Quasi
un musical, inno all'onestà
di Louise Brooks
La storia la conoscete: il Papa appena eletto entra
in crisi perché si sente inadeguato al nuovo ruolo
e il portavoce della Santa Sede, come rimedio estremo, chiama
uno psicoanalista. Spunto meravigliosamente originale che
però poteva trasformarsi in altre mani in un pasticcio.
Ma Moretti è un genio.
Ed è anche una bella persona e nel film mette tutto
quello che alla parte pulita dell’Italia piace, quello
a cui tanti di noi vorrebbero assomigliare, dirigendo un film
sul problema della responsabilità (che è anche
una chiamata alle armi: chi se la prende in Italia?). Ecco
allora svettare la figura di un papa che è l’Anticaimano,
un uomo che fa i conti con la sua fragilità, animato
da un senso etico così profondo che può fare
a meno di qualunque moralismo.
Ecco l’uomo di fede tornare a stare nel mondo per conoscerlo
e non per salvarlo, ecco il condottiero confessare il suo
bisogno di essere “condotto”. Una predica? Neppure
per un secondo: Moretti è riuscito a dirigere un musical,
non quello che sognava in Caro diario sul pasticciere trotzkista
nell’Italia degli anni Cinquanta, ma sui cardinali riuniti
nel Conclave, mescolando momenti surreali con prese di posizione
civili, in un inno all’onestà. E sulla Croisette,
unico italiano in concorso assieme al film di Paolo Sorrentino,
Nanni parte alla grandissima.
La frase: "Soffro di deficit da accudimento,
ma non ho capito cos'è"
La seconda frase: "Non esiste più
da cinquant'anni palla prigioniera!"
Da
vedere: Per capire che alcuni sono registi ... e
altri sono Nanni Moretti
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