Una Brigata di memoria, di cultura, di utopie,
di speranze, d'informazione, dell'uomo.

 














 
Le BiELLE RECENSIONI
Fabrizio Consoli: "Musica per ballare"
La canzone intelligente non resti musica per sordi
di Fabio Antonelli


Ascolti collegati


Fabrizio Consoli
18 piccoli anacronismi

Fabrizio Consoli
Autogrill

Paolo Conte
Psiche

Paolo Conte
Live Arena Verona

Giorgio Conte
Il contestorie

Giorgio Conte
Best Live in Alberobello

Crediti:

Musicisti: Fabrizio Consoli: voce (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 12), chitarre (2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12), percussioni (2, 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10, 11), cajon (2, 3), basso (5), programmazione tastiere (5), bouzouky (8), tazzine da caffè (12)
Gigi Rivetti: pianoforte (1, 2, 3, 9, 10, 11), piano elettrico (6), fisarmonica (9)
Marta Caldara: vibrafono (1, 3, 6, 7)
Jino Touche: contrabbasso (2, 3, 4, 6, 7, 10, 11)
Silvio Verdi: clarinetto (2, 3, 4, 10)
Elvin Betti: percussioni (3), batteria (6, 7, 10), spazzole (11)
Beppe Sanzari: fisarmonica (4, 5)
Simona Bencini: voce (5)
Delmar Brown: tastiere (6)
Daniele Moretto: tromba (6)
Matteo Moretti: basso acustico (8)
Aberto Patrucco: voce (9)
Eugenio Ventimiglia: batteria (10), loops di batteria (11)
Daniele Sala: contrabbasso (9)
Marco Milani: tromba (9)
Bove & Limardi: cori (10)
“Fede” sul tavolo: programmazione

Scritto, realizzato e prodotto da Fabrizio Consoli

Registrato nello Studio “Ripa 5” di Milano tra il Gennaio 2007 e giugno 2008
Mixato al “Savonarola 21” da Dario Casillo e Fabrizio Consoli
Masterizzato negli studi River Records di Milano da Franco Fiume

Cover Opera: “Musica per ballare” di Fabrizio Falchetto liberamente ispirata a “L’ascolto”, dei Masbedo

 

Tracklist

01. Premesso che non so ballare… lascio?
02. Una rosa
03. Camera con vista
04. Musica per ballare
05. Giro di carte
06. Musica per sordi
07. E se questo e’ l’amore
08. Sirtaki!
09. Canzone intelligente
10. La coscienza degli ombrelli
11. Blu!
12. Maybeline



Sono passati ormai cinque anni dal precedente album di Fabrizio Consoli intitolato “18 piccoli anacronismi”, ottimo album caratterizzato da una lunga gestazione, da brani molto concisi, da una dominante decisamente crepuscolare che ha, però avuto per vari motivi una scarsa diffusione.

Se già il precedente album mostrava un ottimo lavoro, questo suo nuovo progetto “Musica per ballare” è, a maggior ragione, un disco da cercare subito e soprattutto da ascoltare con urgenza, perché penso che il panorama della canzone cosiddetta d’autore, abbia proprio “urgenza” di dischi come questi, dischi che sappiano conciliare mirabilmente sobrietà ed accuratezza linguistica, leggerezza strumentale e ricami musicali curati nei minimi particolari, perfezione tecnica e creatività artigianale.

In “Musica per ballare” c’è soprattutto l’amore ostinato per sonorità in perfetto equilibrio tra il migliore cantautorato, raffinate sfumature jazz e nostalgie di Sudamerica che hanno portato Fabrizio Consoli a coniare il gergo “dulcamara”, che rende così bene l’idea di Sudamerica da lui ricercata, una musicalità dolce ma assolutamente non stucchevole, dal retrogusto amaro ma certamente non acre, un perfetto equilibrio di spezie e di colori che non eccedono mai né verso un’abbagliante solarità né verso un’oscura tetralità.

Non so se sono riuscito a dare un’idea delle sensazioni raccolte nell’ascoltare questo splendido disco, cui è necessario tributare la dovuta attenzione, perché Fabrizio non canta mai con prepotenza e la sua musica non vuole mai imporsi con la forza, saremo noi ascoltatori a lasciargli strada a lasciargli aperta quella porta che va dritta al cuore e che fa sì che quando scoppia l’amore è un amore che non tradisce.

Il disco si apre con una brevissima intro (appena 45”) dal titolo “Premesso che so ballare… lascio?”. La breve durata, la voce roca e sofferta di Fabrizio quasi coperta dal crepitio tipico dei vecchi grammofoni sembra voler riallacciare il discorso interrotto con il precedente disco, però poi il segno inequivocabile di un importante evento nella vita di Fabrizio, cioè il battito del cuore della figlia Alice Luna registrato durante un’ecografia effettuata nel 5° mese di gravidanza, ci porta dritti al nuovo lavoro, così come una nuova creatura ha fatto irruzione nella vita di Fabrizio, così una nuova creazione musicale ha preso forma.

Ma non c’è il tempo di riprendersi dallo stupore e dall’emozione della vita che un’altra emozione ci avvolge, “Rosa” è, infatti, una grande canzone d’amore in bilico tra rumba e beguine, il soggetto della rosa poteva essere tra i più abusati in tema musical-letterario ed il rischio di farne un pezzo banale era più che una remota possibilità, ma qui Consoli è riuscito nel miracolo di creare un brano che non fa rimpiangere né i grandi poeti né musicisti del calibro di Capossela o Conte, anzi li tiene a debita distanza con versi di tutto rispetto come questi “E’ la mia unica rosa / Scandalosa radice / Matematica esplosa / Ubriaca di tutto / S’innamora con niente / Terra nuda e farfalle / E negli occhi le stelle”.

C’è ancora l’amore, motore del mondo in “Camera con vista”, un brano ancora rivolto verso il Sudamerica, ma con un po’ più di solarità e leggerezza, personalmente amo molto questa bella immagine “Come vorrei scrivere canzoni / Che emozionano anche i cani / Che colorino le labbra / Alle ragazze sui balconi / Smetterò di camminare / Sulle nuvole di ieri / Di affittare desideri / Senza chiedermi, l’amore… cos'è?”.

C’è tutto invece tutto l’ardore e la passione insita nel ballo in “Musica per ballare”, in cui ancor più che altrove il clarinetto di Silvio Verdi, il contrabbasso di Jino Touche e la fisarmonica di Beppe Sanzari sanno intrecciare trame intrise di desideri sottesi fino alla magica conclusione “E quando la notte cadrà sulle balere / X sempre ritroverai / Passi stupendi nel blu / Seguendo briciole di arcobaleno”.

Trascinante, caliente, quasi fosse uscita da un redivivo Buena Vista Social Club, “Giro di carte” ci fa apprezzare anche la bella voce di Simona Bencini intenta a duettare con Fabrizio Consoli in questa altra bella canzone d’amore che unisce un bel testo “Perché l’amore è un giro di carte / Ti prego abbracciami forte / Che sia un sogno e niente più” ad una musica che trascina nel turbinio del ballo anche chi non ha la musica nelle gambe.

Con “Musica per sordi” si passa a raffinate atmosfere jazz, chitarra alla Franco Cerri, tromba con sordina, c’è tutta l’aria fumosa e torbida dei jazz club ed il testo è a tratti quasi tragicamente profetico sulle sorti della musica d’autore “Sono lettere mai aperte / Dai confini della notte / Rose nate nelle sabbie / Nelle nebbie di Boheme / I poeti nessuno li vuol pagare” fino all’amara conclusione “E dagli angoli e dai bordi / Una musica per sordi / E ferraglia di ricordi / E che pace imbarazzante”.

Con “Sirtaki!” è la musica allo stato puro a tener banco, se si eccettuano le introduttive battute “Porca zozza fammela un po’ rifà” ed il “Rifalla un po’”, poi è solo musica ed arpeggi da ovazione.

Ecco poi un’altra chicca dell’intero lavoro, una cover certamente non nuova per Consoli per chi l’ha ascoltato dal vivo, si tratta di una versione molto decelerata di “La canzone intelligente” della mitica coppia comica Cochi e Renato, frutto del trio Jannacci, Ponzoni, Pozzetto e summa della canzone d’autore demenziale ma impegnata, seria ma comica, qui è affrontata in coppia con il comico-cantante Alberto Patrucco e ne esce una raffinata canzone che fa decisamente riflettere su quanto fosse anch’essa profetica.

Si entra poi in un’atmosfera decisamente contiana con due brani molto affascinanti “La coscienza degli ombrelli” e “Blu!”, non siamo nel campo dello scopiazzamento sono a mio parere due riuscitissimi e raffinati omaggi all’arte del grande compositore astigiano.

Il primo è un tango-beguine dall’atmosfera molto esotica e testo che è una visione piena di sensualità e di attesa che qualcosa nell’aria accada “C’è stato un attimo in cui / La luce andava e veniva / Ma era un gran bel vedere / Proprio quell’attimo in cui / Tutto era perso. / Ma si continuava a giocare / E’ stato l’attimo / In cui era bellissima / E tutto poteva accadere”, farebbe un gran figurone anche eseguita da una sostanziosa orchestra jazz.

Il secondo, ancora un brano sospeso tra rumba e tango, è invece proprio un dichiarato omaggio all’arte del compositore astigiano, come si deduce dalla dedica di Consoli riportata nel libretto “… perché non capirò mai come ha fatto un aguaplano ad atterrare nel monferrato astigiano”, sin dal titolo riecheggia altri titoli contiani come “Blu tango” o “Blu Haways” ed anche i versi trasudano topos della poetica di Conte “Dal delirio di terre che non hai / Nel cobalto dell’anima? / Blu! Blu… / Lo scenario sommerso e muto / Sembra sia il sonoro del Blu… / E all’improvviso, il paradiso del Paso Doble è qui …”.

Il disco si chiude poi con la stessa delicatezza e cura artigianale in cui si era aperto, “Maybeline” è un piccolo delicato brano “casalingo” nel senso che è eseguito nella modalità più semplice possibile, cioè voce e chitarra, con l’aggiunta però di tazzine da caffè utilizzate come percussioni e l’utilizzo dell’inglese anziché l’italiano come lingua.

Non penso sia un caso l’utilizzo della lingua inglese, anzi questo disco di Consoli ha secondo me tutte le carte in regola per puntare anche al mercato discografico straniero, perché è costruito su sonorità ammalianti, ballabili senza essere puramente destinate al ballo, sia latineggianti sia più ricercatamente jazz.

Non perdetevi assolutamente questo disco, perché non sia mai, che la canzone intelligente resti musica per sordi.


Fabrizio Consoli
"Musica per ballare"
Novunque / Warner Chappell Musica Italiana - 2009
Nei migliori negozi di musica e su www.self.it

Sul web
Sito ufficiale
My Space
Ultimo aggiornamento: 18-04-2009
HOME