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Le BiELLE RECENSIONI
Vittorio De Scalzi: "Gli occhi del mondo"
I versi di Mannerini con Ongaro per rifare "Senza orario"
di Leon Ravasi
Ascolti collegati
New Trolls
Senza orario, senza bandiera

Vittorio De Scalzi
Mandilli

Roberta Alloisio
Janua

Marco Ongaro
Canzoni per adulti

Max Manfredi
Luna persa

Cristiano Angelini
L'ombra della mosca

Crediti:
Vittorio De Scalzi (voce, chitarre acustiche 6 e 12 corde, pianoforte, mellotron, synth, piano elettrico); Andrea Maddalone (chitarre elettriche): Massimo Trigona (basso fretless, basso elettrico); Enzo Zirilli (drum, cajon e percussioni, djembé, shaker); Stefano Cabrera (violoncello); Roberto Izzo (violino): Raffaele Rabaudengo (viola); Paolo Bonfanti (national steel guitar, chitarra elettrica slide); Martino Coppa (octave mandolin, madolino basso); Edmondo Romano (flauto dolce contralto, tin and low whistle, cornamusa musette, clarinetto); Nani Tudor (fisa): Roberto Cervetto (drum brush); Pietro Martinelli (contrabbasso);
La voce dell'avvocato è di Corrado Tedeschi. L'arringa è stata scritta dall'avvocato Guariente Guarienti

Testi e musica di Mannerini, Ongaro, De Scalzi (tranne 5 e 10 Mannerini, De Scalzi).
Prodiuzione Iaia De Capitali per FermentiVivi
Produzione: Vittorio De Scalzi
Edizioni musicali AerostellaRegistrato, mixato e masterizzato da Roberto "Robbo" Vigo presso Zerodieci Studio - Genova

Su Bielle
Ascolti: "Tanto gocce"

Sul web
Sito ufficiale


Vittorio De Scalzi
"Gli occhi del mondo"

Aerostella - 2011
Nei negozi di dischi

Tracklist

01 Il ritorno
02 Gionata Orsielli
03 Senza una voce
04 Isabella Eggleston
05 Serial Killer
06 Tante gocce
07 L'ultimo altare
08 La corte
09 Sera sul mare
10 Martina di marzo
11 12 pescatori
13 Gli occhi del mondo
14 Il ritorno (Versione 2)
Compito da far tremare le vene sotto pelle. Prendere gli elementi di un disco di fine anni '60, miscelarli ben bene e farne uscire il secondo capitolo di un disco mitico come "Senza orario, senza bandiera". Sembra quasi impossibile: eppure gli ingredienti ci sono. Ci sono nuovi versi di RIccardo Mannerini, il poeta navigatore cieco e amico di De André. C'è un ottimo autore come Marco Ongaro a dare forma musicale ai versi. Non ci sono i New Trolls, ma c'è VIttorio De Scalzi che di quei New Trolls fu una delle anime. E il risultato? Il risultato non delude. Non è "Senza Orario", ma "Gli occhi del mondo" è un ottimo album, che suona un po' anni '60, che porta consistenti retaggi progressive, contaminati da un bagno in sonorità world music un po' più recenti e la magia è quasi completa. Gran bel lavoro, signori della corte!

Se avete mai letto i testi di Mannerini prima del trattamento praticato da De André per arrivare a "Senza un orario, senza bandiera", avrete un'idea del compito che si sono sobbarcati Marco Ongaro e Vittorio De Scalzi, immagino dividendosi i compiti tra chi pensava ai testi e chi alla musica, ma non ne ho conferma alcuna dalle note riportate sul disco. Fatto sta che l'alchimia del 1968 è sta ricreata e le poesie di Riccardo Mannerini, per esplicita volontà del figlio Ugo. sono uscite di nuovo dalla carta e sono state trasformate in canzoni dal duo geno-veronese, costituitosi con la mediazione dell'altrettanto veronese Enrico De Angelis che ha saputo suggerire a De Scalzi un ottimo partner per un'opera che poteva anche essere molto a rischio. Narrano le leggende che De Scalzi stesse già lavorando da un anno sugli inediti di Mannerini ma non riuscisse ad arrivare al risultato voluto. Ne ha parlato con Enrico De Angelis che gli ha risposto: "Ti manca De André. In sua assenza ho io da proporti uno dei meglio sulla piazza". Marco Ongaro, grande artista in proprio, ma anche "mosaicista" su commissione alla maniera del De André di "Senza orario" e che, proprio come De André in "Senza orario", non compare nella line up di musicisti che hanno realizzato il disco.

E' come una nuova piccola Spoon River genovese che prende vita. Vediamo i dagherrotipi di "Gionata Orsielli" che ha "due figlie da marito / e un conto corrente / al Banco di Sicilia / pesca nel fiume / viene alla funzione / parla poco / ha sessant'anni / Si ferma per ore / a leggere i giornali / in una poltrona / di pelle grigia / vecchia / screpolata". Oppure di "Isabella Eggleston" che "un marito l'ha avuto / ma sono in pochissimi / ad averlo veduto / quasi nessuno qui / l'ha conosciuto" o ancora del "Serial killer" che si "incontrava al mattino dal fornaio / parlava sottovoce, educato / distratto / non sembrava feroce né pazzo" o ancora di "Martina Di Marzo": "un grido, un insulto. uina voce / che urla e che chiama / Martina di Marzo / una notte per strada / Martina che scappa / incerta sui tacchi / fra incerti lampioni / e pozzanghere d'acqua".

Il risultato oscilla tra lo "strepitoso" e il "molto interessante", con una gamma di oscillazione limitata. "Gli occhi del mondo" è il classico disco che, ad un primo ascolto si può anche sottovalutare, se non lo si capisce bene, se non si comprende l'operazione tentata dai due (e dal figlio di Mannerini, Ugo). Ma se si entra un poco più a fondo, se si gratta sotto la superficie si resta irretiti, conquistati da queste storie che escono dai diari, dai racconti, dai pensieri degli anni tra i '50 e gli '80 (Mannerini è morto nel 1980).




Facciamo un punto e spieghiamo chi era Riccardo Mannerini: nato a Genova nel 1927 nel dopoguerra si iscrive a medicina, ma non riesce ad ultimarla, parte allora per mare, imbarcandosi sulle bananiere e gira il mondo, finché un incidente
nella sala macchine gli ustiona entrambi gli occhi con il vapore fuoriuscito dai tubi. Resta praticamente cieco. Medico fallito, marinaio ormai di terra, anarchico e poeta a tempo perso, Mannerini diventa poeta a tempo pieno, conosce Fabrizio De André e i due diventano amici. Con De André scrive il magnifico "Cantico dei drogati". Ma ancora più fruttuosa e limpida fu la collaborazione che portò a "Senza orario, senza bandiera" che richiese tre anni di tempo, per produrre un album che conteneva 10 tracce di cui 7 derivanti da poesie di Mannerini ("Suzy Forrester" ha il testo del solo De André, "Al bar dell'angolo" di Giorgio D'Adamo dei New Trolls e "Padre Brian" di De Andrè e Rosario Leva). Nel 1980 Mannerini darà sfogo alla sua disperazione del vivere suicidandosi.

Per questo lavoro, "Gli occhi del mondo"
, a 43 anni dall'uscita di "Senza orario, senza bandiera", sono state prese le poesie inedite di Riccardo Mannerini, custodite dalla moglie RIta Serando (poetessa a sua volta) e dal figlio Ugo. Il risultato è diverso (e come potrebbe non essere altrimenti?) dal lavoro del 1968, ma ugualmente potente, lirico e musicalmente credibile. Grande lavoro da parte sia di Ongaro che di Vittorio De Scalzi che hanno saputo riportare in musica un ambiente e un periodo. Potente la partenza con "Il ritorno" che verrà anche ripresa per chiudere l'album, con la presenza alla batteria di Franz di Cioccio della Pfm. Sopraffina "Tante gocce", dove la voce e il pianoforte di De Scalzi dialogano con gli archi della White Light Orchestra per raccontare la storia di un suicida che si scoprirà poi essere Luigi Tenco (il cantautore più raccontato in canzone che si ricordi!). Coinvolgente e tremendamente anni '70 "La corte", con un pezzo di bravura recitato da Corrado Tedeschi che recita l'arringa scritta dall'avvocato Guariente Guarienti appositamente per il disco. Con il suo intreccio di parlato e di cantato il brano ricorda le atmosfere di "Storia di un impiegato" o il "Recitativo" di "Tutti morimmo a stento", a cui, anche musicalmente ci si richiama.

Ma il disco è lungo quasi 50 minuti e i brani sono 13: ci sono tante storie ed ognuna di queste reclamerebbe la sua attenzione. Possiamo solo chiudere dicendo che la tensione non cala mai e che non ci sono scarti, tagli, ritagli e frattaglie aggiunte per fare peso. E' un lavoro di artigiani pazienti, riuniti attorno agli sprazzi di genialità di uno strano tipo di poeta anarchico del secolo scorso. Se tutto questo non basta a darvi un'idea del fascino non resta che ascoltarlo. Non ve ne pentirete.


Ultimo aggiornamento: 18-08-2011