Allora
Carmen, parliamo di questo spettacolo, molto interessante, viste
le persone coinvolte: Lautari, Rita Botto e Alfio Antico. Non è
uno spettacolo unico.
Da qualche
anno ho avuto questa folgorazione che non è venuta dall’oggi
al domani, Mi sono innamorata delle mie radici e questo si è
visto nei miei dischi, Questo grande laboratorio mette assieme
i Lautari che è un gruppo che da 20 anni rielabora la tradizione
siciliana.
In
cosa consisterà il tuo intervento?
Il mo intervento sarà di tre pezzi
Ma sarà un concerto o uno spettacolo?
Uno spettacolo
unico che ripercorre la musica siciliana dal 500 fino alla musica
ibridata con contaminazioni balcaniche come la canzone che i Lautari
hanno scritto per me assieme a Goran Bregovic. La musica antica
del nuovo millennio, rielaborata, rivista oggi, contaminata in
uno spettacolo unico. L’abbiamo portata in diversi teatri
d’Italia ed ha avuto molto successo. Questo ci ha riempito
il cuore di gioia, perché la nostra musica, al contrario
della napoletana non ha avuto una grossa eco.
Mi sembri molto coinvolta nel progetto
Fare parte
di questo spettacolo per me è un motivo di grande crescita.
Il signor Alfio Antico è un patrimonio dell’Unesco,
sui Lautari non mi posso pronunciare perché sono miei come
etichetta. C’è questa ricerca filologica elaborata
di cui tutti facciamo parte.
Ci sarà spazio anche per brani tuoi? Magari quellipiù
vicino alla tradizione?
Dei pezzi
miei l’unico che farò è Maria
Catena che è il pezzo più contaminato,
è l’unico pertinente. Poi canto questo brano balcanico-siculo
scritto da Bregovic e dai Lautari che è Pocu
di Raggia e poi questo brano musicato sulle parole
di Peppino Impastato e dei compagni di lotta di Impastato che
è Fiori di campo. Insomma il
repertorio più moderno della musica siciliana. Che contempla
la poesia siciliana. Ci sono canzoni della nostra poesia come
questa: “Guarda questo amore come si assottiglia / come
fil di ferro alla tenaglia”. E ha tutte queste immagini
poetiche perché questo dialetto è così. Ma
più che un dialetto il siciliano è una lingua.
Ma sembra che più che a un concerto si debba pensare a
un recital. O al teatro ..
E’
un insieme di parole e musiche, perché portiamo testi contenuti
nelle antologie siciliane È un concerto che ha molto del
teatro. Basti guardare Alfio Antico con i suoi tamburi.
Mi è
servito molto stare con loro, anche perché ho scoperto
che prima non parlavo il siciliano classico, parlavo quello moderno.
E adesso ... lo sbarco a Milano
Abbiamo questo
grande stimolo di portare il siciliano a Milano, perché
pensiamo appartenga anche a voi, come alla Sicilia appartiene
Davide Van De Sfroos. Infatti nel festival che organizzerò
in Sicilia voglio portare Van De Sfroos che canterà in
lombardo. Come
in quel disco meraviglioso che fece De André in genovese
“Creuza de ma” E’ divino!
Mischiamo
i dialetti. Cominciamo a stringere la “o” di Cassoeula!
Pensa che nel mio passato mi ero messa a studiare anche i dialetti.
Io poi sono mezza veneta, perché ho la mamma veneta.
Ho
sentito di recente anche Andrea Camilleri parlare della necessità
di contaminare i dialetti. Una posizione molto simile. O anche
del dialetto usato come uno strumento musicale, per ottenere determinati
effetti. Ma visto che siamo in argomento affine, che mi dici della
tua esperienza teatrale con Emma Dante?
E' stato
un episodio. Lei è una donna incredibile, estremamente
intelligente ma anche vulcanica. Contagia tutti. Mi è sembrata
complementare a me.
Adesso però si torna alla musica popolare
Adesso voglio
tornare alla Sicilia con la musica. Recuperando gli artisti di
world music riconosciuti nel mondo,. Meno conosciuti soprattutto
in Sicilia. Noi abbiamo Etta Scollo, famosissima in Germania Rosa
Balestrieri più conosciuta negli stati Uniti e a Milano
che in Sicilia. Cosa ha nel campo della world music in meno Rosa
Balestrieri rispetto a Cesaria Evora.
Da noi il
tamburo si chiama tamburo a cornice, non tamorra. Alfio suona
nel mondo, vengono a fare gli stage con lui da Los Angeles, per
imparare come suonavano gli avi che è tutto diverso da
come suonano a Napoli o nel Salento. È comunque bene che
le tradizioni popolari si avvicinino tra loro, la siciliana alla
napoletana e a quella del Salento, ma soprattutto che la musica
siciliana sia conosciuta, perché bene bene l’idea
di cosa sia non c’è.
Qualcosa in realtà si sta muovendo in Sicilia.
C'è fermento. Gente come Carlo Muratori ...
Io la apprezzo
molto: Carlo Muratori.
Oppure le Ma’aria, i Milagro acustico, i Lautari
...
Stanno uscendo
nuovi talenti ma sono per un pubblico di nicchia, La musica napoletana
ha avuto una diffusione più ampia, quella del Salento ha
creato la Notte della Taranta che è un festival di rinomanza
internazionali e noi piccolini vogliamo fare sentire anche la
nostra voce, non per metterci in concorrenza ma per farci conoscere.
Per dire anche noi ci siamo, noi di quest’isola sfigata.
Con la nostra lingua con le nostre atmosfere e vogliamo riempire
le sonorità del sud anche noi, non solo noi. Anche noi.
Nuova esperienza è quella che stai conducendo alla
guida artistica della sezione World Music dell'Etnafest ...
Mi stata
affidata una sezione dell’EtnaFest. Un festival anche dal
punto di vista musicale eclettico, che fa confluire arte con cinema
e musica. Contemporaneamente si organizzano delle mostre tutte
volte al recupero della tradizione siciliana. Io curo la sezione
musicale, assieme al maestro Morelenbaum. E’ un festival
anche dal punto di vista musicale molto particolare, un po’
come Catania che è tutta sui generis.
In
che periodo si svolgerà?
Adesso il
17 dicembre ci sarà l’anteprima e io porto lo stesso
spettacolo di Milano. Musica antica per il nuovo millennio al
Teatro Bellini, nel salottino di Catania. Con in più Kaballà
e Mario Venuti. E poi ci saranno tutta una serie di iniziative
atte a promuovere la musica popolare. Ci sarà un tributo
a Rosa Balestrieri, speravo di coinvolgere grandi nomi della musica
italiana che cantassero Rosa Balestrieri in siciliano, con un
orchestra del posto. E questo concerto di musica regionale in
cui volevo invitare Van De Sfroos e altri, tutti i principali
rappresentanti della musica regionale italiana. Portarli tutti
e farli miscelare insieme. Sai che effetto portare la musica friulana
in Sicilia?
Sai, io sono stata fortunata. Mi piace quello che faccio, io amo
fare quello che faccio, perché faccio quello che voglio
fare non vedo l’ora di venire a Milano e di cantare. Tremo
tutta come una bambina, perché è una cosa nuova.
Non c’è l’applauso scontato perché canto
L’ultimo bacio. Un progetto che io presento
dove il pubblico arriva senza sapere una canzone questo mi stimola.
La gente arriva numerosa, come a Parigi. Non c’è
bisogno che sia il singolino da traino. C’è un pubblico
europeo in Italia. Noi siamo tutti sconosciuti, soprattutto le
canzoni eppure a Roma c’erano 1200 persone! Chissà
il “gran Milan” come risponderà? Riempire la
sala di milanesi che ascoltano un concerto siciliano. Non sarebbe
bellissimo?
Ultima domanda. Con tutta questa attività hai tempo
per progetti discografici nuovi?
Il mio progetto
musicale per cui sto entrando in studio in questi giorni è
la colonna sonora per il nuovo film di Maria Sole Tognazzi. Sarà
la musica del mio cuore. Mi sono messa a comporre per quartetti
d’archi, strumenti insoliti, dove la mia voce sarà
sostituita possibilmente da una viola e sarà un vero e
proprio disco anche se solo musicale.