Produzione esecutiva: Massimo Roccaforte per Nda PRess /Interno
4 Records. Produzione artistica: Fulvio Mennella e Giuseppe
Righini. Edizioni musicali: Fridge records.
Canzoni e racconti: Giuseppe Righini
Illustrazioni Alexa Invrea
Foto: Fabiana Rossi, Mauro Sorrentino e Johanna Invrea
Registrato e mixato da Fulvio Mennella presso Naive Reocrding
Studio, Fano; Studio L1, Riccione e Teatro Francesco Rosaspina,
Montescudo
Giuseppe
Righini
"In apnea" Nda Press /INterno 4 records - 2011 Nei migliori negozi. Sul
Web
Tracklist
01
Anima
di animale
02
I
fiori di plastica sono per sempre
03
In
apnea
04
Satellite
05
Non
ho tempo
06
E
mio padre se ne vola via
07
Sul
grande pendaglio
08
Marta
09
L'ultimo
sogno di Arthur Rimbaud
10
La
luce del sole alle sei di pomeriggio
11
Si
qui ora
12
Kreuzberg
Sonata
"Aghi
di insetto / mani da gorilla / unghie di gatto / pancia di cavalla
/ schiena di mulo / denti di murena / occhio di falena / penna di
gallo / antenne di formica / ali di manta / guscio di lumaca / ossa
di cane / pelle di elefante / naso di porco / sangue di bisonte
/ quale specchio si frantumerá?" Un bell'incipit. Toti
Scialoja? No, Giuseppe Righini. Cantautore romagnolo. Uno bravo,
uno tosto. Vedi sotto voce John De Leo, Tetes de bois. Già
autore di un ottimo "Spettri sospetti" qualche anno fan
esce ora con un ancora migliore "In apnea"
Righini è uno che non si contenta. Non gli basta fare un
disco, ci aggiunge un libretto che ha lo spessore di un libro e
un po' anche l'ambizione. Dodici canzoni e 50 minuti di musica.
Un libro con 17 racconti, illustrato da Alexa Invrea. E scegliere
cosa piaccia di più è compito arduo. Belli i racconti,
magnifici e disegni di Alexa, affascinanati le canzoni. Perché
scegliere? Teniamocoli tutti e mandiamolo al volo tra i preferiti
dell'anno. Qualche sonorità anni sessanta, voce filtrata,
atmosfere rarefatte, ambiente favolistico per racconti di vetro
che non si arrampicano mai per le scale della banalità. Cosa
potremmo volere di più? Per oggi mi basta.
Le qualità di Righini sono soprattutto letterarie. Lo dimostrano
i racconti, ma anche la cura nei testi. Le canzoni, in quanto distillati,
scelgono strade più oniriche, i racconti tengono sempre l'immaginario
come probabile, ma si legano più a cose di questa terra.
I testi delle canzoni fanno musica tra gli altri strumenti. Le consonanti
esplodono e le vocali liquide fanno da collante sonoro. Seguiamole
in mezzo a storie d'amore, far le capriole tra un synth ed un bel
suono di chitarra.
Deliziosi quei "I fiori di plastica sono per sempre",
inquietante "Anima animale";
di alto livello "E mio padre se ne vola via".
"In apnea" sembra un estratto
da John De Leo. Una canzone rimasta senza fiato che si muove liquida
su un tappeto irto di microsuoni. Siamo sul versante più
onirico, tra pesci luna su soffitto, squali nella tv, pesci rossi
sulle mensole (che ci possono anche stare). Non fosse che la vita
è vista dal fondo del mare. Altro episodio da segnalare e
da segnarsi. Forse l'unico limite di queste micro-suite con pesce
è che trapassano l'una nell'altra quasi senza avvertire.
Forse manca un po' di varietà di arredamenti sonori. E la
voce, appena sussurrata e quasi in apnea, facilita questa uniformità
di fondo. Annoia? Quando mai! Giuseppe riesce sempre a trovare guizzi
anche nelle canzoni più tenui come "Satellite".
C'è sempre un motivo per ricordarsele.
Sarà anche per questo che quando arriva "E
mio padre se ne vola via" e la successiva "Il
grande pendaglio" si prende un po' il fiato.
Intendiamoci, qui non si fa rock & roll, i ritmi sono sempre
più che rilassati, ma queste due canzoni sono più
vivaci. Scanzonata "Il grande pendaglio" e quasi divertita.
Più pregnante "E mio padre"
che comunque descrive un distacco. Anche "Marta"
ha grinta a sufficienza per incidersi nella memoria. "L'ultimo
sogno di Arthur Rimbaud" per me paga pegno alla
mia fissa che é meglio non tirare in ballo nell'ambito canzone
i personaggi storici o letterari. Sono tutti troppo usati e ti costringono
a semplificazioni. Una canzone minore anche in questo caso. Preferisco
di lunga "La luce del sole alle sei del pomeriggio"
o "Si qui ora" che sanno meno
di esercizi di stile, anche se, formalmente, "L'ultimo sogno
di Arthur Rimbaud" è superiore. La differenza è
che la sento meno "necessaria", posto che in termini di
canzoni si possa parlare di necessità..
"I fiori di plastica sono per sempre / il tempo non li
sciuperà / e profumeranno di nuovo / nell'attimo esatto in
cui lei tornerà / Il cuore si beve un bicchiere di neve /
il sangue si addormenterà / la vita pazienta, la giostra
rallenta / del tutto non si fermerà. / Ma non importa / che
cosa conta / se tu non ci sei più vicino a me"
("I fiori di plastica sono per sempre").
"Non
ho tempo di fermarmi qui / rimaner così / abbracciati /
ad un sogno che non durerà / mi addormento tra i papaveri
/ e rimango lì a guardarti / a saperti ad un passo da me
/ domani" ("Non ho tempo").
"Un dito in bocca per testare i venti / lo sguardo fiero
verso gli orizzonti / il tempo era perfetto per volare / ed anche
quello giusto per fallire / si va ... si va ... ti dico che si
va / ne sono più che certo, parto oggi vado là"
("E mio padre se ne vola via")
Ma
non fermatevi alle canzoni, non fate questo errore. O, almeno, non
subito. Sennò cosa ve lo consiglieremmo a fare. Leggete il
libro. Leggete i racconti di Giuseppe. Che sono diversi dalle canzoni,
perché diverso è il mezzo, ma sono quasi altrettanto
onirici e forse ancora meglio strutturati. Non è Giuseppe
uno che lascia molto al caso. I suoi lavori non danno mai né
idea di fretta né di scarsa cura. Tutt'altro. Sono limati,
ordinati, ricchi e organizzati secondo una logica che non è
quella del caso. I magnifici disegni di Alexa Invrea sono a loro
volta materiale narrante, da fruire, da scoprire, da analizzare,
da leggere assieme ai racconti e da ascoltare assieme alle parole.
Soffermatevi su quello di "In apnea" o sull'immagine riportata
qui a fine pagina e sentirete l'immagine raccontare, la pagina cantare
e le canzoni risolversi in immagini.
Giuseppe Righini fa parte della generazione dei cosiddetti "Anni
zero" e infatti un suo brano ("E mio padre se ne vola
via" è presente anche in quella composita raccolta organizzata
da Club Tenco e Mei per premiare e far conoscere la generazione
cantautorale emersa durante l'ultimo decennio (o in fase di emergenza.
Continuata). Non saprei dirvi se Righini è emerso o meno.
So dirvi però che è uno di quelli che non passano
inosservati. Attenzione ai ritmi lenti, alle parole sussurrate,
ai sensi apparentemente piani: sono ipnotici. Vi porteranno via.
In apnea.