Ecco, seduta in sala! Come tutti i cinefili sempre davanti.
Ma a differenza dei più al centro e non di lato.
Il ciefilo, ma solo quello più pallido, e in
genere maschio, tende a nascondersi. Inizia il film.
"A dangerous method" di David
Cronenberg (Germania, Canada, 99', v.o. inglese s/t
italiano) con Keira Knightley, Viggo Mortensen, Michael
Fassbender, Vincent Cassel
Grandi, convinti applausi della platea. Bel film tradizionale
e rispettoso, ma con guizzi anticonvenzionali. Gran
ritratto della nascita della psicanalisti e dei suoi
uomini. E donne. Bello. Battute anche di vera intelligenza.
Il regista, anche nella tradizione, sa mordere.
Jung: "Gli angeli parlano sempre tedesco. E' una
tradizione"
Freud: "Al circolo della psicanalisi di Vienna
sono tutti ebrei". Jung: "E questo cosa c'entra?".
Freud: "Questo, se posso permettermelo, è
un commento squisitamente protestante".
Otto Gross: "Credere nella monogamia per un nevrotico
del mio livello è un concetto davvero snervante".
Jung: "Il nostro compito è aiutare il paziente
a trovare un modo di reinventarsi la vita"
Freud a Sabine: "Credo che la sua idea di una mistica
unione per un biondo Sigfrido fosse di per sé
fallimentare. Noi siamo ebrei".
La
carneficina di Polanski
Bell'aria, bella luce. Sembra non umido. Si va a vedere
il film di Cronenberg su Freud e Jung. Speriamo non
calligrafico come sostiene una mia amica che l'ha visto
all'anteprima in città. Ma dai, facciamo le ottimiste!
Altrimenti che vivi per fare? Non sono d'accordo con
Madonna quando sostiene che ogni speranza porta in sé
il germe della delusione.
Conviene
parlare di Carnage (in francese "carneficina):
è un film straordinario. Girato in cinque claustrofobiche
settimane con gli attori chiusi in un appartamento,
a provare e a girare e alla fine pativano la mancanza
d'aria rendendo più credibile l'isteria che man
mano cresce nel gioco al massacro fra le due coppie
protagoniste. Altro dettaglio: Polanski ha usato UNA
sola macchina da presa. Incredibile! Perché questo
significa che aveva in mente il ritmo del film più
e meglio che in un meccanismo a orologeria. Ora, la
storia, a qualcuno (molti?) forse già nota, un
po' perché è un testo di Yasmina Reza,
un po' perché in Italia è stato portato
in scena l'anno scorso (protagonisti Silvio Orlando,
Micaela Cescon, Anna Bonaiuto e Alessio Boni). Lo spunto
è semplice: due undicenni litigano e uno colpisce
l'altro con un bastone, rompendogli due denti. I motivi
della rissa non si conoscono, ma i genitori dela "vittima"
invitano a casa i genitori dell'altro bambino per un
civile chiarimento. Ma fra un caffé, molti sorrisi
di circostanza, una fetta di torta, un telefonino che
squilla incessantemente succede di tutto, aggiungendosi
tensioni crescenti che smontano e esasperano i rapporti,
l'alcol e il vomito, reale e esitenziale che sommerge
il perbenismo, facendo affiorare la misera autenticità
delle relazioni. La verità è, sembra suggerire
l'autrice della pièce, che siamo tutti ostaggio
del dio della carneficina, che tira fuori da ciascuno
di noi il peggio. Mille le tematiche sfiorate in un
dialogo che Polanski ha molto migliorato rispetto al
testo originale rendendolo feroce e più affilato.
Si salva qualcuno? I bambini, ma solo nel film, perché
l'aggiunta di alcune scene è del regista, assente
da Venezia. Per i noti motivi: su di lui pende ancora
un mandato d'arresto per lo stupro americano di alcune
decine d'anni fa che ha scatenato appelli di difesa
da mezzo cinema mondiale e sul quale io sospendo il
giudizio. Di una cosa però sono sicura: Polanski
è un regista assolutamente geniale e il suo un
film perfetto.
Ma che bello! Grandi film, che aprono le porte della
percezione su politica, famiglia, coppia, amore e sesso.
Ma davvero che bello!
La
rivincita del teatro
Cronenberg si identifica con Sabina e con l'idea el
poter creativo della distruzione e dell'istinto di
morte. Ovviametne. La forza del disordine e del caos
raccontata in inquadrature di razionalismo tedesco.
Lui si è letto molti testi di psicanalisi,
anche dal tedesco, affascinato dal valore letterario.
Grande personaggio lui, Grandissimo film di geometrica
bellezza sull'illusione che la ragione possa spiegare
ogni cosa.
Ragionare sui film è forse meno faticoso che
tirare la lima.
Applausi super alla conferenza stampa di Cronenberg.
Di più. Trionfo!
A Vienna all'epoca, la posta veniva consegnata cinque
volte al giorno
La rivincita del teatro: tre grandi film e tutti e
tre tratti da opere teatrali: Clooney, Cronenberg
e Polanski.
Segreti: sono ancora inaccessibili parte delle lettere
di Wally Simpson. E ce ne facciamo una ragione. Ma
sono conservate dagli eredi di Jung. E quelle sì
che sarebbe una ricchezza poter leggere ...
Kate Winslet in sala per la proiezione ufficiale di
di "Mildred Pierce". Non un etto di troppo,
ma neanche di meno. Chi lo avrebbe detto ai tempi
di "Titanic". Azzardo: nuovo amore? Ma sta
ancora con Sam Mendes? Da ottobre su Sky. Molto bello.
Bellissima! In abito bicolore. Nero dietro, avorio
davanti. Molto anni quaranta, giustamente.
La
bella Bellucci e i suoi film sbagliati
Incredibile fila per il film della Bellucci. "Un
ètè brulant" di Philippe
Garrel (Francia, Italia, Svizzera, 95', v.o. francese
s/t inglese/italiano) con Monica Bellucci, Louis Garrel,
Céline Sallette, Jérôme Robart.
Delirio di fotografi per il red carpet di Madonna.
Umidità a livelli letali. Ma, stoici. i cinefili
resistono.
Confermo: molta più gente che lo scorso anno.
A metà del film della Bellucci, commento: "Ma
per favore!"
Riassume invece che raccontare. Film molto inutile.
Ma perché?
Povera Bellucci! Sembra grassissima e l'hanno vestita
così male! Povera piccola, non lo merita. E'
una brava ragazza, sbaglia sempre film. Certo recitare
non è il suo mestiere ...
Risate a scena aperta. Povera Monica! Non è
capace ... Battuta carina: "gli italiani, dal
Rinascimento, si stanno riposando".
E non finisce più! Un ora e mezzo stanno diventando
sei ore in queste condizioni. Non la si regge più.
Accolto dal grido di "In miniera!". E come
dar loro torto?