Ascolti collegati
Dente
Non c'è due senza te |
Bugo
Dal Cisei al Lofai |
Ettore Giuradei
Era che così |
Folco Orselli
Milano Babilonia |
Edoardo Bennato
Così è se vi pare |
Cristina Donà
Piccola faccia |
Musicisti:
Creme: voce, chitarra; Cristina Donà: voce (Sulla Collina);
Elivira Gerardi: piano elettrico; Ylenia Protino (basso e cori);
Amerigo Verardi: chitarra solista: Davide Niccoli: cori; Roberto
D'Ambrosio: cori e armonca
Arrangiato da Maurizio Vierucci. Parole e musica di Maurizio Vierucci
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Tracklist
01. Sulla collina ... (con Cristina Donà)
02 - Sono o non sono un ribelle
03 - Tu che parli sempre e non ascolti mai
04 - Fare un gruppo è un po' morire
05 - Famoso
06 - La mia gente
07 - Il sentiero che porta alla fossa
08 - Ci sono molti modi per essere felici
09 - La mezza verità
10 - Dimmi mamma quando torni
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Titoli
lunghi che ricordano un po' quelli dei film di Lina Wertmuller degli
anni '70, un attitudine rock di buon rispetto, un nume tutelare
come Cristina Donà e un pugno di canzoni che mettono in mostra
ottime qualità. Forse è un po' presto per avere un'idea
precisa di cosa Creme, alias Maurizio Vierucci possa fare in futuro.
Non è semplice identificare un'unica direzione di marcia.
Ci sono frammenti, idee, stimoli, spunti che viaggiano sì
nel campo di un bel cantautorato rock, ma con sufficiente autonomia
per non ricordare con precisione nessuno.
Sono dieci canzoni che mantengono alta la guardia,
dai testi molto brevi e ficcanti, ritagliati a misura sulla musica.
"Sulla collina" gode della
compagnia al canto di Cristina Donà ed è un inizio
col botto: "Ragazzina mi guardi negli occhi / fammi capire
che intenzioni hai / muovi passi piccoli / su di un prato inghiottito
dal vento / Metti un piede su un nido di vespe / prova a sentire,
prova a capire / promettono lacrime / e un dolore denso come la
sabbia".
Interessante anche il secondo brano dagli inquietanti echi noir
"Sono o non sono un ribelle",
introdotto da una bella armonica che accompagna tutto il brano
come strumento narrate: "Sono o non sono un ribelle /
con le cicatrici che ho / guardami dietro le spalle / c'è
una lama che affonda / é un ingiuria che non muore mai
/ il sole che brucia la pelle / mi dà un'età che
non è la mia". E' uno dei brani più belli
del mucchio.
Purtroppo i limiti della lingua italiana quando si parla di rock
costringono a chiudere tutte le frasi con le classiche particelle
come "mai", "più", "tu" o
i verbi coniugati al futuro. E' un passaggio ineludibile, ma bisogna
dire che Creme se la cava con gusto e il "Famoso"
si prende anche lo sfizio di organizzare tutte le rime in "enti/anti"
e "usti" con ottimi risultati: "Solo nella
notte con i fari spenti / il mio futuro a pochi passi in avanti
/ preso da sistemi ancora troppo lenti / grido a cuore aperto
come mai non senti" ... "Voglio freqentare solo i tipi
giusti / il mio passato è una questione di gusti / ...
/ sono quel rimedio per tutti ituoi guasti / ci vestiremo assecondando
i miei gusti".
Un gioco, forse, e non molto più che quello (il senso della
canzone non è necessariamente comprensibile. il senso è
cantare una serie di frasi su un ritmo piacevole) ma niente che
possa turbare nemmeno gli esteti. Ecco, forse non diremo che il
futuro del rock o del cantautorato passa esattamente per i meridiani
e i paralleli di Creme, ma che il disco suona sempre pulito e
curato senza mai essere fastidioso.
"Fare un gruppo è un po' morire"
è un lento che ricorda moltissimo le atmosfere di Dente
(mentre nei rock il richiamo più immediato è forse
Edoardo Bennato), anche in quella voce strana e un po' acuta che
si arrampica per sentieri faticosi, ma senza stonare mai, anzi,
dando colore e significato. C'è molta America nelle canzoni
e nell'immaginario di Creme. Il brano ha un testo cortissimo:
solo sei righe con cui si riempiono 4'14" di musica: "Era
tutto molto fico, ero un batterista asciutto e atletico / ma portare
il tempo stanca, rene isterici". Altro brano da sottolineare.
Ecco, in generale scordatevi il principio di cantautore con chitarra
e canzoni con vestiti scarni. Le canzoni di Creme sono ben costruite,
anche se da copertina e libretto non è dato sapere chi
ci suoni, ma il senso è quello di un gruppo. E non a caso
le musiche sono più importanti dei testi che raccontano
storie minime con una pallida inquietudine di fondo che però
non arriva mai alla soglia della poesia. "Le
mezze verità" e "Dimmi
mamma quando torni", l'unico brano dove cambiano
completamente i riferimenti musicali (west coast? Checco Loy e
Massimo Altomare?), sono altre canzoni che catturano l'attenzione
per quasi 40 minuti di musica sempre piacevole e ben strutturata.
Un debutto che vale.
Creme
"Sulla collina puoi seppellire ciò che non ami più"
Faier
- 2008
Nei negozi di dischi o ai concerti
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