Milano
anni '70. La polizia spara, la mala pure
di Louise Brooks
In certi momenti sembra un film di Tarantino, ma solo
perché sia lui che Placido si rifanno allo stesso modello:
il cinema italiano degli anni 70, quei poliziotteschi violenti
e sopra le righe, in cui dominavano auto veloci, pistole,
denaro, night, coca e belle donne di coscia lunga.
Un film d’azione fino all’ultimo respiro che insegue
le gesta del bandito più famosa dell’epoca, quel
bel Réné che seduceva anche le ragazze che rapiva
e che era padre autoritario e crudele, fratello affettuoso
e amico leale degli altri criminali con cui divideva la strada.
Una strada figlia dell’Italia del boom e delle utopie
del 68, con aneliti di uguaglianza e di benessere confusi
in un’impossibile alchimia.
E ancora auto che sgommano, inseguimenti e una Milano che
non era ancora da bere filmata con colori acidi e sporchi,
prigioni (in set reali) e la spregiudicatezza adrenalinica
di un talento male indirizzato.
Una manciata di attori (e attrici) meravigliosamente in parte
su cui troneggia Kim Rossi Stuart, impeccabile e scanzonato
protagonista, con in fondo al cuore il rimpianto e l’orgoglio
di una vita buttata. Le polemiche sull’esaltazione di
un ergastolano o sulla violenza? Idiozie: buttatele alle ortiche
e correte al cinema.
La frase: "C'è chi nasce per fare la
guardia, io sono nato per fare il ladro"
La frase 2: "Io non sono cattivo, ho
soltanto il lato scuro un po' pronunciato"
Da
vedere: Perché c'è bisogno di un po'
di affetto, di un film abbracciante, anche quando è
un abbraccio malinconico
|