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Cannes al vento


Festival 2012

"Con un pastis dal Palais" - seconda giornata

Oggi l'acqua non piace: né in cielo né al cinema
di Louise Brooks

Cannes. Il sole si appanna. Giornata negativa? Non posso crederci dopo lo splendore di ieri ... Intanto fuori piove: che anche gli dei abbiano visto il film austriaco?

Solo un fraintendimento: è tornato il sole.

Festival farcito di eventi collaterali: tutti alla ricerca di un palcoscenico. Oggi, fra le altre iniziative, presentazione di una nuova (sembra super deluxe, rivoluzionaria e prestigiosissima) linea cosmetica. Astalift. Dal Giappone. Madrina Naomi Watts,prima in conferenza stampa al Martinez alle 13.30 poi la sera, in cena per pochi eletti. Noi, si va. Così si evita di dover finire in Kenya... Metti che Astalift funzioni.

Otto e un quarto. Sala strapiena. Da grandi occasioni. Ci si accontenta dello strapuntino.

All'ingresso volevano sequestrare la mia bottiglia d'acqua. Che succede? Ordini più restrittivi? Ma alla fine senza neppure troppa fatica me l'ha lasciata. La ragazza era forse ferma all'anno passato

Si spengono le luci. Vediamo come Matteo Garrone racconta il paese

1 ora e 55 di film. Nessun autore famoso. Solo un cameo di claudia gerini ma così piccolo che lei neppure è tenuta a cannes

Ma oggi è anche la giornata di "Madagascar 3" accompagnato dalle voci. Ben Stiller e Jessica Chastain. Non solo: alle quattro incontro con Sean Penn su "Haiti"


"Paradies: liebe", di Ulrich Seidl



Chi bene comincia... Be', le carte sono in tavola fin dall'inizio: un luna park, l'attrazione dell'autoscontro. Alla guida, ragazzi handicappati, ripresi in primi piani che indugiano su sguardi vacui resi ancora più smarriti dai colpi violenti degli urti fra le automobiline. A bordo pista una donna, bionda e sovrappeso, di mezza età, senza storie apparenti da raccontare sorride con occhi persi nel vuoto. La stessa donna viene seguita a introdurre la trilogia (ahinoi) che il regista austriaco dedica a tre personaggi femminili: la bionda di mezza età, appunto, la figlia adolescente e obesa che sta per partire per un campo estivo riservato a ragazzi sovrappeso e l'amica che curerà il loro gatto, che nel terzo episodio viene seguita nella sua ossessione religiosa. Rassicurati da cotanta felicità, arriviamo in Kenya con la nostra bionda dal passo strascicato e dai vestiti larghi che sceglie quella vacanza con un obiettivo preciso: incontrare qualche aitante africano. Le amiche le hanno detto che lì nessuno bada ai tuoi limiti, non importa se non hai più vent'anni, se una ragnatela di rughe ti disegna il volto, se i fianchi strabordano. Prima timidamente, poi compulsivamente, illudendosi che i rapporti mercenari possano essere d'amore, la donna incontra una serie di smorti, nonostante la pelle scura, kenyoti, interessati solo a spillarle denaro con tutte le bugie possibili. In chiusura una scena davvera eccessiva: per il compleanno della donna le amiche le recapitano in stanza un giovanotto infiocchettato fin sul pene, trasformando la festa in uno squallidissimo bunga bunga in rosa. Già Laurent Cantet in Verso Sud aveva affrontato con tutt'altro tono e profondità il tema del turismo sessuale femminile, ormai una mortificante realtà, ma lì la protagonista, una superba Charlotte Rampling disegnava un personaggio femminile di ben diverso - e molto superiore - spessore. Qui la sensasione è quella della glaciale provocazione travestita da coraggiosa denuncia. Resta senza risposta un interrogativo: perché si può sempre scommettere a occhi chiusi sul fatto che i film più sgradevoli siano sempre firmati da registi belgi o austriaci? C'è del marcio dovunque, lo si sa, ma forse in Belgio e Austria un po' di più.


La prima giornata: "Louise ritorna sui suoi passi"

Istruzioni per l'uso

Cannes. Istruzioni per l'uso. Alla moltitudine fornita di foglio sempre più professionale, molti stampati in francese e inglese, che chiede "une invitation" e staziona nei dintorni delle sale si allargano le braccia e con un sorriso si replica désolée. O si regala a quelli con la faccia più simpatica il biglietto d'ingresso in più di cui a volte molto di rado si dispone.

In sala - affollata - per l'austriaco. Fuori i paria col pass del colore sbagliato cuociono al sole. Il pass migliore bianco poi rosa, blu e tutti gli altri. Col bianco vai dovunque anche alle proiezioni di gala il red carpet. Il mio rosa. Troppo freddo in sala. Aria condizionata a manetta chissà perché che tutti si bardano con sciarpe e felpe e maglie.

Confermo. All'entrata controlli di maglia a rete molto larghe. Non guardano più niente. Incontrato marco risi. Certo che il padre... A volte conviene non seguire le orme familiari. Tutti in kenya adesso a imparare che gli africani baciano poco e senza lingua. Con lingua ha un altro nome. Baiser mzungu. L'austriaco ne sa una più del diavolo

Il film austriaco sul turismo sessuale femminile sgradevole come da supposizioni. Impietoso. Ripetitivo. Ma questo è. Donne come uomini. Ma alla fine il problema è politico e economico. Ognuno prende o da quello che ha. Giovinezza contro soldi. Emozioni contro bugie. Le donne impressionano di più di un uomo in oriente o a cuba solo perché ancora non siamo abituati. E questo è il paradiso di una recidua e un mondo in decadenza. E assai malati

Non si dice bene del film di Michel Gondry: "The we and I". New York. I ragazzi neri di un bus. Le loro storie. Dicono noioso con materiale appena sufficiente per un corto.

"Reality" - Matteo Garrone

Grandi speranze su Matteo Garrone e il suo Reality. Unico italiano in concorso. Nessuno ne sa nulla, nessuna proiezione di cortesia prima del festival. La consegna del silenzio è stata mantenuta nel modo più rigoroso. Alle 8.30 tutti in religioso silenzio all'Auditorium Lumière.

Garrone. Film sbagliato. Una prima ora magnifica. Felliniana sull'italia di oggi tragica e volgare. Vuota. Il centri confraga lo spar esteriore i non luoghi. Poi il disastro. Il film non sa più che direzione prendere annoia si sfilaccia non finisce. Pochi applausi stanchi. Qualche isolato fischio. Peccato.
Poi già invecchiato. Il grande fratello non è più un fenomeno e il film non ha avuto la forza di trasferire la purga in una dimensione universale. Peccato un'altra volta.

Conferenza stampa di Garrone. Accoglienza tiepida alla ricca tavola. Ora le domande. Garrone misurato. Difficile trovare qualcosa all'altezza di "Gomorra" e forte come quello. Dice che la storia del film è vera.

"Volevo raccontare la televisione come nuovo Eldorado. L'aspetto illusorio del sogno". Ecco che parla dei non luoghi. Il centro commerciale acquapark e il contrasto col palazzo decadente dove abita il protagonista. Come in prendini e portami via di ammaniti. Ma le buone intenzioni peraltro palesi nel film non bastano a fare un buon film. Manca credo la passione. Si percepisce l'incertezza del dopo Gomorra. Certo non deve essere stato facile.

In diretta. Senza filtri. Sala per Garrone mezza vuota. Palma di sicuro non italiana. "A posteriori credo di avere pensato a "Lo sceicco bianco" di Fellini. Il mio protagonista e un Pinocchio moderno". Pochi giornalisti stranieri. Per la Palma, nonostante Moretti in giuria, i bookmaker già puntano su Haneke.


Un paio di video: "The we and I" - Michael Gondry


"Paradies: liebe" di Ulrich Seidl


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