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Tracklist
1. L'assessôr
2. Hey Joe
3. Fûr da pîts
4. La cuestion de lenghe
5. Cret frait
6. La provincie di Tumieç
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Non
saprei dire se è indice di una buona tendenza o se lo sia
dle fatto che stiamo attraversando davvero un periodo di merda.
Fatto sta che alla gente è tornata voglia di incazzarsi nei
dischi: ne fanno fede l'ultimo disco di Vecchioni ("Di rabbia
e di stelle" ), il primo di Ascanio Celestini ("Parole
sante") e anche questo minicd di Lino Straulino, cantato in
friulano stretto (o in un'altra lingua, ancora più chiusa,
della zona) , ma che fin dal titolo non lascia dubbi sullo spirito
polemico che lo anima: "Fur dai dincj", fuori dai denti.
E se non
bastasse il titolo, basta sentire le canzoni. Sono rock arrabbiati
e grintosi, stradaioli e "bastardi", quel tipo di musica
che si suona e si compone solo quando si ha l'esigenza di dire
delle cose e non si può aspettare che vengano in forma
più pulita, perché vorreb dire più mediata
e quando si vogliono dire cose "fuori dai denti" non
si ha tempo di aspettare. E' come mollare un cazzotto o, per risalire
alla storia della nostra musica, a quell'uppercut "che ti
fulmina sul ring".
E, in effetti,
Lino abbandona le atmosfere soffici e sofisticate del suo folk-blues
di stampo anglosassone, quelle che lo rendono così simile
al grande Bert Jansch, per menare fendenti chitarristici contro
"L'assessôr" (questo
almeno l'ho riconosciuto!), emblema delle trame e dei compromessi
in cui si perde la politica locale. D'altra parte Lino lo aveva
anticipato: "è un disco di protesta. Il primo della
mia carriera" contro "a chei che a disin “tant
a fasin distès" (quelli che dicono "tanto fa
lo stesso)", a cui il disco è dedicato. E, di conseguenza,
ne ha per tutti. "Hey Joe" è
il brano più lento dell'album: una riflessione in forma
di ballata sui vecchi tempi che stanno per sparire e sul mondo
antico cancellato dal progresso.
Ma
"Fûr da pîts"
è un rock blues incendiario, che non si può ascoltare
senza vibrare dentro. Il tono convinto di Straulino e l'energia
profusa fanno agio sulle difficoltà di comprensione. La
canzone si riferisce alla mobilitazione contro l'elettrodotto
Würmlach-Somplago che stanno costruendo sulle montagne della
Carnia. Contro l'elettrodotto, che dovrebbe portare energia dalla
stazione di smistamento di Würmlach in Austria fino alla
stazione elttrica di Somplago (Udine) sono state raccolte migliaia
di firme di cittadini e valligiani preoccupati per l'impatto ambientale
e anche perché l'elettrodotto sarebbe costruito in base
alle esigenze non del territorio, ma dell'importazione di energia
in Italia. Straulino comunque fa molto di più: con questo
brano ruvido e denso lancia un inno, una provocazione da urlare
in faccia a tutti quelli che ci danno fastidio: Fûr da pîts
/ Fûr dai cojuns. E non ci sono equivoci possibili.
In "Creit freit" invece la
penna della chitarra sembra essere stata presa da John Fogerty.
Uno swamp blues in stile New Orleans che non sarebbe spiaciuto
ai Creedence Clearwater Revival. Trascinante e avvolgente, con
la voce di Lino ad insinuarsi nei varchi lasciati aperti dalla
musica. Purtroppo il testo mi resta completamente oscuro e non
sono riuscito a trovarne tracce in rete. Preferisco lasciare vagare
i pensieri e seguire canto e chitarre e ritmica. Il piacere vola
alto.
I due brani rimanenti sono quelli che battono probabilmente più
sul versante carnico, con qualche venatura indipendentista, immagino.
"La cuestion de lenghe" più
o meno dice che "il friulano non è mai stato una variante
dell'italiano / piuttosto è l'italiano che è nato
come variante del friulano", giocato sul filo del paradosso.
E' peraltro buffo che proprio la canzone che pone la questione
della lingua sia la più comprensibile del lotto per chi
non parla la lingua furlana. Sulla questione delle lingua, in
Friuli, c'è stato negli ultimi tempi un ricco dibattito
sui giornali in rapporto a una nuova legge.
Infine
"La provincie di Tumieç"
(La provincia di Tolmezzo) si riferisce al sogno tramontato di
avere una provincia carnica dopo il referendum in merito del 2004.
Il referendum ebbe esito negativo, in quanto sia il Gemonese che
il Tarvisiano si opposero al distacco dalla provincia di Udine
con percentuali elevate (83,3% di no), a differenza della Carnia
che invece votò in favore del distacco (71,8% di si, con
l'eccezione del comune di Rigolato, 53,7% no). Senza entrare nello
specifico politico, per cui occorrerebbe capire a fondo il testo,
resta il profilo musicale. Buono, più che buono. Ottimo.
Lino esprime il disorientamento, la rabbia e la giusta incazzatura
di chi ritiene che vada data una voce e una direzione alla protesta.
O quantomeno la dignità del canto. E la voce di Lino Straulino
arriva forte e chiara. Bel tempo stabile all'estremo oriente d'Italia.
Lino
Straulino
"Fur dai dincj"
Nota - 2007
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