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stanza |
Musicisti:
Paolo Benvegnù (voce, chitarra, editing)
Monica Demuru (voce)
Patra Magoni (voce)
Ares Tavolazzi (voce, contrabbasso, chitarra/basso acustico, effettistica)
Tutti i brani prodotti e arrangiati da
Benvegnù, Demuru, Magoni, Tavolazzi |
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Tracklist
1. Serenata trentina
2. La cava
3. La filandera
4. Col fazzoletto in mano/Oi capitano
5. La serva
6. Tuti me dis
7. America
8. La povera Rosetta
9. Salve Regina
10. Senti il martello
11. Oi cara mamma
12. Angiolina del cuor mio
13. Il magnano
14. Il tuo fazzolettino
15. La vien giù dale montagne
16. Ninna Nanna
17. Bel lingaz
18. E la bela Violeta
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Io
capisco che mi si possa anche odiare per una segnalazione simile,
per giunta con l'aggravante dell'eccellenza attribuita (le classiche
5 stelle). Quindi specifichiamo subito che non è un disco
per tutti, anzi è un disco da maneggiare con cura, con estrema
cura. Perché è un disco estremista e del tutto alieno
ai compromessi. Come si possa nel 2007 inventare un album come "Cime
domestiche" trascende le mie capacità di interpretazione.
Sono canti di montagna, di origine trentina, cantati da due donne
e un uomo con unico accompagnamento di una chitarra e un contrabbasso
(ma spesso solo del contrabbasso).
Bene,
se avete voglia ancora di andare avanti con la lettura a questo
punto posso aggiungere che non sono i brani più noti del
repertorio di "noialtri alpin", ma si tratta dei canti
delle donne montane trentine a cui viene fatto un trattamento che
oscilla tra il jazz e la musica d'avanguardia. Vocalese puro in
certi momenti e ricami di voci anche dissonanti in altri, con il
contrabbasso di Tavolazzi quasi sempre come solo accompagnamento.
Eppure
da questo materiale, scarno e ulteriormente disidratato dall'arrangiamento,
sgorga la meraviglia. Merito delle
voci meravigliose di Monica Dumuru e di Petra Magoni. Ma anche dagli
interventi degli altri due partner e dal lavoro di produzione e
arrangiamento affrontato dai quattro insieme. Due palle? No, solo
ogni tanto. E' vero che tutto il disco di fila ha un suo consistente
peso specifico che si dipana in 65' di durata, ma i singoli brani
sono piccole gocce di rugiarda di sconvolgente purezza.
E' difficile fare classifiche quando il livello globale è
tanto alto, ma la "Ninna Nanna"
cantata da Petra Magoni e arpeggiata da Benvegnù è
di dolcezza inusitata, mentre trovo delizioso il "Bel
Lingaz" solista di Tavolazzi alla chitarra/basso
acustico e voce, brano che richiama sonorità alla John Renbourn.
Molto sperimentale, ma assolutamente affascinante è "La
cava" con il gioco incrociato delle voci della
Demuru e della Magoni, impegnate in una gara di virtuosistica bravura,
mentre su versanti di ascolti più semplici si pongono "Serenata
trentina" e "Oi cara mama".
Ma da dove nasce "Cime domestiche", qual è lo spunto?
Nasce da uno spettacolo dal vivo dell'estate 2006 che i quattro
mettono insieme per "I suoni delle Dolomiti",
quella magnifica rassegna di musica d'autore che si svolge sulle
vette delle montagne in Trentino. Spettacolo quindi inizialmente
commissionato: il che spiega anche perché una toscana (la
Magoni), un romagnolo come Tavolazzi, un gardesano come Benvegnù
e una cantante attrice di presumibile origine sarda come Monica
Demuru si mettano in testa di affrontare i canti della montagna
in dialetto trentino. Poi loro lo spiegano molto bene sul libretto
che correda a perfezione il disco:
"Dal
mito della guerra bianca alla retorica dell’alpinismo, dal
sacrificio degli alpini alle gesta dei “conquistatori dell’inutile”
nessun altro simbolo geografico ha conservato valenze cosi’
maschili come la montagna. /... / A guardar bene e ad ascoltare,
ma soprattutto alla luce degli studi sull’ emigrazione, si
delinea un quadro diverso, talvolta addirittura rovesciato. Non
tanto perche’ le donne venivano lasciate sole per gran parte
dell’anno a sfruttare le magre risorse di terre desolate e
primitive, ma piuttosto perche’ hanno avuto la possibilita’
di sperimentare, prima che altrove, un’ inconsueta parita’
di condizioni nel lavoro e un’ altrettanto inconsueta autonomia.
Montagne al femminile, cime domestiche: e’ la premessa di
un’altra storia. Quella delle donne pastore, contadine, portatrici
e anche “bestie da soma a due zampe”, guide per turisti,
vecchie a trent’anni, in possesso di dote, ereditiere, non
particolarmente oppresse dai valori dell’onore e della verginita’,
padrone del villaggio - in assenza di maschi -, virago rurali, capofamiglie,
ma anche operaie in filanda o in fabbrica, emigranti in America,
Svizzera, Belgio, Canada, Inghilterra, Australia… domestiche,
cameriere, balie preziose, a cantar la ninna nanna a bimbi altrui
per far campare i propri lontani. Anche nella solitudine bastava
una voce e un coro si formava in un attimo, melodie note, sapienza
polifonica. Qui ci si occupa dei canti delle donne e per le donne
montane e trentine. Qui scopriamo la rappresentazione che hanno
fatto di se’ uomini e donne a voce piena, controllata o rude.
Questi canti tracciano il passaggio dal mondo agro-pastorale del
passato al mondo moderno. Amore, morte, tradimento, fedelta’,
partenze, ritorni, lavoro e preghiera. Canti rifatti, scoperti a
modo nostro, da fuori, come per risvegliarne un’intenzione
a volte logorata dall’uso. L’altra storia, quella dei
canti tradizionali, e’ poi, in fondo, la storia del loro abbandono.
E noi li celebriamo".
Noi saprei aggiungere altro. Io le avvertenze ve lo ho date. Se
nonostante questo vi accosterete al disco non potrete non scoprirne
la magia. Non facile, ma profonda, in un lavoro di quattro forti
personalità artistiche che riescono a non prevaricare l'una
sull'altra, ma a fondersi in favore di un progetto. "Cime domestiche",
riportando tutto a casa, ma camminando sulle strade bianche.
Benvegnù,
Demuru, Magoni,
Tavolazzi
"Cime domestiche"
RadioFandango - 2007
Nei negozi di dischi
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