicidio”. Quanto al denaro, ha perso come la pittura il suo potere narrativo e parla solo per sé. Si può provare con il sesso, un buon antiodoto alla disillusione. O stordirsi con “qualcosa che non si sa ancora”. Magari uccidere o anche essere uccisi, perché no? Sebbene “morire sia uno scandalo”. Rassegnamoci e continuiamo a vivere, non è ancora arrivato il nostro momento. Cerchiamo di guardare in faccia il domani: ce la faremo? Il futuro sta diventando troppo insistente… Allora ribelliamoci, perché non c’è niente di creativo come il desiderio di distruggere. Continuate ancora ad avere paura? Ovvio. “Uno spettro si aggira per il mondo: è il capitalismo”. E ditemi se Cronenberg non ha fatto filosofia con il cinema. Buona visione.

Le giornate precedenti
Prima giornata: "Louise torna sui suoi passi"
Seconda giornata: "Odio l'acqua"
Terza giornata: "L'esorcismo finito male"
Quarta giornata: "Due ore e sette minuti di strazio"
Quinta giornata: "La storiellina (noiosa) di Kiarostami"
Sesta giornata: "Brad Pitt riporta il sole sulla Croisette"
Settima giornata: Carax, tra capolavoro e schifezza
Ottima giornata: tra "Post Tenebras" e "Paperboy"

Nanni Moretti e l'andropausa

Nanni Moretti con capello tinto e bionda sempre molto firmata al fianco. L'andropausa non fa prigionieri

Guerra di stellette e faccine su tutta la stampa. In testa Haneke e il rumeno Mungiu. A seguire Carax e il danese Winterberg. In coda i gangster gentili di Dominik. Vuoi dire che avendo l'onore di Brad Pitt sulla Croisette non si può rispedirlo a casa da Angelina a mani vuote?

Scrive Libé: su "Post tenebras lux". Faut pas pousser mémé dans l'arty. E aggiunge. Reygadas est tombé dans sa blague. Insomma va bene tutto ma neppure esagerare ...

Sempre Libé. Non ha amato "The Paperboy". Che liquida con Kidman e McConaughey ne fanno talmente tante e di tutti i colori che Zac Efron sembra introverso.

"Suis moi jusqu'au bout de la nuit, jusqu'au bout de notre ennui"


Prossimo ruolo di Sam Riley, protagonista di "On the road". L'assistente della strega Angelina Jolie in una nuova versione di "La bella addormentata nel bosco". Vista dalla parte dei cattivi. Troppe fiabe sugli schermi negli ultimi tempi? Duecento anni dei fratelli Grimm. Fascino degli anniversari.

Sulla terrazza dell'hotel Five. Aspettando le interviste per "Sulla strada". Le terrazze di questi hotel sono magnifiche

E mentre sei in fila senti il vicino chiedere all'altro: "scusa, ma di cosa parlava il film di ieri?". Tornato di moda un certo ermetismo

Alla prima gallery di rue Notre Dame guardo la nostra di Ronnie Wood. E sapete cosa immortala? Gli Stones. In quadri che potrebbero ricordare le vecchie tavole della Domenica del Corriere. A suo onore però va detto che è arrivato in sordina. Senza fare rumore. Senza rubare la scena a nessuno.

Delusa da Loach. "Angels' share" è una commediola. Un gruppo di poveracci nei guai con la legge, più per scalogna che per cattiveria, si ritrova nei lavori socialmente utili. Si rimettono sulla retta via si legano in rapporti solidali aiutati da un assistente sociale molto per bene. Ma alla fine mettono in piedi un furto che non fará male a nessuno. Rubano wiskey molto vecchio da collezionisti. Tutto bene quel che finisce bene. Non sempre è male rubare ai ricchi. Fiaba alla Frank Capra. Va bene per una serata televisiva natalizia. Davvero una piccola piccola cosa.

E ora il film russo: "V Tumane" (In the fog). Due ore e sette minuti. Il dono della sintesi mai qui a Cannes vero?

Uscita dopo un'ora di film russo. Non sono riuscita a essere interessata alla storia di partigiani e tradimenti nella Bielorussia invasa da tedeschi. Dopo la prima mezz'ora già capito come sarebbe andato avanti. Insomma per la prima volta mollato un film a metà. Per la prima volta a Cannes quest'anno. Non per la prima volta nella vita.

Ma quante ne vedo di fanciulle con le scarpe in mano camminare finalente respirando su asfalto e marciapiedi. Sussulto di umanità.

Meteo Cannes. Bello senza incertezze



The paperboy", un noir ben confezionato

Lee Daniels è nero ed è il regista di "Precious". La sua è una vita di fronte a cui ci si inchina, con rispetto. Uno dei suoi fratelli se ne sta in carcere, accusato di omicidio. I suoi genitori e i nonni e tutti quelli prima vivevano servendo i bianchi. Lui per anni ha avuto tanti amici bianchi che pero non erano contenti di farsi vedere in giro con lui, né di stare con lui in mezzo alla gente. Nelle cose complicate e sgradevoli ci mette la testa dentro. Come aveva fatto con la storia di "Precious", adolescente nera obesa e infelice, abusata dal padre e maltrattata dalla madre. Arrivò all'Oscar.

Ora, in "The paperboy" prende in mano un soggetto piu classico, quello in cui gli americani riescono sempre bene: un noir. Storia robusta (alle spalle il romanzo di Pete Dexter). Florida, col suo corredo di coccodrilli e paludi, ancora più mostruoso nel 1963, un'epoca in cui il razzismo nel profondo sud era una realtà di tutti i giorni. Non per tutti. Non per il protagonista, Zac Efron, che ha con la mamie di casa, Anita, il suo unico punto di riferimento. La madre se n'è andata quando lui era piccolo, piantando in asso il marito e due figli. Il padre dirige il giornale locale e ha tempo solo per le voraci segretarie e qualche distratto scoop, dove non si fa scrupoli di gettare fango anche su parenti e amici. La vita di Zac Efron (che è bravo e non solo un belloccio da Disney Channel) cambia quando torna il fratello maggiore (Matthew McConaughey), diventato un reporter d'assalto e deciso a fare luce su un condannato a morte la cui sorte ha avuto alle spalle indagini troppo sbrigative. Accompagna la combriccola nella missione-salvezza una magnifica Nicole Kidman, una di quelle svitate (e ce ne sono tante e per davvero) groupie della morte che si emozionano solo per gli uomini pericolosi (sbagliati?). Anche lei è convinta dell'innocenza dell'"assassino" ed esibisce a riprova le lettere che scambia con lui da mesi e mesi. Regole ferree e colpi di scena, niente è come sembra, ciascuno ha i suoi scheletri nell'armadio e alla fine saranno in troppi a pagare. Almeno una scena da antologia: Zac Efron e fratello arrivano in carcere con Nicole. Ma al condannato, John Cusak, in un ruolo buio che piu buio non si può, non importa nulla della sua presunta innocenza e vuole solo lei, la donna che gli scrive parole a luce rossa. Non possono toccarsi, ma fanno tutto, fino in fondo. Guardandosi, parlandosi, mimando. Scena forte, loro bravissimi, Kidman superba. Neppure una briciola di volgarità. Cinema. Di quelli che fanno i soldi in sala. Al festival per le star e la passarella. Detto questo, due ottime ore di intrattenimento intelligente

Un paio di video: "Cosmopolis" di David Cronenberg

"The Paperboy " di Lee Daniels

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