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Cannes al vento


Festival 2012

"Con un pastis dal Palais" - Terza giornata

L'esorcismo finito male: "Beyond the hills"
di Louise Brooks

Domanda: che cosa ho fatto di male, dopo una giornata di freddo e pioggia, per sorbirmi due ore e mezza di film rumeno su un esorcismo finito male? Esausta, sull'ultima inquadratura di "Beyond the hills" col prete ortodosso sulla camionetta della polizia (finalmente e giustamente), arriva il messaggio, grazie anche a una colata di fango sul parabrezza del mezzo: la vita fa schifo, in Romania ancora di più. Ma qua pecco per stanchezza, allora, riavvolgo. Dunque, Cristian Mungiu è il più bravo regista rumeno, conosce il cinema e conosce molto bene anche Robert Bresson a cui si rifa per il suo film, utilizzando lo stesso linguaggio asciutto e pulito per raccontare la religione e l'amour fou di un'orfana per la ragazza che ha amato negli anni in cui tutte e due stavano rinchiuse in un istituto, proteggendola dalle violenze. Quando questa sceglie il convento, diventando una delle novizie di un prete guru, la raggiunge, sperando di continuare la relazione, "l'unica cosa bella della sua vita". Ma le cose sono cambiate, la ragazza ha scelto Dio e cerca di convincere l'amica a mettersi sullo stesso cammino. L'altra non ci sta e diventa una mina vagante per la chiesa, trasformandosi agli occhi del prete e delle altre "sorelle" in una sorta di indemoniata, percorrendo tutte le tappe di una sua personale straziante passione. La stessa dello spettatore: davvero, c'è un'ora di troppo nel film. Comprato dalla Bim che lo distribuirà in Italia in autunno.

Sole! Maglietta e sandalo. Aria fresca e piacevole. Luce ancora offuscata però. Meteo Cannes.

E ora in sala per "Lawless". Da la contea più fradicia del mondo. America e proibizionismo. Difficile annoiarsi. Poi incuriosisce "Antiviral" (foto) di Brandon Cronenberg. Figlio di ... Ovviamente. A seguire documentario su omosessuali non nascosti nati tra le due guerre. Stasera "Jagten" di Vinterberg il regista di "Festen". E per allora mettere da parte l'ottimismo.


Ma alle sei cocktail per la fine riprese di "Romeo e Giulietta", mega produzione americana girata in italia. Giulietta è la ragazzina torta del "Grinta" dei Coen. Si beve per fronteggiare poi il nordico.


Sulla terrazza del Martinez. Doghe in legno scuro. Jacuzzi. Panorama. Olivi e piante aromatiche palme a agavi. Orchidee. Che non centrano niente. E un binocolo per giocare

Folla folla folla. Autori molti vecchi. Giornalisti pure. Pubblico in compenso giovane

Folla oceanica per il film del figlio di Cronenberg. Tutti fuori. Compresa la giornalista di repubblica. Incredibile mai visto niente di simile. Ci saranno duemila persone fuori.

E da Cronenberg figlio alcuni sono usciti. Per la nausea. Ospedaliero. Sangue. Corpi infetti. Vita dura in casa Cronenberg. Che faccio lo vedo o passo?

"Reality" di Mattia Garrone

Ci ho riflettuto, anche perché a parecchi colleghi italiani il film è piaciuto, soprattutto nella seconda parte, quella che invece a me non è piaciuta per nulla. Eppure... le mie impressioni rimangono le stesse, per non dire delle sensazioni, immutate. Garrone, uomo limpido e onesto e vero artista, ha comprensibilmente faticato a trovare un progetto all'altezza, dopo Gomorra, film unico, forte e intenso.



Alla fine ha scelto una buona storia, ispirata a un fatto vero, quella di un poveraccio napoletano che perde la testa, per davvero, perché entra in un tunnel di delirio depressivo, dopo essersi illuso di poter essere scelto per Il grande fratello. Lo spunto per raccontare l'Italia era buono, poco, nulla visto, anche se ormai Il grande fratello ha fatto il suo tempo ed è già finito nel passato prossimo. Garrone sa girare e ha il senso della teatralità e della massa, sa guardare alla gente, alla scena e alla scenografia, da buon figlio di un grande critico teatrale. Mentre si perde di più nel singolo come se l'individuo isolato dal gruppo non gli interessasse. In più sa girare e ha un senso pittorico dell'inquadratura: non ne sbaglia una (dipinge anche bellissimi quadri). Tutte le sue qualità restano intatte anche in Reality. Bellissima la scena iniziale del matrimonio sprecone e scenografico nel primo dei non luoghi raccontati (un salone da megabanchetti), potenti gli altri, il supermercato e l'acquafan, bella e da presepe napoletano la piazza del mercato, totalmente ricostruita, dove c'è la pescheria del protagonista. Finché il film "sale", finché Luciano (grande Aniello Arena, detenuto del carcere di Volterra e attore della Compagnia la Fortezza)si dà da fare per il casting del Grande Fratello e si racconta il suo ambiente, tutto è felliniano e compatto. La caduta, il suo entarre nell'ossessione e nella follia maniacale concentrati nella seconda parte sbandano, come se il susseguirsi delle scene fosse stato casuale e deciso lì per lì. Succede una cosa, ma poteva anche capitarne un'altra. E' questa mancanza di necessità narrativa che sfilaccia il film, lo rallenta e lo fa diventare noioso. Peccato davvero. Quattro sceneggiatori (fra cui Ugo Chiti) non sono bastati. Garrone è un grandissimo regista, ma ha bisogno di qualcuno che gli scriva le storie. Dietro Gomorra e Primo amore, non a caso, c'erano due romanzi di super spessore.

 

Le giornate precedenti
Prima giornata: "Louise torna sui suoi passi"
Seconda giornata: "Odio l'acqua"

I film necessari

Ho bisogno di film necessari. Di finali indispensabili. Di storie che il regista aveva bisogno di raccontare e non di storie che ha cercato arrancando. La differenza si sente parecchio. Parecchio. In gioco l'emozione.

Infreddolita arrivo al martinez. Giornata grigia. Umida anche se non piove più. Vediamo cosa racconterà naomi watts di bellezza e creme.

Terrazza del Martinez senza sole ma anche senza pioggia. Non si puo avere tutto. Aspettando Naomi champagne e tartine.

E piove sulla terrazza. Su Naomi, sulle tartine sullo champagne e su Louise. Freddo. Così mi ammalo. Vento, accidenti. Tutto grigio.


Dimenticavo. Il protagonista del film di Garrone e un detenuto del carcere di Volterra e recita nella compagnia della Fortezza. Non ha potuto essere presente. È in galera. Niente permesso per Cannes

Si prova il trattamento. Dicono creme con effetto photoshop. Non per niente sono prodotte dalla fuji film. Vero. Non vi sto prendendo in giro.

Va bene che Sean Penn è qui per Haiti e il suo impegno per la ricostruzione dell'isola, ma il capello lungo e unto non è bello.

Incredibile coda per film rumeno. Si preannuncia week end affollato

Tutto col logo esclusivo o de luxe. Suvvia. Meglio piedi per terra. Vitamin water dovunque. Ma che mania è?

"Lawless" - sceneggiatura di Nick Cave

Addict to american movies? Probabile ma "Lawless" mi è piaciuto. Clima alla "Compari" di Altman nell'America del proibizionismo. I tre fratelli Bondurant che credono alla loro fottuta leggenda di invincibilità. Cinema tutto al maschile dove se le donne passano passano per caso. Ma Jessica Chastain è bella brava forte e sensuale come lo era Julie Christie nel film di Altman. Amori ruvidi tra gente che però alla fine lo sa bene che cosa sia l'amore.

E che bella colonna sonora. Bella. Ascoltatela.E la gente appena fuori dalla sala dice violento. Vero. Ma provate voi a vivere in Virginia negli anni Venti.



Battute memorabili. Del resto ogni copione negli States passa per il battutista che questo fa. "Non è la violenza che distingue un uomo dall'altro, ma dove sa arrivare". E in una contea che gli alambicchi la notte fanno brillare come un albero di natale questo è ancora più vero. Altra battuta da Jessica Chastain all'uomo che ama il corrispettivo del Warren Beatty nel film di Altman "è tipico tuo credere alla tua leggenda ". Anche a Hollywood da sempre quando la realtà incontra la leggenda è questa a vincere. E devo dire che anch'io non sono immune da questa tentazione.

Articolo su "Libe" sulla rivolta studentesca in Canada per l'aumento delle tasse di iscrizione. Da noi ne ha parlato qualcuno?

Molto interessante e anomalo. Sceneggiatura di Nick Cave! Che è in conferenza stampa. Alcuni hanno più vite di un gatto. Nick dice che ha scritto con la musica in testa. E si sente.

Cielo a pecorelle. Speriamo in bene. Ma non freddo. Non vedo però il sole. Troppe barche in rada. Di moda avere in acqua gli uffici.

Un paio di video: "Jagten" - Vinterberg


"Lawless" di John Hillcoat


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