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Le BiELLE RECENSIONI
Creme: "Sulla collina puoi seppellire ciò che non ami più"
Debutto di qualità, garantito Donà
Giorgio Maimone


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Musicisti:
Creme: voce, chitarra; Cristina Donà: voce (Sulla Collina); Elivira Gerardi: piano elettrico; Ylenia Protino (basso e cori); Amerigo Verardi: chitarra solista: Davide Niccoli: cori; Roberto D'Ambrosio: cori e armonca

Arrangiato da Maurizio Vierucci. Parole e musica di Maurizio Vierucci


Tracklist

01. Sulla collina ... (con Cristina Donà)
02 - Sono o non sono un ribelle
03 - Tu che parli sempre e non ascolti mai
04 - Fare un gruppo è un po' morire
05 - Famoso
06 - La mia gente
07 - Il sentiero che porta alla fossa
08 - Ci sono molti modi per essere felici
09 - La mezza verità
10 - Dimmi mamma quando torni



Titoli lunghi che ricordano un po' quelli dei film di Lina Wertmuller degli anni '70, un attitudine rock di buon rispetto, un nume tutelare come Cristina Donà e un pugno di canzoni che mettono in mostra ottime qualità. Forse è un po' presto per avere un'idea precisa di cosa Creme, alias Maurizio Vierucci possa fare in futuro. Non è semplice identificare un'unica direzione di marcia. Ci sono frammenti, idee, stimoli, spunti che viaggiano sì nel campo di un bel cantautorato rock, ma con sufficiente autonomia per non ricordare con precisione nessuno.

Sono dieci canzoni che mantengono alta la guardia, dai testi molto brevi e ficcanti, ritagliati a misura sulla musica. "Sulla collina" gode della compagnia al canto di Cristina Donà ed è un inizio col botto: "Ragazzina mi guardi negli occhi / fammi capire che intenzioni hai / muovi passi piccoli / su di un prato inghiottito dal vento / Metti un piede su un nido di vespe / prova a sentire, prova a capire / promettono lacrime / e un dolore denso come la sabbia".

Interessante anche il secondo brano dagli inquietanti echi noir "Sono o non sono un ribelle", introdotto da una bella armonica che accompagna tutto il brano come strumento narrate: "Sono o non sono un ribelle / con le cicatrici che ho / guardami dietro le spalle / c'è una lama che affonda / é un ingiuria che non muore mai / il sole che brucia la pelle / mi dà un'età che non è la mia". E' uno dei brani più belli del mucchio.

Purtroppo i limiti della lingua italiana quando si parla di rock costringono a chiudere tutte le frasi con le classiche particelle come "mai", "più", "tu" o i verbi coniugati al futuro. E' un passaggio ineludibile, ma bisogna dire che Creme se la cava con gusto e il "Famoso" si prende anche lo sfizio di organizzare tutte le rime in "enti/anti" e "usti" con ottimi risultati: "Solo nella notte con i fari spenti / il mio futuro a pochi passi in avanti / preso da sistemi ancora troppo lenti / grido a cuore aperto come mai non senti" ... "Voglio freqentare solo i tipi giusti / il mio passato è una questione di gusti / ... / sono quel rimedio per tutti ituoi guasti / ci vestiremo assecondando i miei gusti".

Un gioco, forse, e non molto più che quello (il senso della canzone non è necessariamente comprensibile. il senso è cantare una serie di frasi su un ritmo piacevole) ma niente che possa turbare nemmeno gli esteti. Ecco, forse non diremo che il futuro del rock o del cantautorato passa esattamente per i meridiani e i paralleli di Creme, ma che il disco suona sempre pulito e curato senza mai essere fastidioso.

"Fare un gruppo è un po' morire" è un lento che ricorda moltissimo le atmosfere di Dente (mentre nei rock il richiamo più immediato è forse Edoardo Bennato), anche in quella voce strana e un po' acuta che si arrampica per sentieri faticosi, ma senza stonare mai, anzi, dando colore e significato. C'è molta America nelle canzoni e nell'immaginario di Creme. Il brano ha un testo cortissimo: solo sei righe con cui si riempiono 4'14" di musica: "Era tutto molto fico, ero un batterista asciutto e atletico / ma portare il tempo stanca, rene isterici". Altro brano da sottolineare.

Ecco, in generale scordatevi il principio di cantautore con chitarra e canzoni con vestiti scarni. Le canzoni di Creme sono ben costruite, anche se da copertina e libretto non è dato sapere chi ci suoni, ma il senso è quello di un gruppo. E non a caso le musiche sono più importanti dei testi che raccontano storie minime con una pallida inquietudine di fondo che però non arriva mai alla soglia della poesia. "Le mezze verità" e "Dimmi mamma quando torni", l'unico brano dove cambiano completamente i riferimenti musicali (west coast? Checco Loy e Massimo Altomare?), sono altre canzoni che catturano l'attenzione per quasi 40 minuti di musica sempre piacevole e ben strutturata. Un debutto che vale.

Creme
"Sulla collina puoi seppellire ciò che non ami più"
Faier - 2008
Nei negozi di dischi o ai concerti

Sul web
Sito ufficiale
My space
Ultimo aggiornamento:30-12-2008
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