Una
Brigata di memoria, di cultura, di utopie,
di speranze, d'informazione, dell'uomo.
Le
BiELLE RECENSIONI
Vinicio
Capossela: "Marinai, profeti e balene" La Marinara
Commedia del capodoglio coi tasti di
Giorgio Maimone
Ascolti
collegati
Vinicio Capossela
Da solo
Vinicio Capossela
Ovunque proteggi
Vinicio Capossela
Nel nulla sotto il sole
Vinicio Capossela
Canzoni a manovella
Daniele Sepe
Jurnateri
Max Manfredi
Live in blu
Crediti:
Vinicio Capossela (voce, pianoforte, Farfisa, mellotron, ondoline,
chitarra stella, chitarra, clavicembalo, kalimba); coro degli
Apocrifi (voce); Giuseppe Ettorre (contrabbasso); Stefano
Nanni (organo, armonium, pianoforte; Mirco Mariani (campionatore,
ondoline); Francesco Arcuri (sega, autoharp, falutofono, Santoor);
Alesasandro "Asso" Stefana (vox continental, chitarra
elettrica); Vinicio Vasi (theremin, shaker, tubo, lumachine
di mare, giocattoli elettronici e meccanicfi, fischietti,
flauti, kazoo, carillon); Giuseppe Cacciola (tamburo, boobam,
xilofono, marimba); Zeno De Rossi (percussioni, timpani, catene);
Greg Cohen (contrabbasso); Marc Ribot (chitarra, banjo, mandolino);
quartetto Edodea (archi); Alessio Pisani (fagotto, controfagotto);
Mauro Ottolini (trombone, conchiglie, flicorno, saxofono);
Taketo Gohara (kalimba, ondoline, gong delle nuvole); Luisa
Prandini (arpa); Nadia Ratsimandresy (ondes Martenot); Le
Sorelle Martinetti (coro); Ares Tavolazzi (contrabbasso);
Jimmy Villotti (chitarre); Antonio Marangolo (sax, washboard,
marimba, glockenspiel, vibrafono, xilofoni); Drunk sailors
choir (coro); Mario Arcari (flauto dolce, oboe); Valeria Pilia
e le donne sarde di Actores Alidos; Psarantonis (lyra voce);
Niki Xylouri (Bendir); Halarambos Xylouris (Boulgari); Yorgi
Xylouris (laouto)
Testi e musiche di Vinicio Capossela, tranne dove indicato
Prodotto da Vinicio Capossela e Taketo Gohara
Arrangiamenti Orchestrali di Stefano Nanni
registrato e mixao da Taketo Gohara, presso "La sede",Milano;
pianoforte e voce nel Castello Aragonesedi Ischia; parrocchia
S.Maria Assunta di San Giovan Giuseppe della Croce - DIocesi
di ISchia; studio Echotropio, Heraklion, Creta; Casa del jazz,
Roma; Freeborn Sound Studio, Berlino; Officine Meccaniche,
Milano.
artwork: Jacopo Leone "Etcetera.it"
Foto Elettra Mallaby
Vinicio
Capossela
"Marina, profeti e balene" Warner - 2011 In tutti i negozi di dischi
Tracklist
Disco
Uno
01
Il
Grande Leviatano
02
L'Oceano
Oilalà
03
Pryntyl
04
Polpo
d'amor
05
Lord
Jim
06
La
bianchezza della Balena
07
Billy
Budd
08
I
fuochi fatui
09
Job
10
La
lancia del Pelide
Disco
Due
1
Goliath
2
Vinocolo
3
Le
Pleiadi
4
Aedo
5
La
Madonna delle Conchiglie
6
Calipso
7
Dimmi
Tiresia
8
Nostos
9
Le
Sirene
"Lo
abbiamo aspettato. Ci siamo arrampicati sulle torri di guardia a
scrutare il mare. Dall'alto dei fari, nelle notte scandite dal monotono
ruotare del fascio di luce della lanterna, tra le onde squassanti
delle tempeste piuccheperfette. Lo abbiamo cercato tra le conchiglie
delle spiagge, abbiamo chiesto di lui ai pesci che, immersi in profonde
riflessioni non si sono dati pena di risponderci.
Abbiamo rastrellato le bettole del porto, sfidato le incoercibili
sbronze dei marinai, ci siamo arrampicati sulle creuze per vederlo
arrivare, per scorgerne gli alberi, le velature, il sartiame. Abbiamo
percorso in lungo e in largo le scale atoniche delle musiche inconsistenti.
Ci siamo bagnati nelle Onde Martenot, pagati con la lira cretese,
affrontato pianoforti-capodoglio, tra kalimbe, marimbe, saz e santoor
e, alla fine, lo abbiamo visto sbarcare. Coperto di sale, come Ulisse,
con gli alamari di calamari e le spalline di alghe amare, con le
balene e i suoi profeti. E abbiamo capito che no, a dispetto delle
seghe musicali suonate nel disco, questo no, non è una sega
musicale. "Marinai, profeti e balene"
è piuttosto una saga, lunga, estesa, distesa. Con tanta acqua
di mare e poca sabbia. Non utilizziamo le solite categorie con Vinicio!
In assenza (temporanea) di De André, solo lui o Gian Maria
Testa possono darci la scossa. E, come lampreda, e noi la sua preda,
puntualmente ce la dà. Colosso.
Dalla confezione a libretto i dischi spingono per uscire. Emblema
di un'urgenza estrema di suonare. D'altra parte è materiale
spesso come un'enciclopedia! O lo si inizia subito, dalla testa
o dalla coda, o non è più fresco.
Museale. Nel senso di un lavoro abitato dalle muse. Euterpe, che
presiede alla poesia lirica; Melpomene per la tragedia; Talia per
la commedia, Erato per l'amore. Tutte presenti qui. Tutte al servizio
di Vinicio.
Vinicio Capossela gioca con le sue canzoni come farebbe un bambino.
Con la stessa passione incorrotta assembla suoni, umori e atmosfere
provenienti da mondi diversi. Esattamente come nell'esercito di
soldatino di un bimbo ci sono inconguenti accostamenti tra Superman,
Davy Crockett e un guerriero medievale, ma è proprio da questa
purezza incorrotta di intenti che sboccia la gemma. A volte precisa
e nitida, a volte più oscura. Ogni tanto è pure dato
di sbagliare il colpo, tanto la musica non è scienza sicura.
Ma nei lavori di Vinicio quello che conta, sopra tutto, è
l'insieme, l'idea di trovarsi di fronte a un'opera dove il totale
è maggiore della somma delle parti. Così avviene anche
qui. "Billy Budd" è una
splendida canzone, ma "Marinai, profeti e balene"
nel suo complesso lo è di più. Per un giocoliere del
meraviglioso un risultato da segnarsi. Contribuiscono al risultato
(e a volte lo determinano) le macchine sonore di cui Vinicio si
circonda: i Gamelan dell'Indonesia, la lira cretese, il theremin,
le arpe, i fiati, le orchestre, i cori e l'impasto creativo, il
caos primigenio dei rumori degli spagnoli ... Un disco che atterrisce,
nel suo confronto con l'Uno e l'Eterno, ma che consola e, in fin
dei conti, abbraccia, come faceva "Ovunque proteggi"
di cui qualche tema viene ripreso. Per non lasciare fuori nulla
viene ripreso anche il polpo già cantato coi Caleixico ("Polpo
de amor"), ma inserito solo nel loro disco in
versione italiana. Un polpo cotto diversamente però.
Vinicio
abita un mondo tutto suo, fuori dal tempo, di sicuro diverso dal
presente. Da piccolo lo hanno messo in una teca e preservato dagli
oltraggi del presente. Imbevuto di letteratura: quella alta dei
capolavori immortali come Moby Dick, Lord Jim, l'Odissea, ma anche
Sandokan, Topolino e i rotocalchi illustrati. "La
Sirenetta" di Disney qualcosa con "Pryntyl"
condivide. E "In fondo al mar"
e "Allora baciala" potrebbero
benissimo essere due brani di Capossela. Perché Vinicio ha
anche questo tra i suoi pregi: riuscire a giocare senza stacchi
tra registri alti e bassi. Scrivendo canzoni che altri forse si
vergognerebbero a cantare, perché troppo semplici, troppo
trepide o delicate. Ma poi basta inserire arrangiamenti molto complessi,
un gioco di squadra fenomenale e qualche trovata, che non può
mancare mai per definizione ed ecco sfornato il pezzo memorabile:
che sia "Lord Jim" o "La
bianchezza della Balena".
Difficilmente, se non mai troverete nei testi di Capossela riferimenti
precisi o pregnanti, una polemica sociale, un aggancio al presente.
Però ne "La Madonna delle conchiglie"
è magnifico il riferimento a questi Dei, venuti dal mare
"senza carte, senza la scorta / senza permesso, senza passaporto"
dove il riferimento è implicito e non casuale. Altrimenti
sono testi che vivono nel magico mondo della poesia, a volte meravigliosamente
celibi, non destinati a fare proseliti e altre volte alti e ispirati,
quasi profetici. Con voce piana, educata e delicata, quasi sussurrata,
che però la musica non travalica mai, Vinicio dipinge scenari
sonori che il coro e gli arrangiamenti arricchiscono dei mille colori
necessari. Perdiamo volentieri il nostro tempo, lo mescoliamo col
suo, lo mettiamo a disposizione per salpare per questo viaggio che
ha i colori dell'esistenza e che non è facile, pur non essendo
periglioso.
Ci facciamo irretire da "Aedo",
con la sua fragilità misterica, dalla "Madonna
delle conchiglie" e dai suoi suoi sottopelle,
dalla delicatezza di "Dimmi Tiresia"
e soccombiamo delicatamente alle "Sirene"
che chiudono le danze. Il secondo album ha qualcosa in più
del primo (dentro cui però alloggiano le straordinarie "Billy
Budd" e "Pryntyl"),
sotto il piano delle suggestioni e delle emozioni. Ma tutto l'album,
anzi il disco, perché, come dice Vinicio dobbiamo riappropriarci
della fisicità, è emozionante. Un viaggio nelle emozioni,
anche difficile, attraverso diverse canzoni decisamente sghembe.
Sono canzoni differenti dalle altre. Lui scrive così. Ed
è immediatamente spettacolo, anche nelle scelte strumentali
o della ciurma di accompagnamento, tra maestri d'ascia e arredatori
sonori.
Non ascoltatelo distrattamente. Vi fareste un torto. Epocale? Capolavoro?
É presto per dirlo e anche un poco inutile. É a tutti
gli effetti un disco di Capossela, uno dei maestri dell'attuale
musica d'autore, uno che anche quando è poco ispirato ti
serve un piatto con stupori e sapori tutti suoi. E quando è
ispirato, beh ... è un mistero stuporoso e abbracciante del
regno da cui proviene la maraviglia.