Ascolti collegati
Dente
L'amore non è bello |
Dente
Non c'è due senza te |
Beatrice Antolini
A
due |
Bugo
Stentimento
westernato |
Simone Cristicchi
Fabbricante di canzoni |
Goran Kuzminac
Dio suona la chitarra |
Musicisti:
Denominazione sociale: Brunori Sas di
Dario Brunori & c.
Oggetto sociale:
Produzione e commercializzazione di canzoni autentiche. Ginocchia
sbucciate, palloni bucati e ragazzi di provincia. Il mare d'inverno
e le cotte d'agosto. Pugili e fiorellini stracciati.
Socio accomandatario: Dario Brunori (testi, musiche, voci, chitarre,
piano, rhodes, percussioni, programmazioni)
Soci accomandati: Simona Marrazzo (cori, percussioni, pastiere);
Luca Telleschi (batteria, basso, percussioni, fonicherie varie);
Matteo Zanobini (percussioni, cori, basso punk, synth a coscia,
piattate e blandizie); Manolo Nardi (fiati in "Paolo",
"Italian dandy", "Di così", "Come
stai"); Mirco
Capecchi (contrabbasso in "Nanà", "Paolo",
"Italian Dandy", "come stai"); Alfredo Vena
(clarinetto in "Paolo", "L'imprenditore").
Partecipazioni in società controllate:
Annie Hall in "Di così"
Camera 237 in "Guardia '82"
Scheda tecnica del prodotto:
Registrato e mixato da Luca Telleschi e Matteo Zanobini al "kasparHouseStudio"
di Ponte a Egola, eccetto "Guardia '82", "Il pugile",
"Come stai" e "Stella" registrati e mixati
da Paolo Costola e Dario Brunori al Picicca Studio di Rende
"Stella d'argento" di Devilli/Kennedy/Carr
Produzione artistica e arrangiamenti:
Matteo Zanobini e Dario Brunori
Progetto grafico: Carmela Pignatelli
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Tracklist
01. Il pugile
02. Italian Dandy
03. Nanà
04. Paolo
05. Come stai
06. Guardia ‘82
07. L’imprenditore
08. Di così
09. Stella d’argento
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Proviamo
a fare una scommessa: nel 2020 sulle spiagge, accanto ai falò
(nel caso vi fossero ancora spiagge e falò) si suoneranno
le canzoni di Dario Brunori. Dario lo sa ed ha già messo
in vendita "Il canzoniere di Brunori Sas" (vedi a fianco),
che poi è il booklet del cd con gli accordi riportati sopra
i testi. Idea comunque che vale un bonus di partenza. Perché
poi ci sono le canzoni e qui i nostri bonus rischiano di sprecarsi.
Dario Brunori ha fatto questo "Brunori Sas - Vol. Uno",
che già del titolo fa capire che trattasi di autore che non
ha intenzione di fermarsi qui. La ricetta è molto semplice:
voce, chitarra, produzione casalinga e lo-fi, molto Devendra Banhart
o Jack Johnson style. Quello che fa differenza con altri prodotti
simili è che qui ci sono le canzoni.
Nostalgia
a manetta, amici sulla spiaggia, tramonti infuocati, il tenero sguardo
di una ragazza, il ricordo del padre, uno sguardo a se steso da
bambino, qualche coretto do-wap di quelli che strapazzano il cuore.
Concetti semplici, storie normali e musiche con grandi ritornelli
da memorizzare al volo. Certo che ci ricorda tante altre cose che
abbiamo sentito da ragazzi: Rino Gaetano su tutti, conterraneo di
Brunori. Rino è nato a Crotone il 29 ottobre 1950 e Dario
a Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza, il 28 settembre 1977:
170 km scarsi, ma con vista su due mari differenti. Quando Rino
è morto, Dario aveva quattro anni, ma l'impronta è
quella. E anche l'improntitudine. La faccia tosta di presentare
un album che sembra un demo casalingo e poi invece è curato
e levigato per colpire più in basso della cintura con colpi
di deciso effetto.
Dario Brunori non punta su effetti particolari, se non la delicatezza
del porgere, la facilitò di affrontare gli argomenti e di
renderli cantabili e una ben caalcolata miscela tra nostalgia e
visioni ventage. Se questo mondo, quest'epoca ci risulta insopportabile
e invivibile, Dario ci trasporta con la sua Sas (società
in accomandita semplice) negli anni '90, quelli di Pertini e Bearzot,
della Pall Mall fumate in un bar di Berlino, le lattine anni '80,
i palloni arancioni, di Padre Pio, di canne e Peroni. Anni imperfetti
certo. Ma almeno avevamo dieci anni in meno!
"I brani sono spontaneamente nati chitarra e voce
- racconta Dario Brunori in
un'intervista a Giulia Gasparato su LostHighways - Quando
Matteo (Pippola Music) e Chiara (Organetta Booking) li hanno ascoltati
la prima volta, io non pensavo neanche lontanamente di farne un
disco. Ricordo che era la vigilia di Pasqua dell’anno scorso.
Dopo pranzo, con un po’ di vinello in circolo, presi la chitarra
e suonai Nanà e L’imprenditore. Il commento fu: “Se
ne hai almeno una decina così, si fa il disco”. E cosi
è stato. Sei mesi dopo i brani erano undici. Ne abbiamo poi
tenuti solo nove. Per l’arrangiamento si è scelto un
percorso che rispettasse il “chitarra e voce” vestendolo
con parsimonia".
Tutto molto naturale, tutto molto semplice. Ecco quindi pronti i
9 brani per 31'14" di musica, minutaggio scarso anche per un
Lp, ma più che sufficiente per apprezzare le doti di Dario
e di chi lo affianca in quest'avventura, pochi ma fidati compagni,
che danno quel tocco in più quando serve. Ad esempio in "Guardia
'82" dove suonano i Camera 237 o in "Di
così", da cui è stato tratto il
primo video ufficiale, con gli Annie Hall. Posto con non ci sono
tanti punti deboli, i punti di forza li possiamo identificare con
facilità: "Italian dandy"
è il primo brano-nostalgia del lotto. "Mia madre
sfogliava / Novella 2000 / e io ai suoi piedi / leggevo Prevert
/ avevo dieci anni, ma pensavo già alle donne e chiuso nel
mio bagno amavo Edwige Fenech". Ma poi incontrò
lei, le sue labbra e se ne innamorò: "Le scrissi più
o meno duecento poesie" e qui parte un ritornello di quelli
che non ti scolli più dalle orecchie. Battisti più
che Dente, ma con un attitudine da Bugo degli esordi (molto più
intonato!).
Secondo punto di forza è "Come stai".
"Come stai? / E' la frase di esordio nel mondo che ho intorno
/ tutto bene, ho una casa / e sto lavorando ogni giorno / che cosa
vuoi che dica? Di cosa vuoi che parli?". Situazioni semplici,
di poche parole, una vita dove forse cambiano le cose, ma si può
navigare al rallentatore. Un gioiello minimalista. Un premio perché
riesce anche a citare l'euribor!. "Il calcio è la
sola religione del mondo che ho intorno / una pizza, una birra e
poi andremo a ballare giù al mare":
Teerzo punto di forza è "Guardia '82":
"Dieci anni più tardi la vidi vicino a un falò
/ e bruciava la carne e bruciavano canne / io stavo seduto da solo
a suonar la chitarra / a cantare canzoni e cercare attenzioni".
Come va a finire è facile capire: "E poi di colpo
tra le sue braccia / noi due stretti sotto la doccia / la paura
e la voglia di fare l'amore / il 31 di agosto / c'è una storia
che nasce / e un'estate che muore". Una delizia che neanche
Baglioni e le sue magliette fini! Ma la cosa peggiore è che
Dario Brunori riesce credibile anche in questa storia di mare e
di amore.
Il minimalismo trova poi il suo trionfo nella finale "Stella
d'argento", il successo anni '60 di Devilli/Kennedy/Carr,
omaggio a Gino Santercole che la cantava in italiano. Una chitarrina,
una voce accennata, un minuto e venti di parole e suoni e poi più
niente: un "ahiahiahiahiai" che sfuma nel silenzio,
obbligandoti a rimettere il disco da capo. Ti viene naturale alzarti,
afferrare la puntina prima che percorra l'ultimo solco e che fermi
il piatto, posizionarla con cura nei solchi iniziali, quelli più
neri e lisci e lasciare ripartire la delizia di queste nove canzoncine.
Certo, trattasi di canzonette, come ebbe a dire il mitico Jannacci.
Ma si tratta di saperle fare. E Dario Brunori sa come si fa. Da
solo o in Sas.
Dario
Brunori
"Brunori Sas"
Pippola Music / Audioglobe - 2009
Nei negozi di dischi
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