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Le BiELLE RECENSIONI
Augusto Forin: "Aspirina metafisica"
Cura la solitudine e non ha controindicazioni
di Fabio Antonelli


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Musicisti:

Augusto Forin: voce e chitarra
Pino Parello: basso freetless
Roberto Logli: piano
Paolo De Gregorio: batteria
Marica Pellegrini: percussioni e cori
Marco Fadda: tabla, percussioni
Francesca Rapetti: flauto e cori
Elena Cimarosti: cori
Paolo Cogorno: tastiere e cori

Max Manfredi:
voce in “Sbagliando d’autobus”
Luca Cimadomo: fischio in “Scusa”

Registrato e mixato presso gli studi Maccaja di Genova da Alessandro Caforio
e Paolo Cogorno.
Assistente alla regia Gabriele Tiezzi.

Produzione artistica Augusto Forin
e Paolo Cogorno

Testi e musiche di Augusto Forin (tranne “Sbagliando d’autobus” testo di Max Manfredi – musica di Augusto Forin)
“Aspettando su una pensilina” da una poesia di Massimo “Pigiamino” Gaviglio
Arrangiamenti di Roberto Logli

Fotografia di Patrizia Biaghetti


Tracklist

01. Amanti distanti
02. Scusa
03. L’oriente del nord
04. Una questione di educazione
05. Vagon lit
06. Sbagliare d’autobus
07. Passeggiando
08. Scarpe rotte
09. Aspettando su una pensilina
10. Il tempo perso
11. Quello che manca

“A ispirare il titolo una frase di Alejandro Jodorowsky: « … tutto ciò che si fa, prima o poi scompare e lascia dentro di noi un’enorme depressione ...tramite le arti ho cercato una "aspirina metafisica" … ».

Così giustifica la scelta di questo curioso titolo Augusto Forin, cantautore genovese, che pubblica il suo primo album ufficiale “Aspirina metafisica” all’età di 53 anni. In realtà, per chi già lo conosce, sa che non si tratta di un vero e proprio esordio perché Augusto bazzica l’ambiente musicale da molti anni, ha alle spalle almeno un paio di registrazioni “caserecce”, concerti sporadici un po’ ovunque ed una finale al Bindi nel 2007 con il brano Amanti distanti che tra l’altro apre questo disco che può quindi essere considerato più un fare il punto della situazione che un vero e proprio primo disco.

Vorrei però tralasciare per il momento il discorso musicale, per cogliere alcuni aspetti davvero curiosi ed originali del packaging, innanzitutto il formato che riprende il classico 31x31 cm delle custodie dei vecchi LP, richiamando sensazioni ormai perdute anche al tatto, grazie alla consistenza cartacea di ottima qualità. La copertina, realizzata da “Ilpigiamadelgatto” di Genova, studio grafico dello stesso Augusto e della sua compagna Patrizia Biaghetti, ritrae un vero e proprio caos di oggetti sparsi, ma una cosa che mi è balzata subito all’occhio è l’assenza quasi totale di oggetti ormai quotidiani a tutti, ossia cellulari, notebook, ecc.; vi si trovano invece oggetti come una reflex Olympus, una macchina per scrivere, una copia del Corrierino dei Piccoli, una copia del testo “Spagna veloce e toro futurista” di Marinetti, in quest’ultimo caso un futuro che è già passato, un po’ come nei paradossi di Carmelo Bene.

Ecco allora che prende forma il concetto di canzoni come un’aspirina metafisica contro la naturale depressione di chi vede che tutto ciò cui era legato ed affezionato, prima o poi scompare, lasciando un vuoto incolmabile, un senso di inutilità, ma soprattutto un senso di incapacità di reagire, di mettere in moto una ribellione sia pur solo mentale.

È però quasi giunta l’ora di metterlo nel lettore, perché sebbene appaia a prima vista come un tradizionale LP, trattasi comunque di CD e qui mi sento di fare un appunto, forse l’unico al progetto: se l’idea del maxi-formato è, infatti, molto originale e attraente, all’atto pratico così com’è realizzata diventa un po’ un limite nella fruizione del disco, io stesso ad esempio mi sono portato a spasso il CD più volte tra auto, stereo di casa e pc e devo dire che una volta estratto dalla bella confezione, è molto vulnerabile: perché non si è pensato di creare una custodia in cartoncino all’interno della custodia esterna, un po’ alla maniera di "Akuaduulza" di Van De Sfroos?

Particolari tecnici a parte, il progetto “Aspirina metafisica” presenta altre curiosità come lo svolgersi dell’intera scaletta senza soluzione di continuità, i brani sono stati uniti fra loro da registrazioni d’ambiente che hanno contribuito a rendere più conviviali e familiari i singoli pezzi.

Così come appare subito evidente, a chi conosceva già buona parte del programma proposto, che il tutto è stato riarrangiato per l’occasione. L’incontro tra Forin e il pianista jazz Roberto Logli (autore degli arrangiamenti) ha fruttato una nuova ventata latin-jazz all’intero lavoro, grazie all’uso sapiente del piano suonato da Logli stesso e delle percussioni di Marica Pellegrini e Marco Fadda, ecco che i brani si sono così trasformati d’incanto in ottimi ballabili, latineggianti si, ma senza strafare, mentre una sfumatura vintage è stata loro donata dalla presenza di numerosi coretti femminili.

Qualcuno forse penserà già che mi stia dilungando per evitare di parlare delle canzoni vere e proprie, che sono poi il vero motivo per cui uno acquista o no un disco, non è così.

Voglio solo rinunciare al consueto passaggio in rassegna dei singoli brani perché sono in fondo tutti di ottima fattura e mi troverei davvero in imbarazzo, se mi chiedessero cosa non funziona in questo disco.

Piuttosto, vorrei sottolinearne alcuni passaggi di particolare rilievo tipo i versi “e io nonostante gli sforzi non riesco a seguirle ste masse / ma sono solo parole, e hanno le gambe corte” in Scusa che evidenziano un dichiarato stato di inadeguatezza dell’auto a capire il mondo circostante, che mi ricorda un po’ il “Se gli dicessi che li odio non lo so se mi saprebbero capire / ma se gli urlassi in faccia che li amo chi lo sa se mi starebbero a sentire” di Max Manfredi ne "Il regno delle fate".

A proposito dell’amico Max Manfredi, da segnalare il suo duettare con Forin in "Sbagliare d’autobus", di cui è anche autore del testo, un pezzo che racconta in modo particolare dell’attesa di un autobus, l’errore commesso di prendere un autobus sbagliato e l’accorgersene quando si è ormai al capolinea, una metafora in cui credo si siano riconosciuti in tanti, “un’attesa ma sbagliare d'autobus, si a volte capita / Si è troppo timidi, non c'è più dialogo”, ecco un altro male di questa società, l’incomunicabilità.

Credo poi che "Scarpe rotte" sia un pezzo di classe, è un brano triste e nostalgico, preceduto da un breve brano solo strumentale dalla sonorità graffiata, come uscisse da un vecchio grammofono e contiene almeno due splendide riflessioni “Ma fuori dalla porta ci sta il mare / che è una scusa buona per camminare / una valigia vuota pronta per restare”, il desiderio mai sopito di cambiare vita senza poi averne il coraggio e “Perché il tempo che passa / le cose le sposta / e quello che cerchi ora qui non c'è più”, ossia la perdita dei propri punti fermi, paletti spazzati via inesorabilmente dal tempo che passa. Toccante!

In "Il tempo perso", forse il pezzo più lento e personale dell’intero lavoro, c’è credo la chiave di lettura dell’intero lavoro, “Poi chi mi vedrà sarà convinto / di avermi parlato a lungo / in chi mi vedrà nascerà il dubbio / di avermi già conosciuto!”, questo è, infatti, l’effetto che ho provato prestando ascolto a questo disco “d’esordio” di Forin.

Chiude infine il disco la canzone "Quello che manca" che recita “c'è bisogno di mettersi al vento / con una musica che ci conforti / con un ritmo che ci trasporti, via, via, via / Ma è quel che manca, è quel che manca / è quel che manca ad ogni età”, sacrosanta verità che condivido in pieno, come ovviare però o almeno cercare di rimediare a questo senso di vuoto?

Beh, forse questa “Aspirina Metafisica” non sarà la panacea di ogni male, non ci salverà certo dall’imminente e minacciata pandemia, però forse potrà aiutare tutti noi a sentirci meno soli nonostante Facebook, Myspace e tutto il resto del mondo virtuale, meno fuori tempo in un mondo che ci corre sempre avanti senza lasciarsi raggiungere mai e per di più, è una cura che non ha controindicazioni…

Fatevela prescrivere dal vostro cuore!

Augusto Forin
"Aspirina metafisica"
Autoprodotto - 2009
In alcuni negozi di dischi oppure online

Sul web
Sito ufficiale
Sito di Augusto Forin
MySpace di Augusto Forin
Ultimo aggiornamento: 20-07-2009
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