Una Brigata
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Le Bielle interviste ottobre
2011
Naif: la canzone
deve essere popolare
"L'artista
deve aprirsi al pubblico. Se abbiamo paura di dire "commerciale"
però è indispensabile che le nostre canzoni
siano sentite e non restino carbonare"
21/10 - Parliamo di "Tre civette sul comò".
Come è nato,q uanto tempo ci hai lavorato. Eè
stato un disco rapidissimo: "E' tempo di raccolto"
è del 2009 e questo arriva poco più di un
anno dopo. "Sì e in mezzo c'è stato
anche il disco francese. Mamma mia! Ho bisogno di una vacanza!"
"E' tempo di raccolta", che è del 2009
in realtà è una raccolta di brani che continuavo
a fare live nei concerti e non avevo ancora trovato nessuno
che mi producesse un benedetto disco. Allora presa dallo
sconforto, decisi di autoprodurre "E' tempo di raccolta".
Dopo anni che semino un benedetto disco riuscirò
a produrlo!" (Ride)
Mentre invece "Tre civette sul comò"
è un disco tutto nuovo. Tutto no, perché c'è
"Menestrello da strapazzo" che facevi già.
"Tre civette sul comò è una specie
di restituzione del mio tour dell'anno prima. DI fatti,
secondo me, è una disco molto francese,. nella strumentazione,
nei passaggi armonici. E raccoglie tutti i brani che io
ho scritto dopo un anno e mezzo intero passato in tour.
E' stato scritto di getto. Probabilmente, come dici tu,
è un disco più unitario. Ho abolito la strumentazione
elettronica, per cercare di dare questo suono unitario".
Iniziamo a celebrare i tuoi trent'anni che li compi oggi,
28 ottobre. "E' la notizia del giorno. Infatti
non pensavo di arrivarci viva. Sai che sono contentissima,
perché è da quando sono bambina che voglio
avere 30 anni. (ridiamo). Ok, a questo non ci crede nessuno.
Però a vent'anni davvero mi sentivo povera di esperienza.Quello che vorrei io è cercare di rendere commerciale
o meglio popolare se non ci piace la parola commerciale.
A noi artisti serve essere commerciali sennò come
mangiamo? E come portiamo avanti un sistema culturale? Non
possiamo chiuderci in noi stessi e cantare le migliori canzoni
che siano state scritte".
"Bisogna cercare di riformulare una nuove versione
dei fatti. In quest'ottica di aprirsi e di trovare artisti
che abbiano un contatto diretto con il pubblico c'è
anche questa collaborazione con Arisa per una canzone inserita
nella colonna sonora del nuovo film di Fabio De Luigi "La
peggior settimana della mia vita".
"Naif, in fin dei conti è
un soprannome. Era il nome che aveva il progetto musicale
quando è partito nel 2001. Io arrivo da una struttura
musicale autodidatta: poi ho studiato tutta la discografia
di Joni Mitchell, il cantautorato italiano, quello francese.
Il tentativo era di trovare uno spazio per il mio modo di
pensare e per i miei pensieri".
"Tre civette sul comò"
Questa
è genialità, altro che balle! A solo un anno dal suo
debutto (ma in realtà è da più tempo che si
è iniziato a parlare di Naif), la cantautrice valdostana
torna in primo piano con un delizioso disco, composto, suonato e
prodotto quasi in totale solitudine. Ogni brano porta con sè
le stimmati della genialità. Non ci sono cadute di tensione,
non ci sono riempitivi, non c'è niente di già premasticato,
o se c'è è comunque ripreso e rivissuto come se fosse
la prima volta in assoluto che lo si sente. Naif non è neanche
"the next big thing", perché è già
qui e dall'alto di due dischi, uno più bello dell'altro,
reclama assoluta attenzione, D'altra parte come gliela si potrebbe
negare? Già a un primo sguardo, senza nemmeno ascoltarla,
appare fuori dagli schemi. Ma se poi ci si prende la briga di sfogliare
i solchi, ci si accorge da soli che la ragazza ha una caratura diversa.
Può bastare ascoltare la strepitosa "La festa delle
lucciole", che potrebbe sembrare scritta per il trio Lescano.
Questa musica di altri tempi, questi chiari e scuri della voce,
questa atmosfera da tabarin, tra disegni di Touluose Lautrec e bicchierini
d'assenzio. Questa luce che va e che viene, come quella delle lucciole
con cui "si brinda in quantità" (e che tipo di
lucciole sono? Viene il dubbio siano quelle ragazze un po' per male
che riempivano i viali qualche tempo fa). "L'odore dell'estate
sa di mandorle / portalo via con te / le frasi appassionate e un
po' osé / portale via con te". Bastano pochi tocchi
di pennello, basta quell'abat-jour accesa al primo verso, con la
sua luce intermittente, basta il ritmo manouche della chitarra e
l'incanto è perfetto. La voce delicata ed eclettica di Naif
ci porta altrove. Siamo dentro al suo film, pronti a farci inumidire
fino all'osso. (Segue)