Ascolti collegati
Riccardo Tesi
Thapsos |
Riccardo Tesi
Lune |
Eugenio
Bennato
Sponda sud |
Teresa De Sio
A sud! A sud! |
Ma'ria
Sugnari |
Rita Botto
Stranizza d'amuri |
Musicisti:
Carlo Muratori (voce e chitarria)
Stefano Melone (piano acustico)
Francesco Cali (accordion)
Giancarlo Parisi (zammaruni, nay, bansuri)
Enzo Augello (batteria)
Quartetto d’Archi Stesichoros
Maria Teresa Arturia (piano elettrico)
Giorgio Rizzo(darbouka, zarb, cajon)
Massimo Genovese, Oreste Muratori, Carmela Genovese (cori)
Marco Carnemolla (basso)
Francesco Bazzano (percussioni)
Carmelo Salemi, Antonio Paguni, Rosario Acquaviva, Gaetano Pennino,
Puccio Panettiere, GiovannI Arena.
Lyrics and music by Carlo Muratori.
Artistic production by Carlo Muratori for Folkstudio: folkstudio@iol.it
Arrangements by Carlo Muratori, except “Il tamburo”
arrangement by Stefano Melone.
Additional arrangements by Francesco Bazzano, Marco Carnemolla,
Stefano Melone.
Recorded at Anapo Valley Studios (SR), January 6th – June
21st 2007.
Mixed by Emmanuel Maccarrone at Agnone Bagni Studios (CT),
except “Il tamburo” mixed by Stefano Melone.
Artwork by Gianni Latino
Photo by Pietro Genovese, Sebastiano Puccio
Mastering by Sergio Barlozzi
English translation by Teresa Burgio
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Tracklist
01.
Il tamburo
02. 'Assah riri
03. Nassiriya
04. Stranu Amuri
05. Fabbrico
06. L'amore che beve
07. 'Mpare
08. Cantari cantari
09. Notte dell'Ascensione
10. Il sipario
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Carlo
Muratori, da sempre, ha una doppia produzione: la prima dedicata
alla musica popolare siciliana, la seconda alla canzone d'autore.
In entrambi i campi ha ottenuto risultati eccellenti: da "Plica
Polonica" a "Stella Maris" per la canzone d'autore,
Da "Sicily" a "Stidda di l'Orienti" per la musica
popolare. Gli appuntamenti con la canzone d'autore sono rari (solo
5 episodi dal 1987 a ora), ma più in generale Carlo Muratori
preferisce prendersi i suoi tempi, occuparsi del suo aranceto, che
gli garantisce sei vagoni di arance l'anno e, nelle pause del lavoro
da contadino, occuparsi delle canzoni. Sono già almeno tre
anni che le canzoni di questo disco stanno prendendo forma.
E si sa che quando i prodotti della natura restano
il tempo necessario sotto la paglia, difficilmente ne escono fuori
guasti. Tutto sta ad avere pazienza e attendere con calma i tempi
giusti del raccolto. Ci siamo arrivati alfine: ci sono voluti
7 anni da Plica Polonica a La padrona
del giardino, ma il risultato è tutto da ascoltare.
Carlo ha un processo compositivo che, anche nella
sua versione folksinger, non si dimentica mai la musica popolare.
Le sue canzoni sono la musica popolare di oggi, che raccontano
storie di ora, con la sensibilità contemporanea, ma senza
mai dimenticare le radici di partenza. Conforta la scelta cantautorale
la pratica rinuncia al dialetto: su dieci canzoni sette sono in
italiano, anche se ricche di inserti in siciliano, il che rappresenta
un po' un capovolgimento di posizione rispetto a Plica
Polonica (e magari aggiungiamo che quest'anno scelte
simili sono state fatte, a latitudini completamente diverse da
Gigi Maieron con il friulano e da Davide Van De Sfroos con il
laghée). Ma lo stesso Muratori nella canzone manifesto
dell'album "Fabbrico" racconta
e spiega tutto il suo processo compositivo: "Mi piace
dare un tetto alle parole siciliane / alcune preziosissime come
perle di collane / molte hanno le rughe sono senza compagnia /
Mi piace custodirle, farne poesia /... / Aggiusto le strutture
per canzoni e serenate / rifaccio gli intonaci, i muri e le facciate
/ ripristino le stanze rendendole accoglienti / faccio entrare
il sole rendendole lucenti". Un concetto assolutamente
artigiano della scrittura: canzoni e muri, come edifici da abitare.
D'altra parte se ci si chiama Muratori si ha il destino nel nome:
"Fabbrico a sempre come è scritto sul mio nome
/ fabbrio paziente mattone su mattone / C'è ancora chi
sbagliando mi chiama al singolare / ignorando l'importanza politica
del plurale".
"Fabbrico"
è la canzone centrale del progetto e come tale, da buon
artigiano, è messa a centro disco ed è pure la più
lunga (5'22" tutti di parola), ma non è il punto più
alto. Ci sono momenti di grande emozione e grande coinvolgimento.
Ci sono attimi di smarrimento di fronte all'opera di ingegno.
"Nassiriya", ad esempio, pur
nella difficoltà di dire qualcosa di nuovo e di diverso
sulla guerra (che è "pane e lacrime")
riesce a commuovere ("Bella domani parto / Bedda cu'
u sa se tornu ...") e a far pensare ("Non c'è
guerra senza un morto / non c'è un morto senza pace /non
c'è guerra senza colpa / nun c'è curpa ppi la cruci").
Oppure la lenta serenata di Stranu amuri
(una delle tre canzoni tutta in siciliano): "Stranu amuri
fora chiovi / finestra ... suspiri / Sciri no, dintra no / Troppu
sora ... Stasira" e poi, d'improvviso parte una strofa
in francese, spiazzante sulle prime ma di sicuro effetto.
E ancora dopo abbiamo "L'amore che beve",
liberamente tratta da racconto "Il treno di cartone"
di Veronica Tommasini: "E' l'amore che beve / è
l'amore che porta lontano / e partire sarà come dormire
/ lungo un sonno che puzza di treno".
un lungo viaggio per posti disseminati nel mondo e un ritorno
a "E' l'amore che muore / che ci tende la sua mano /
in un caldo ultimo abbraccio /dentro un bicchiere siciliano".
La voce lenta e dolente di Carlo Muratori avvince e conduole.
Accompagnamento minimo, ma con la spezia di un bansuri.
Affascina, questo disco, anche in "Cantari cantari",
altro punto programmatico dell'opera: "Di mare e di pane,
cantari cantari / di rose, di spine / di donne nell'aia, di gonne
nel vento / di raggi di luna, del riso e del pianto / Di olive
e di arancia, cantari cantari / di cenere e braci / del giorno
che brucia di di sole e sudore / la notte che danza di vino e
di amori". Versi magnifici che riassumono il clima complessivo
del disco. Un'opera mediterranea, di pietre e di calcina, di olive
e di braci, di vento e di sole. "La padrona del giardino"
è un album all'aria aperta, che si porta dentro, nel bene
e nel male, le luci e le ombre che dall'aranceto di Muratori in
Sicilia si allungano sul mondo.
Carlo
Muratori
"La padrona dei giardini"
OddTimes/Egea
- 2008
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