Ascolti collegati
Resto Mancha
Scivola via |
Francesco Guccini
Ritratti |
Giorgio Gaber
Prima del
Signor G |
Fabrizio De André
In direzione ostinata
e contraria |
Ivano Fossati
Lampo viaggiatore |
Roberto
Vecchioni
Il lanciatore di coltelli |
Musicisti:
Germano Bonaveri
(voce, chitarra acustica)
Antonello D’Urso (chitarre)
Luigi Bruno (piano e fisarmonica)
Luca De Riso (basso elettrico)
Max D’Adda (batteria)
Beppe Quirici (basso e chitarra ellettrica), Elio
Rivagli (percussioni e batteria)
Mario Arcari (oboe, clarino e flauto) Martina
Marchiori (violoncello)
Maria Pierantoni Giua
(cori in Stato Sociale)
Testi e musiche:
Germano Bonaveri
tranne 1,3,4 (parole Germano Bonaveri, musica
Bonaveri-Guercio), 6 (parole Germano Bonaveri,
musica Luigi Bruno), 8 (H.Arlen/E.Y.Harburg),
10 (parole Germano Bonaveri, musica Fabio Guercio)
Prodotto da Fabbrica di Parole & Musica srl
Produzione artistica e realizzazione
Beppe Quirici
Registrato e mixato da Max Gardini
Groove Factory
Pro Tools Engineer
Stefano Mariani - Max Gardini
, Mastering Maurizio Biancani - Fonoprint
Assistente mastering Gabriele Rocchi
Preproduzione Beppe Quirici, Germano Bonaveri,
Elio Rivagli, Resto Mancha
Coordinamento generale Marinella Valentino
|
|
Tracklist
1. Non dimenticare
2. Torquemada
3. Il mago (intro)
4. Il mago
5. Indelebile
6. C’è chi
(e chi)
7. Delle diversità
8. Over the rainbow
9. Oltre l’arcobaleno
10. Stato sociale
11. Terraferma
|
|
Com’è
difficile essere impegnati in tempi di anti-politica.
Com’è difficile scegliere il sociale,
l’invettiva, i realismo in tempi in cui la tentazione
di rifugiarsi nel puro immaginario è assai
forte. Com’è difficile optare per l’ideale,
quando un po’ di ben dosato cinismo può
aprire molte più porte... Germano Bonaveri
(o meglio, come recita la copertina del disco, soltanto
Bonaveri), al suo esordio da solista, non si fa intimorire
da tutte queste difficoltà. E si butta nell’impresa
di fare un disco impegnato con grande convinzione.
Lo
si capisce sin dall’inizio, la prima canzone,
“Non dimenticare”,
sceglie subito i toni dell’invettiva, contro
l’immobilismo, il conformismo, sui ritmi di
una marcia vagamente balcanica. II disco prosegue
con “Torquemada”,
ballata di ascendenza folk che prende di mira rigurgiti
medievali di cui è vittima la nostra società
e “Magnifico”,
title track, più intimista, un inno al bello
della vita, nonostante tutto. “Il
Mago” (con un’intro parlata)
è un malinconico valzer sul rapporto tra potere
e individuo e la fine delle utopie, “Indelebile”
è il versante intimo del disco, quello di un
uomo che si getta a capofitto nella sensualità,
quasi un rifugio a quella tempestosa realtà
messa nel mirino dagli altri brani, “C’è
chi (e chi)”, risale di tono,
con un ritmo incalzante prende di mira qualunquismo
e perbenismo. “Delle Diversità”,
la più gaberiana tra le canzoni del disco,
per intento etico, è un’esortazione a
uscire dal coro, a essere “un’incognita
non contemplata/nei manuali dell’autorità”.
La denuncia è il tono dominante anche in “Oltre
l’arcobaleno”, ritratto
a tinte forte di questi nostri tempi e nella latineggiante
“Stato sociale”,
con i cori di Maria Pierantoni Giua.
Chiude “Terraferma”,
la canzone più introspettiva del disco, una
jazzata riflessione sulla complessità dei rapporti
d'amore.
Di Bonaveri (che scrive tutti i testi, mentre per
le musiche di fa aiutare, in qualche brano, da Fabio
Guercio) colpisce l’uso della lingua,
delle parole. Sulla scorta della migliore tradizione
cantautorale, mette in versi una corretta lingua italiana
(e non è poco, di questi tempi), senza paura
di attingere a un lessico ampio, senza paura di usarne
molte, di parole, a rischio di qualche (raro) scivolamento
nella verbosità. Dà peso alle parole,
Bonaveri, tanto da inserire qualche brano recitato,
lasciando intravedere un certo ascendente nei confronti
del teatro canzone di matrice gaberiana. Nessun ermetismo,
un linguaggio curato ma diretto, capace di trasmettere
significati netti, senza molte sfumature. A cui fa
da specchio una musica altrettanto diretta, vigorosa,
capace di fondere tradizione cantautorale doc, con
ritmi folk, sfumature jazz, canzone popolare.
Una musica, c’è da dirlo, ottimamente
suonata, figlia com’è delle mani d’oro
del produttore del disco, Beppe Quirici,
che ha coinvolto nell’avventura musicisti della
vaglia di Mario Arcari e Elio
Rivagli (insieme a Quirici due dei protagonisti
della migliore stagione di Ivano Fossati).
La voce è quella calda e avvolgente che già
avevamo conosciuto con i Resto Mancha
(che peraltro continuano a collaborare al cd).
Centra sempre l’obiettivo, questo esordio? È
sempre all’altezza della sua forte ambizione?
No, forse, no. C’è qualche momento di
stanchezza, di convenzionalità. E pure qualche
caduta nel predicatorio. Tuttavia Germano Bonaveri
è una persona che canta perché ha qualcosa
da dire. In Magnifico c'è la traccia di tutta
la tradizione cantautorale, ben assimilata e digerita,
con in più una signora produzione. Si parla
del rapporto tra potere e persona, del qualunquismo
dilagante, del vuoto morale e del fatto ancor peggiore
che lo si consideri normale. E si parla anche d'amore,
ma mai in toni da sole-spiaggia-mamma-capanna, piuttosto
con un approccio introspettivo e poetico. Per un esordio
niente male, quindi. È legittimo aspettarsi
un bel percorso.
Oltre ai musicisti dei Resto Mancha Antonello
D’Urso (chitarre), Luigi Bruno
(piano e fisarmonica), Luca De Riso
(basso elettrico), Max D’Adda
(batteria), l’album vanta le preziose partecipazioni
di Elio Rivagli (percussioni e batteria), Mario Arcari
(oboe, clarino e flauto), Martina Marchiori
(violoncello) e Maria Pierantoni Giua ai cori in "Stato
Sociale".
Bonaveri
"Magnifico"
Fabbrica di parole & Musica / Duende Music - 2007
Nei negozi di dischi
|