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L'Occitania
esiste ed è qua
di
Francesco Scarrone
La presentazione di “Virasolelhs”, il nuovo
disco dei Lou Dalfin. Ci si arriva anche alla cieca, non è
il caso di sapere dove si terrà il concerto che accompagnerà
il lancio dell’ultima fatica dei Delfini Occitani. Non è
il caso, perché un colonna di auto parcheggiate, qualche
pullman, uno sciame di api-car spernacchianti, indicano il cammino.
Basta essere pesce nella corrente, e la corrente sfocia al mare.
Un mare fatto di fumo, di luci, voci e birra, musica e danze. Sul
palco, Berardo e compagni, naviganti sulla tolda di una nave corsara,
osservano il dispiegarsi dei marosi e delle onde di teste e balli,
che sciabordano intorno alla scafo della loro musica. E poi. La
croce del conte di Tolosa che spunta dalle pieghe le più
inaspettate.
Da un cappello, da una maglia, tatuata sulla pelle o da uno scrostato
graffito sul muro. La croce del conte di Tolosa che da queste parti
vuol dire Libertà, e orgoglio, e dignità, di 180.000
anime che incuneate nelle vallate dell’estremo occidente del
Piemonte, non chiedono altro, allo Stato, che il diritto fondamentale
a veder riconosciuta la propria lingua, la storia, la tradizione.
In una parola: a vedersi riconosciuto il diritto d’esistere.
Ma quando si è qua, ci si rende conto che è sbagliato
dire che l’Occitania possa esistere. Quando si è qua,
ci si rende conto che l’Occitania esiste. E basta. E che essa
non è una parola, un’idea, un sogno o un utopia. E’
la semplice e pura realtà. Lo si vede nei tanti e tanti giovani
che imparano un una corenta o si innamorano sull’aria di un
rigodon, o di coppie più mature che non per questo rinunciano
alla danza e alla festa collettiva che ogni concerto rappresenta
su per queste vallate.
Così è l’Occitania che vive sé stessa
e lo canta con coraggio ed amore: quello che mette Lo
Còro de l’Escabòt nell’accompagnare
il pubblico sull’aria di un Vian provenzale. E quello dei
padroni di casa, i Lou Dalfin, che coi loro strumenti fatati d’un’altra
età, portano alla scoperta del loro ultimo lavoro. “I
Virasolelhs”. Un titolo che è un invito a
non chinar la testa come un’armata di girasoli, anche quando
la pioggia sferza incessante e la resa può sembrare una liberazione.
Poi, altre 15 canzoni che sfilano via come grani d’un rosario
d’argento: poesie di pioggia a Marsiglia o di galere, di gente
che si gioca l’amore per una bottiglia, di gazzarre, di scritte
sui muri e di ribellione. Una piccola chicca, ossia Little
fish, rende omaggio a un grande Spencer Tracy, suonatore
di ghironda in “Capitani coraggiosi”.
Brani moderni, certo, perché questa è l’intenzione
di Lou Dalfin: fare vivere la propria lingua.
Quindi appoggiarla sul Chanto, tanto quanto su una sterzata di accordo
elettrico. Ma con un occhio e la memoria alla tradizione. Ed ecco,
allora, che salta fuori un “La Sant Joan”
che sembra riesumato dai secoli dei trovatori e delle corti d’amore,
e la Borréia, e una ballata dedicata
al fido amico compagno di mille cammini. C’è romanticismo,
in tutto questo, c’è poesia, gioia e fatica.
E sempre- sempre- senza dimenticare mai che la musica è per
cantare, che la musica è per ballare. Come si canta e si
balla, in questa notte di maggio, sotto un cielo di perle che si
apre tra le montagne, quando un amico venuto da lontano ti indica
tra le stelle il cammino di Orione, in un angolo di mondo che si
chiama Occitania.
“I Visarolelhs” è in vendita da maggio, presso
i migliori negozi di dischi.
Lou
Dalfin
“Virasolelhs”
Musicalista / Self - 2007
Nei negozi di dischi o sul
sito
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Tracklist
Occitania e basta
Plou a Marselha
Galerianl
I Corsaris
Brocabosc
Little fish
Pels d'or
Borrèia
Quora
duermes
A la broa
Turbin
La Maire
La Sant Joan
Sarè dura
I virasolelhs
Chamina
Musicisti
Sergio
Berardo (viola, flutas, anches, boha, saz, guitarra, rebeba, semiton,
votz)
Luca Biggio (sax tenor, alto e sopran, clarineta bassa)
Daniele Giordano (guitarra bassa, guitarra, votz)
Enrico Gosmar (guitarras)
Mario Poletti (mandoli, bouzouki, banjo)
Riccardo Serra (bateria, percussions)
Dino Tron (semiton, armoni a piano, musetas)
Diego Vasserot (trompeta)
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