Ascolti collegati
Crediti:
Simone Lombardo (cornamusa, ghironda, flauti); Maurizia
Giordanengo (organetto); Chiara Bosonetto (voce); Elena Giordanengo
(arpa, tamburi e flauti provenzali, voce); Lorenzo Arese (batteria);
Alessandro
Rapa (chitarre acustiche , bodhran, voce, campionamenti e programmazioni
digitali)
Ospiti:
Giorgio Boffa (contrabbasso); Massimo Baudino (voce); Rosella
Pellerino (voce); Eugenia, Costanza e Antonio Rapa (voci); Eugenia
Rapa (violino).
Tutti brani
dela tradizione, tranne "Pastres de l'Argentiera" testo
tradizionale e musica di Sergio Berardo. Arrangiamenti Gai Saber
Registrato nel mese di maggio 2010 presso Studio Piave 34 - Cuneo
- Enrico Tortarolo e Fabrizio Barale - Paly - Bricherasio (To) da
Alberto Macerata. Studio Gai Saber, Peveragno (Cn) da Axel O' Rape
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Tracklist
01. Pastres de l'Argentiera
02. Lou premier miracle
03. La cambo me fa mau
04. Micolau nostre pastre
05. Venès venès
06. San Jauze eme Mario
07. Anech quand lou gau cantavo
08. Lou viage di tres Rèi
09. Rpataplan!
10. La catarineta
11. Pastre de la campagno
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Se c'è
un album di cui bisogna parlare oggi è questo. Non ci sono
dubbi! Prima di tutto perché è un ottimo lavoro e
in secondo luogo perché quando, se non a Natale, è
possibile ascoltare un disco che parla di angeli, pastori e miracoli?
I Gai Saber, che già avevano dato ottima prova di sé
in "La Fàbrica Occitana" del 2006, ci rifanno con
questo "Angels, Pastres, Miracles. Chançons de Nadal
en Occitania", ossia "Angeli, Pastori, Miracoli, Canzoni
di Natale in Occitania", un'opera che, se non fossimo in Italia,
ossia un territorio che del suo passato ama fare strame, andrebbe
studiata a scuola.
Sempre pronti ad andare in brodo di giuggiole per i blues natalizi,
i gospel o i canti della tradizione anglosassone, a volte capita
che anche sotto queste latitudini si riesca a fare tesoro del passato,
prenere le tradizioni, innestarle sul corpo del presente e fare
vivere nello splendore della propria tradizione canti che vengono
da lntano. I Gai Saber hanno preso l'antica tradizione dei “Novés”
Occitani e ne hanno fatto 11 brani, reinterpretando alcune delle
più note canzoni tradizionali che venivano eseguite e rappresentate
soprattutto in Provenza nel periodo natalizio, ma delle quali abbiamo
importanti testimonianze anche nel territorio occitano d’Italia.
I testi
e le musiche dei Novés occitani fanno rivivere il mistero
della nascita e dell’infanzia di Gesù, anche attraverso
i racconti affascinanti e magici dei Vangeli apocrifi. Che, come
ci ha insegnato De André , possono essere fonte di tesori
irripetibili.
Il tono è lo stile sono quelli del recupero paziente e fedele
della tradizione, aggiornata ai nostri tempi, opera che, anni, fa,
hanno egregiamente interpetato gruppi come i Fairport Convention,
gli Steeleye Span o i Pentangle in Inghiltrra, i Cantovivo e la
Lionetta in Italia e ora ci affilano le armi i Gai Saber, con esiti
quanto mai convincenti. "In queste canzoni popolari
- dicono i Gai Saber - drammatizzate fin dal Medioevo nelle
veglie di Natale, si ritrova la semplicità del mondo dei
poveri, spesso i veri protagonisti dei racconti; una profonda fede
nella Provvidenza divina, che protegge e consola i piccoli; un messaggio
di fiducia, aiuto e simpatia per gli umili e gli oppressi, messaggio
di cui la società attuale, travagliata da crisi e conflitti,
sembra avere sempre più bisogno".
L'esperienza del gruppo occitano non si ferma qui. Dopo aver fatto
l'album, dallo stesso insieme di canzoni, è nato uno spettacolo
multimediale (musica, immagini, teatro e danza) con ci far rivivere
il rito dal vivo nel periodo natalizio.
I Gai Saber
sono un gruppo che nasce nell’area linguistico - culturale
occitana, ovvero in quelle valli piemontesi in cui si parla l’antica
lingua d’Oc. Il nome deriva da un antica sfida poetica fra
letterati del XIV secolo; i testi e la musica si ispirano quindi
alla ricchissima tradizione orale ed ai ritmi delle danze occitane.
Fin dal 1992 l’obiettivo del gruppo è stato l’unione
della tradizione della musica di danza occitana e dei brani dei
trovatori medioevali con le sonorità della musica di oggi;
a fianco dei tipici strumenti tradizionali (ghironda, organetto,
cornamusa flauti e quant’altro i Gai Saber inseriscono strumenti
moderni e soprattutto timbri elettronici, mentre l’arrangiamento
fa riferimento ai diversi aspetti della musica contemporanea.
I testi, dicevamo sono tratti dai "Novés" e precisamente
da "Tesor de Noel Provencale et meridionale - Marcel Petit;
Chants populaires de la Provence - recuills et annotes par Damas
Arbaud; Motifs ed Associations Canta Lou Pais / Cantar Lo Pais;
Anthologie des Chantes Populaires - tanto per far notare l'impegno
e la seriet dell'opera. Ogni testo, sul libretto è propriosto
ella versione occitana in quella itlaiana a fianco. La revisione
dei testi occitani è di Rosella Pellerino. Le immagini riportat
enel libretto sono quelle (emozionanti) del Santuario della Madonna
dei Boschi di Boves, della Chiesa di San Fiorenzo di Bastia Mondovì
e della chiesa di San Peyre di Stroppo.
Certo non tutti i brani hanno la stessa appetibilità e fruibilità.
Alcuni risultano estremamente insistiti, magari su una sola nota.
Se "Pastres de l'Argentiera"
risente positivamente del fatto che la musica sia attuale e composta
da Sergio Berardo dei Lou Dalfin, "Lou premier miracle"
è un brano tradizionale a tutto tondo, scarne ed affidato
alla magia delle voci femminili che si intrecciano. "La
cambo mi fa mau" (ossia la gamba mi fa male)
è un classico canto di lavoro, con una bella scansione ritmica
e un ritornello memorizzabile. "Micolau, noste
patre" (Nicola, nostro pastore) parte sotto tono
a gradatamente si espande nella musica.
"Venès, venès"
poi è uno dei miei brani preferiti, uno di quelli che più
si riallaccia alla grande tradizione delle ballate europee. Per
alcuni aspetti ricorda i brani che Lino Straulino ha raccolto nei
suoi lavoro "La munglesa"
e "La bella
che dormiva". Molto bella anche "San Jauze
eme Mario" che poi starebbe a dire "San
Giuseppe con Maria", arriccita da quella iteratività
che faceva sposare anni fa così bene la musica popolare con
il progressive. "Aneuch quand lou gau cantavo"
(Stanotte quando il gallo cantava) racconta a modo suo una natività
popolaresca. "Lo viage di tres Rèi"
è invece la versione più seria e "ufficiale"
della natività, con tanto di Re Magi e la musica, per l'occasione,
si fa paludata. Pare persino naturale che ci perda nei confronti
della danza popolaresca di un brano prima e anche rispetto alla
successiva "Rapataplan" (il
rumore onopatopeutico del battere del tamburo), dove a rendere omaggio
a Gesù Bambino è "un bel gruppo di giovani
marmocchi che mangiano la minestra, soprattutto quando è
di maltagliati (tradizione della vigilia di Natale) "
che partono con un'orchestra di tamburini per festeggiare la natività.
"La catarineta" (La coccinella)
è un altro brano di solido impianto popolare però
di quelli troppo insistiti e di difficile digestione, come il panettone
dopo l'abbuffata di Natale. Esile la finale "Pastre
de la campagno" (pastori della campagna), ma
questo non toglie un'oncia al valore del disco nella sua globalità
e allo spettacolo che ne è stato tratto. D'altra parte il
Natale è un tema che coi canti e balli si presta bene alle
tradizioni popolari e i Gai Saber hanno appena sfornato un disco
destinato ad accompagnarci per molte stagioni ancora. Sempre sotto
Natale, sotto l'albero, in mezzo ai regali, per chi se li può
ancora permettere. O in mezzo agli auguri e a brindisi, per chi
non ha altro. Di sicuro resta la musica, il canto, le tradizioni.
Gai
Saber
"Angels, Patres, Miracles. Chançons de Nadal en Occitania"
Felmay - 2010
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