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Le BiELLE RECENSIONI
Massimilano D'Ambrosio: "Cuore di ferro"
Ascendenze letterarie di buona razza
di Giorgio Maimone


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Musicisti:
Basso: Fabio Fraschini
Batteria: Giampaolo Rao
Chitarre: Gianluca D’Alessio, Fabrizio Guarino, Massimiliano D’Ambrosio, Davide Vaccari
Violino: Stefano Tavernese
Fisarmonica: Desiree Infascelli
Bombardino: Ludovica Valori
Mandolino, Bouzuki e Kazoo: Davide Vaccari
Tastiere e Hammond: MarcoQuagliozzi
Banjo: Danilo Cartia
Violoncello: Marco Cecilia
Cori: Alessandro Facchini

Registrato e Mixato presso l’Emerald Studio Recording di Roma da Fabio Fraschini e Luigi Colasanti Antonelli.
Mastering effettuato da Fabrizio De Carolis presso il Reference Studio di Roma


Testi e musiche di Massimiliano D'Ambrosio, tranne "An Scathàn" di Key McCharty/M. D'Ambrosio e "La scuola più strana del mondo" di Stefano Benni/M.D'Ambrosio

Ospiti: Marino Severini in "Luna lunera"
Key McCharty in "An Scathàn"



Tracklist

01. Sette notti senza luna
02. La danza immobile (l’amore ai tempi del Folkstudio)
03. L’ufficiale
04. La via sul porticciolo
05. Cuore di ferro
06. La scuola più strana del mondo
07. Teresa Batista
08. Luna Lunera
09. An Scathàn (Lo specchio)



Massimiliano D'Ambrosio ha messo assieme un disco che è serio, divertente, buffo, simpatico, profondo, sincero. Insomma, un gran bel disco, fatto di poche cose, ma tutte giocate bene, anzi: come meglio non si può. Solo nove le canzoni allineate, per un totale che sa più di Lp chedella macrodisponibilità di tempo di un cd e inq uesti nove brani alterna sentimenti, sensazioni, stimoli e ambienti musicali. Si inizia con una breve ballata "Sette notti senza luna" che riprende il gioco coi numeri tipico delle canzoni popolari: "uno è il cielo col caprone d'oro / due le mani senza un lavoro / solo tre i dubbi del finanziere / quattro le giacche del contrabbandiere / cinque i sospiri davanti al mare / amore mio non annegare / sono se le bocche della lussuria / e sette gli anni di sventura". Già una piccola delizia che anticipa il sapore dei piatti più forti che usciranno dalla cucina. Diciamo un' amuse-goule di classe.

Ma già con secondo piatto si fa sul serio. E' un antipasto in piena regola "La danza immobile" (e il sottotitolo spiega che si tratta di "amore ai tempi del Folkstudio"). Un ritmo lento che marca il passare del tempo e il colore della nostalgia scandito dal ritmo cantilenante del testo, ben scandito. Qualcosa di letteratura russa, un pizzico di film francese "("Un cuore in inverno"?): "Tutto, rinnegare tutto / per un po' di vita / tutto rinnegare tutto / tutta la fatica / settimane ad aspettarsi / tanta strada per fermarsi / qua". Uno spiedino di capesante e scampi, con infuso di mela verde e sedano rapa!

"L'ufficiale" scandisce il ritmo del vino di accompagnamento. Dovrebbe essere vodka, vista la gogoliana scrittura del brano, ma noi possiamo puntare su un bianco di frontiera, zona isontina: diciamo "Braide alte" di Livon. "Sono stato un ufficiale per piacere / il meglio della mia generazione / perché fosse chiaro che il potere / aveva fatto la sua selezione / ma il potere ha perso un'occasione / sprecandomi in un posto che odiavo / umiliandomi, mandandomi in pensione / senza la stella in più che meritavo". La stella da jeune restaurateur, gliela attribuiamo noi. Era dai tempi di De André che non sentivamo un discorso così serio e motivato tra il potere e suoi esecutori!

"La via sul porticciolo" è un secondo antipasto, più tenue: liberamente ispirato a una poesia di Lawrance Ferlinghetti, per non farsi mancare niente. "Stupenda e incandescente / camicia aperta, seno quasi nudo / appende i suoi peccati / appena un po' sbiancati / mi salva almeno in parte / mi salva almeno in parte dal futuro". Noci di capesante in bagnetto di topinambur.

"Cuore di ferro" è la chiave di volta del disco, cui dona il nome. Siamo sempre sul versante della malinconia e delle musiche pacate, al servizio di storie che mantengono alto un appeal letterario. Ascoltare Massimiliano D'Ambrosio in questo disco è come sfogliare un buon compendio di letteratura."potresti abbassare la voce? /Ho male al cervello / Potresti gridare più piano? / Lo so, non ne puoi fare a meno / ti piace cantare / seduto a un altare / Potresti abbassare i tuoi occhi? / Mio figlio è malato". Un piatto di spessore: linguine di gragnano con calamaretti spillo e pasta di pane di Fobello.

Ma le canzoni ispirate a opere letterarie non finiscono qui, visto che questo è il tono generale del disco. "La scuola più strana del mondo" è tratto, come testo, da una poesia di Stefano Benni e "Teresa Batista", come è facile indovinare, è liberamente ispirata al libro "Teresa Batista stanca di guerra" di Jorge Amado. Mentre, tanto per gustare, "Luna lunera" è introdotta da una frase di Federico Garcia Lorca: " ... e la luna lunera, che sorriso aveva tra le labbra".

"La scuola più strana del mondo" è fresca e divertente, come un piatto di Oldani: anguria, zafferano, funghi neri e riso, mentre "Teresa Batista" è sinfonica ed epica: uno degli episodi più alti del disco, da cui traspare il senso evidente del libro di Jorge Amado. Merita una moqueca di granchi molli come quella che cucina Dona Flor! "Luna lunera" che sa di canto popolare e che mi ricorda, chissamai perché il ritmo di "Volta la carta", si porta dietro l'aroma di dolce: crema di latte montata con composta di pesca e marzapane, sfera di cioccolato alla vaniglia e fiore croccante.

Infine, capitolo finale della degustazione "An Sachàn": un armagnac!

Buone letture, buoni ascolti, grande degustazione, rilassata e intesa e una buona capacità di cercare la melodia e di creare la suggestione: queste riassumendo sono le qualità (e sono qualità di eccellenza) che Massimiliano D'Ambrosio mette in mostra in questo album, che è arrivato a fine 2009, ma che ho ascoltato bene solo a inizio 2010. E per questo motivo finisce, per ora, tra gli imperdibili di questa nuova stagione.


Massimiliano D'Ambrosio
"Cuore di ferro"
Emerald records - 2009
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Ultimo aggiornamento 10-01-2010
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