Una Brigata di memoria, di cultura, di utopie,
di speranze, d'informazione, dell'uomo.

 














 
Le BiELLE RECENSIONI
Simone Cristicchi : "Dall'altra parte del cancello"

 

 

 

 




Ascolti collegati


Simone Cristicchi
Fabbricante di canzoni

Carlo Fava
Personaggi criminali

Enzo Jannacci
L'uomo a metà

Tiromancino
Illusioni parallele

Mattia Donna
Sul fianco della strada

Otto Ohm
Naif

Una geniale follia perseguita con attenzione
di Moka

A scoprire Simone Cristicchi dopo la vittoria nel Festival di Sanremo non ci vuole certo la scienza infusa. Possiamo solo vantare di esserci arrivati prima. Nell'ottobre del 2005 scrivevamo: "Simone Cristicchi è un bancario che gioca a fare lo spostato o è uno spostato che gioca a fare il bancario che gioca a fare lo spostato? Guardate la copertina del disco qui a fianco. Cosa ne dite? La seconda, vero? La seconda. Concordo. Anche perché oltre alle canzoni del disco, gli altri suoi brani rispondono ai bei titoli di "Autistico", "Elettroshock", "Bastonaci" e altri titoli tranquillizzanti dello stesso tipo. Diciamo che dalle prime impressioni, confortate da chi l'ha visto dal vivo, Cristicchi sembra un po' uno Jannacci degli esordi: clown lunare, ma con una bella incertezza su dove finisca il clown e dove inizi il lunare".

Sono passati gli anni e Simone ha fatto non uno ma due festival di Sanremo: uno ha rischiato di vincerlo tra i giovani (ed è stato preceduto dal desaparecido Riccardo Maffoni) e l'altro l'ha vinto con la magnifica "Ti regalerò una rosa", presente su questo disco. Nell'intervallo ha vinto tutto quello che c'era da vincere: Targa Tenco per l'esordiente, Recanati, Premio Charlot per la canzone comica, il Premio Giorgio Gaber, quello Carosone, il Premio Mei, il Lunezia e lo Zecchino d'Oro non per limiti d'età. Quindi ora è acclarato: Simone è un grande cantautore e "Dall'altra parte del cancello" è un signor disco.

Undici tracce: la prima è una buffa cover, una rap/rock version de "L'Italiano" di Toto Cutugno/Minellono, con una sola variante significativa nel finale: "Sono un italiano ... un italiano nero!". Ed ecco che una schifezza di canzone diventa tutta un'altra roba. "Laureata precaria" è invece il capitolo successivo di "Studentessa universitaria", quasi altrettanto "carina" come forma e altrettanto pepata nella sostanza. Cristicchi ha questa capacità/levità di passare sopra a temi molto seri, scegliendo un tono disincantato. Il testo è tosto, lo si tasta: il precariato perenne, il Paese dei Co.co.co a vita, quell' "Italia che è una Repubblica fondata sullo stage". Ma la musica lascia intendere possibilità di lievi ascolti estivi.

Un'acquerello è poi la successiva "Monet", dall'incedere brasiliano, quasi fosse un Concato d'annata. Un piacevolissimo samba appollaiato su una nuvola per cantare d'amore. Una delizia morbida e appetitosa: una canzone-mango.

La successiva "Non ti preoccupare, Giulio", cantata con Leo Pari, Pier Cortese e Marco Fabi è un rock veloce che descrive in modo sapido la figura di un ragazzo italiano, un modello alla rovescia. Sembra di sentire il miglior Edoardo Bennato. Chitarre elettriche e testi abrasivi. Si segue forzatamente muovendo il piede. Giulio che "quest'anno non andrai a Sanremo / perché Morselli / ti ha sbagliato il Demo". Giulio che "sei stanco e non hai fatto un cazzo / Un'aperitivo e una grappa dopo pranzo, ma come stai?/ Ma non lo sai che Sky e la Snai/ non risolveranno tutti i tuoi guai?". E quanti ne conosciamo di Giulio?

"Legato a te"
è invece un lento, ma perché non si fraintenda il senso c'è il sottotitolo a chiarircelo: "dedicato a Piergiorgio Welby" . E il "te" in questione è la macchina che ti mantiene in vita. Temi pesanti da trattare in un disco, temi inconcepibili nell'album del vincitore di Sanremo. Applausi e commozione. "Tu sei fredda / eppure sei la sola che mi dà calore / ma non riesci a farci niente adesso contro il mio dolore". "il mio corpo è una fragile foglia / cher riposa qui sotto le lenzuola / non mi resta nient'altro da dire / vorrei esserelibero di finire". Chapeau!

Ci tiriamo subito su con "L'Italia di Piero" che ci sembra il fratello maggiore di Giulio. Filastrocca con nomi e cognomi, in questo caso più vicino a Rino Gaetano, soprattutto nella struttura armonica. Piero è un'altro italiano (ma quanti ce ne sono in questo disco?) che ha fatto tutto "col polonio fa il pieno alla Ferrari / dice che Borghezio c'ha una nonna tunisina / e la tiene segregata da vent'anni giù in cantina". Tutto da godere. Si ride e si pensa.Si pensa e si ride. Ma c'è dell'acido corrosivo sotto la sedia gialla. C'è dell'acido nelle parole che indice e, poco a poco, lascia il segno.

"Il nostro tango" è magnifico! In primo luogo perché è un tango vero ("L'amore mio sei tu / te lo dicevo sempre / ma tu guardavi lui / restavi indifferente") sia nelle parole che nella musica. E il tocco di megafono del cantante dà l'assoluta ombra dell'inverosimiglianza. Troppo simile per essere vero. Troppo vero per essere solo simile. Anch'io mi sono innamorata "di questo nostro tango"!

"Nostra signora dei Navigli" è un impegnativo ritratto di Alda Merini, ma secondo voi uno che in disco parla di matti e di eutanasia, di co.co.co e di valori assoluti, può spaventarsi per parlare di una poetessa? No. Il ritratto che neesce è a tinte forti. Positivo e negativo: "Sopra i muri delle stanze scrive col rossetto / numeri di telefono, aforismi estemporanei / che le case editrice non avranno mai". Ma anche "il poeta ama amare ma non vuole essere amato / il poeta non vuole essere capito". Insomma? "Io vorrei essere come lei / fregarmene dei giudizi altrui / avere un distacco netto / dalle cose del mondo / dalla volgarità / di questo secolo". "La signora mette paura e non reggerai il suo sguardo". Sembra una fedele cronaca di un incontro. Irridente e delicata. Un'altra perla sulla luna collana.

E dopo questa "passeggiata" più o meno amena, arriviamo ai pezzi forti: le ultime due canzoni e "quella-di-cui-non-ho-ancora-parlato". "La riposta" è un brano che definire impegnato è dire poco. "C'è un buco fatto a forma di Dio/ che senso ha? Forse non finisce tutto qui / forse è così / c'è un senso a tutto, c'è un perchè / entro me / La riposta è dallì'altro lato del cervello / La risposta è dall'altra parte del cancello". Lento di atmosfera che ti porta vicino all'assoluto. Brividi. Un altro applauso.

"Lettera da Volterra" è una vera lettera di un'internato al manicomio toscano e mai consegnata, perché, come era regolamento d'allore, le lettere dei matti non veniva spedite. Simone recita su un'improvvisazione al piano di Giovanni Allevi. Struggente. Se ancora non si fosse capito, Simone Cristicchi non è qui di passaggio, ma per restare.

Come resterà la sua "Ti regalerò una rosa" il testo più commuovente che mi sia mai capitato di ascoltare a Sanremo, ma uno dei più commuoventi tra tutti gli ultimi testi letti. Forse solo "Il malato di cuore" di De André a una prima lettura era altrettanto forte. Musicalmente è una miscela tra suoni elettronici, un docle arpeggio di chitarra e un quartetto d'archi. Forse non nuovo, ma splendidamente riuscito. E comunque, fosse solo una canzone sarebbe bella ma isolata: qui sui matti abbiamo due canzoni, un libro e un dvd, tutti dovuti alla brillante penna di Cristicchi. Ce lo ricorderemo.

Simone Cristicchi
"Dall'altra parte del cancello"

Sony Bmg - 2006
In tutti i negozi di dischi


Tracklist

L'italiano
Ti regalerò una rosa
Laureata precaria
Monet
Non ti preoccupare Giulio
Legato a te
L'Italia di Piero
Il nostro tango
Nostra sigora dei Navigli
La risposta
Lettera da Volterra


Produzione artistica: Francesco Musacco
Arrangiamenti: Francesco Musacco e Simone Cristicchi

Hanno suonato:
Francesco Musacco: pianoforte, tastiere, programmazione e drum machine
Simone Cristicchi: chitarra classica, acustica, elettrica
Davide Aru: chitarra classica in Legato a te
Valter Sacripanti: batteria
Andrea Rosatelli: basso e contrabbasso
Olen Cesari: violino
Desirée Infascelli: fisarmonica
Antonello Sorrentino: tromba


Audio intervista
Il libro "Centro di igiene mentale"
Il dvd:

Sul web

Sito ufficiale
Blog
 
Ultimo aggiornamento: 11-03-2007
HOME