Tra
salsedine e ruvida dolcezza
di Louise Brooks
Come cantava Fabrizio De André: “dai
diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”.
La perfezione è spesso troppo fredda per essere feconda,
mentre la fatica (e la pazienza) possono compiere miracoli.
Ci si pensa spesso guardando questo film speciale
(non perdetelo!) premiato alla Settimana della critica di
Venezia: una storia d’amore filmata con un piglio da
western, sullo sfondo di un paesaggio poco raccontato, quello
dei pescatori della bassa Normandia. Angèle, appena
uscita di prigione, ha bisogno di una famiglia come dell’aria
che respira: le serve per ricongiungersi al figlio.
Tony è uno sgobbone, vive ancora con la madre e pena
a tirare avanti col suo barcone, perché la crisi economica
ha colpito anche la pesca. Lei è bella e sfrontata
e dice poco di sé, lui è timido e goffo e non
si capacita del perché questa donna così bella,
incontrata con un’inserzione, voglia proprio lui.
Tutto rema contro, la gente, l’impossibilità
di capirsi, i soldi che non ci sono, le paure e il passato
gramo di tutti e due. Eppure ce la faranno, in un percorso
pudico di comprensione avvicinamento che magicamente diventerà
amore vero: perché le strade del cuore sono sorprendenti.
Un film che diventa un documentario sui sentimenti, uno spaccato
di mondo proletario che profuma di salsedine e ruvida dolcezza.
La frase: "- "Perchè non me l'hai
detto prima? Mi hai preso per uno stronzo?"
- "Temevo che mi mandassi via"
- "Appunto, mi hai preso per uno stronzo".
Da
vedere: Perché c'è bisogno di un po'
di affetto, di un film abbracciante, anche quando è
un abbraccio malinconico
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