Domanda: che cosa ho fatto di male, dopo una giornata
di freddo e pioggia, per sorbirmi due ore e mezza di
film rumeno su un esorcismo finito male? Esausta, sull'ultima
inquadratura di "Beyond the hills"
col prete ortodosso sulla camionetta della polizia (finalmente
e giustamente), arriva il messaggio, grazie anche a
una colata di fango sul parabrezza del mezzo: la vita
fa schifo, in Romania ancora di più. Ma qua pecco
per stanchezza, allora, riavvolgo. Dunque, Cristian
Mungiu è il più bravo regista rumeno,
conosce il cinema e conosce molto bene anche Robert
Bresson a cui si rifa per il suo film, utilizzando lo
stesso linguaggio asciutto e pulito per raccontare la
religione e l'amour fou di un'orfana per la ragazza
che ha amato negli anni in cui tutte e due stavano rinchiuse
in un istituto, proteggendola dalle violenze. Quando
questa sceglie il convento, diventando una delle novizie
di un prete guru, la raggiunge, sperando di continuare
la relazione, "l'unica cosa bella della sua vita".
Ma le cose sono cambiate, la ragazza ha scelto Dio e
cerca di convincere l'amica a mettersi sullo stesso
cammino. L'altra non ci sta e diventa una mina vagante
per la chiesa, trasformandosi agli occhi del prete e
delle altre "sorelle" in una sorta di indemoniata,
percorrendo tutte le tappe di una sua personale straziante
passione. La stessa dello spettatore: davvero, c'è
un'ora di troppo nel film. Comprato dalla Bim che lo
distribuirà in Italia in autunno.
Sole! Maglietta e sandalo. Aria fresca e piacevole.
Luce ancora offuscata però. Meteo Cannes.
E ora in sala per "Lawless".
Da la contea più fradicia del mondo. America
e proibizionismo. Difficile annoiarsi. Poi incuriosisce
"Antiviral" (foto) di Brandon
Cronenberg. Figlio di ... Ovviamente. A seguire documentario
su omosessuali non nascosti nati tra le due guerre.
Stasera "Jagten" di Vinterberg
il regista di "Festen". E per allora mettere
da parte l'ottimismo.
Ma alle sei cocktail per la fine riprese di "Romeo
e Giulietta", mega produzione americana
girata in italia. Giulietta è la ragazzina torta
del "Grinta" dei Coen. Si beve per fronteggiare
poi il nordico.
Sulla terrazza del Martinez. Doghe in legno scuro. Jacuzzi.
Panorama. Olivi e piante aromatiche palme a agavi. Orchidee.
Che non centrano niente. E un binocolo per giocare
Folla folla folla. Autori molti vecchi. Giornalisti
pure. Pubblico in compenso giovane
Folla oceanica per il film del figlio di Cronenberg.
Tutti fuori. Compresa la giornalista di repubblica.
Incredibile mai visto niente di simile. Ci saranno duemila
persone fuori.
E da Cronenberg figlio alcuni sono usciti. Per la nausea.
Ospedaliero. Sangue. Corpi infetti. Vita dura in casa
Cronenberg. Che faccio lo vedo o passo?
"Reality"
di Mattia Garrone
Ci
ho riflettuto, anche perché a parecchi colleghi
italiani il film è piaciuto, soprattutto nella
seconda parte, quella che invece a me non è piaciuta
per nulla. Eppure... le mie impressioni rimangono le
stesse, per non dire delle sensazioni, immutate. Garrone,
uomo limpido e onesto e vero artista, ha comprensibilmente
faticato a trovare un progetto all'altezza, dopo Gomorra,
film unico, forte e intenso.
Alla fine ha scelto una buona storia, ispirata a un
fatto vero, quella di un poveraccio napoletano che perde
la testa, per davvero, perché entra in un tunnel
di delirio depressivo, dopo essersi illuso di poter
essere scelto per Il grande fratello. Lo spunto per
raccontare l'Italia era buono, poco, nulla visto, anche
se ormai Il grande fratello ha fatto il suo tempo ed
è già finito nel passato prossimo. Garrone
sa girare e ha il senso della teatralità e della
massa, sa guardare alla gente, alla scena e alla scenografia,
da buon figlio di un grande critico teatrale. Mentre
si perde di più nel singolo come se l'individuo
isolato dal gruppo non gli interessasse. In più
sa girare e ha un senso pittorico dell'inquadratura:
non ne sbaglia una (dipinge anche bellissimi quadri).
Tutte le sue qualità restano intatte anche in
Reality. Bellissima la scena iniziale del matrimonio
sprecone e scenografico nel primo dei non luoghi raccontati
(un salone da megabanchetti), potenti gli altri, il
supermercato e l'acquafan, bella e da presepe napoletano
la piazza del mercato, totalmente ricostruita, dove
c'è la pescheria del protagonista. Finché
il film "sale", finché Luciano (grande
Aniello Arena, detenuto del carcere di Volterra e attore
della Compagnia la Fortezza)si dà da fare per
il casting del Grande Fratello e si racconta il suo
ambiente, tutto è felliniano e compatto. La caduta,
il suo entarre nell'ossessione e nella follia maniacale
concentrati nella seconda parte sbandano, come se il
susseguirsi delle scene fosse stato casuale e deciso
lì per lì. Succede una cosa, ma poteva
anche capitarne un'altra. E' questa mancanza di necessità
narrativa che sfilaccia il film, lo rallenta e lo fa
diventare noioso. Peccato davvero. Quattro sceneggiatori
(fra cui Ugo Chiti) non sono bastati. Garrone è
un grandissimo regista, ma ha bisogno di qualcuno che
gli scriva le storie. Dietro Gomorra e Primo amore,
non a caso, c'erano due romanzi di super spessore.
Ho bisogno di film necessari. Di finali indispensabili.
Di storie che il regista aveva bisogno di raccontare
e non di storie che ha cercato arrancando. La differenza
si sente parecchio. Parecchio. In gioco l'emozione.
Infreddolita arrivo al martinez. Giornata grigia. Umida
anche se non piove più. Vediamo cosa racconterà
naomi watts di bellezza e creme.
Terrazza del Martinez senza sole ma anche senza pioggia.
Non si puo avere tutto. Aspettando Naomi champagne e
tartine.
E piove sulla terrazza. Su Naomi, sulle tartine sullo
champagne e su Louise. Freddo. Così mi ammalo.
Vento, accidenti. Tutto grigio.
Dimenticavo. Il protagonista del film di Garrone e un
detenuto del carcere di Volterra e recita nella compagnia
della Fortezza. Non ha potuto essere presente. È
in galera. Niente permesso per Cannes
Si prova il trattamento. Dicono creme con effetto photoshop.
Non per niente sono prodotte dalla fuji film. Vero.
Non vi sto prendendo in giro.
Va bene che Sean Penn è qui per Haiti e il suo
impegno per la ricostruzione dell'isola, ma il capello
lungo e unto non è bello.
Incredibile coda per film rumeno. Si preannuncia week
end affollato
Tutto col logo esclusivo o de luxe. Suvvia. Meglio piedi
per terra. Vitamin water dovunque. Ma che mania è?
"Lawless"
- sceneggiatura di Nick Cave
Addict to american movies? Probabile ma "Lawless"
mi è piaciuto. Clima alla "Compari"
di Altman nell'America del proibizionismo. I tre fratelli
Bondurant che credono alla loro fottuta leggenda di
invincibilità. Cinema tutto al maschile dove
se le donne passano passano per caso. Ma Jessica Chastain
è bella brava forte e sensuale come lo era
Julie Christie nel film di Altman. Amori ruvidi tra
gente che però alla fine lo sa bene che cosa
sia l'amore.
E che bella colonna sonora. Bella. Ascoltatela.E la
gente appena fuori dalla sala dice violento. Vero.
Ma provate voi a vivere in Virginia negli anni Venti.
Battute memorabili. Del resto ogni copione negli States
passa per il battutista che questo fa. "Non è
la violenza che distingue un uomo dall'altro, ma dove
sa arrivare". E in una contea che gli alambicchi
la notte fanno brillare come un albero di natale questo
è ancora più vero. Altra battuta da
Jessica Chastain all'uomo che ama il corrispettivo
del Warren Beatty nel film di Altman "è
tipico tuo credere alla tua leggenda ". Anche
a Hollywood da sempre quando la realtà incontra
la leggenda è questa a vincere. E devo dire
che anch'io non sono immune da questa tentazione.
Articolo su "Libe" sulla rivolta studentesca
in Canada per l'aumento delle tasse di iscrizione.
Da noi ne ha parlato qualcuno?
Molto interessante e anomalo. Sceneggiatura di Nick
Cave! Che è in conferenza stampa. Alcuni hanno
più vite di un gatto. Nick dice che ha scritto
con la musica in testa. E si sente.
Cielo a pecorelle. Speriamo in bene. Ma non freddo.
Non vedo però il sole. Troppe barche in rada.
Di moda avere in acqua gli uffici.