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Le BiELLE RECENSIONI
Bonaveri: "Magnifico"
La difficile strada dell’impegno
di Silvano Rubino


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Musicisti:
Germano Bonaveri
(voce, chitarra acustica)
Antonello D’Urso (chitarre)
Luigi Bruno (piano e fisarmonica)
Luca De Riso (basso elettrico)
Max D’Adda (batteria)
Beppe Quirici (basso e chitarra ellettrica), Elio Rivagli (percussioni e batteria)
Mario Arcari (oboe, clarino e flauto) Martina Marchiori (violoncello)
Maria Pierantoni Giua
(cori in Stato Sociale)

Testi e musiche: Germano Bonaveri
tranne 1,3,4 (parole Germano Bonaveri, musica Bonaveri-Guercio), 6 (parole Germano Bonaveri, musica Luigi Bruno), 8 (H.Arlen/E.Y.Harburg), 10 (parole Germano Bonaveri, musica Fabio Guercio)

Prodotto da Fabbrica di Parole & Musica srl
Produzione artistica e realizzazione
Beppe Quirici
Registrato e mixato da Max Gardini
Groove Factory
Pro Tools Engineer
Stefano Mariani - Max Gardini
, Mastering Maurizio Biancani - Fonoprint
Assistente mastering Gabriele Rocchi
Preproduzione Beppe Quirici, Germano Bonaveri, Elio Rivagli, Resto Mancha
Coordinamento generale Marinella Valentino

Tracklist

1. Non dimenticare
2. Torquemada
3. Il mago (intro)
4. Il mago
5. Indelebile
6. C’è chi (e chi)
7. Delle diversità
8. Over the rainbow
9. Oltre l’arcobaleno
10. Stato sociale
11. Terraferma

Com’è difficile essere impegnati in tempi di anti-politica. Com’è difficile scegliere il sociale, l’invettiva, i realismo in tempi in cui la tentazione di rifugiarsi nel puro immaginario è assai forte. Com’è difficile optare per l’ideale, quando un po’ di ben dosato cinismo può aprire molte più porte... Germano Bonaveri (o meglio, come recita la copertina del disco, soltanto Bonaveri), al suo esordio da solista, non si fa intimorire da tutte queste difficoltà. E si butta nell’impresa di fare un disco impegnato con grande convinzione.

Lo si capisce sin dall’inizio, la prima canzone, “Non dimenticare”, sceglie subito i toni dell’invettiva, contro l’immobilismo, il conformismo, sui ritmi di una marcia vagamente balcanica. II disco prosegue con “Torquemada”, ballata di ascendenza folk che prende di mira rigurgiti medievali di cui è vittima la nostra società e “Magnifico”, title track, più intimista, un inno al bello della vita, nonostante tutto. “Il Mago” (con un’intro parlata) è un malinconico valzer sul rapporto tra potere e individuo e la fine delle utopie, “Indelebile” è il versante intimo del disco, quello di un uomo che si getta a capofitto nella sensualità, quasi un rifugio a quella tempestosa realtà messa nel mirino dagli altri brani, “C’è chi (e chi)”, risale di tono, con un ritmo incalzante prende di mira qualunquismo e perbenismo. “Delle Diversità”, la più gaberiana tra le canzoni del disco, per intento etico, è un’esortazione a uscire dal coro, a essere “un’incognita non contemplata/nei manuali dell’autorità”. La denuncia è il tono dominante anche in “Oltre l’arcobaleno”, ritratto a tinte forte di questi nostri tempi e nella latineggiante “Stato sociale”, con i cori di Maria Pierantoni Giua. Chiude “Terraferma”, la canzone più introspettiva del disco, una jazzata riflessione sulla complessità dei rapporti d'amore.

Di Bonaveri (che scrive tutti i testi, mentre per le musiche di fa aiutare, in qualche brano, da Fabio Guercio) colpisce l’uso della lingua, delle parole. Sulla scorta della migliore tradizione cantautorale, mette in versi una corretta lingua italiana (e non è poco, di questi tempi), senza paura di attingere a un lessico ampio, senza paura di usarne molte, di parole, a rischio di qualche (raro) scivolamento nella verbosità. Dà peso alle parole, Bonaveri, tanto da inserire qualche brano recitato, lasciando intravedere un certo ascendente nei confronti del teatro canzone di matrice gaberiana. Nessun ermetismo, un linguaggio curato ma diretto, capace di trasmettere significati netti, senza molte sfumature. A cui fa da specchio una musica altrettanto diretta, vigorosa, capace di fondere tradizione cantautorale doc, con ritmi folk, sfumature jazz, canzone popolare.

Una musica, c’è da dirlo, ottimamente suonata, figlia com’è delle mani d’oro del produttore del disco, Beppe Quirici, che ha coinvolto nell’avventura musicisti della vaglia di Mario Arcari e Elio Rivagli (insieme a Quirici due dei protagonisti della migliore stagione di Ivano Fossati).

La voce è quella calda e avvolgente che già avevamo conosciuto con i Resto Mancha (che peraltro continuano a collaborare al cd).

Centra sempre l’obiettivo, questo esordio? È sempre all’altezza della sua forte ambizione? No, forse, no. C’è qualche momento di stanchezza, di convenzionalità. E pure qualche caduta nel predicatorio. Tuttavia Germano Bonaveri è una persona che canta perché ha qualcosa da dire. In Magnifico c'è la traccia di tutta la tradizione cantautorale, ben assimilata e digerita, con in più una signora produzione. Si parla del rapporto tra potere e persona, del qualunquismo dilagante, del vuoto morale e del fatto ancor peggiore che lo si consideri normale. E si parla anche d'amore, ma mai in toni da sole-spiaggia-mamma-capanna, piuttosto con un approccio introspettivo e poetico. Per un esordio niente male, quindi. È legittimo aspettarsi un bel percorso.

Oltre ai musicisti dei Resto Mancha Antonello D’Urso (chitarre), Luigi Bruno (piano e fisarmonica), Luca De Riso (basso elettrico), Max D’Adda (batteria), l’album vanta le preziose partecipazioni di Elio Rivagli (percussioni e batteria), Mario Arcari (oboe, clarino e flauto), Martina Marchiori (violoncello) e Maria Pierantoni Giua ai cori in "Stato Sociale".



Bonaveri
"Magnifico"

Fabbrica di parole & Musica / Duende Music - 2007
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Ultimo aggiornamento: 26-09-2007
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