Bye-Bye
Sulutumana:
ecco la prima intervista dei Semisuite
di
Silvano
Rubino
But
the only place a man can breathe
And collect his thoughts is
Midnight and flyin' away on the road
(Tom Waits, Semi Suite)
I nomi cambiano, il talento resta.
Signore e signori, ecco a voi i Semisuite.
Che poi sono i Sulutumana senza Michele
Bosisio, che ha interrotto il suo viaggio
dopo quasi vent’anni (l’incontro
fondativo con Giamba è del 1988),
scegliendo il silenzio.
Dopo
l’addio sofferto, è ora di
guardare avanti. Proviamo a farlo insieme,
chiacchierando con Giamba, Francesco,
Nadir, Andrea e Angelo-Pich seduti nel
camerino dello Spazio Mil, dove, lo scorso
8,9, 10 febbraio, è andato in scena
lo spettacolo Volti,
con Milvia Marigliano.
L’ultima uscita dei SULUTUMANa.
Fuori cade una pioggia sottile, quella
che dovrebbe passare come passa il dolore.
E ci proviamo, a far passare il dolore,
inevitabile quando un sogno si spezza,
una storia finisce. Lo facciamo guardando
avanti con fiducia, sapendo che l’unico
modo sano di affrontare questa storia
è fare il pubblico, cioè
ascoltare, giudicare, emozionarsi su quanto
di nuovo avranno da dirci i Semisuite.
Che intraprendono, cominciando venerdì
16 febbraio al Teatro Studio di Milano
(www.piccoloteatro.org),
il nuovo viaggio con una valigia carica
di ricordi. E di canzoni bellissime.
Nomina
sunt…
SILVANO:
La prima domanda, scontata, è sul
nome. Perché questa scelta, perché
un nome così diverso dal precedente,
visto che Semisuite suona molto più
internazionale, laddove Sulutumana suonava
molto più “locale”,
dialettale?
GIAMBA:
Perché questo nome… Abbiamo
detto: “cambiamo nome, così
niente più domande sul nome”.
E invece… Giustamente, la prima
domanda col nuovo gruppo è proprio
una domanda sul nome… Effetto boomerang…
Innanzitutto proprio perché è
un nome nuovo, perché siamo nello
spirito di ricominciare, nonostante andiamo
avanti con tutta una serie di progetti
che portiamo avanti da tempo, però
dal punto di vista dell’identità
artistica abbiamo assolutamente la voglia,
la volontà, la necessità
di ricominciare.
Ci siamo messi di buona lena a segnarci
tutta una serie di nomi, con i quali poi
abbiamo una specie di torneo, a eliminatorie…
Cambiare nome è un po’ come
cambiare identità e questa cosa
ci ha anche divertito, però ci
ha anche stressato in un primo momento.
Siamo arrivati a Semisuite per un fatto
analogo al nome che avevamo prima, Sulutumana.
Prima di tutto è un fatto sonoro.
Spulciando tra libri, lettreratura, discografia
abbiamo selezionato diversi nomi. Semisuite
è il titolo di una canzone di Tom
Waits, ma soprattutto è una canzone
di Tom Waits all’interno della quale
c’è un’immagine che
ci ha colpito molto e che riteniamo che
ci abbia rappresentati in questo momento
di passaggio. L’immagine della persona
che per chiarire ogni dubbio e per risolvere
questioni importanti per sé prende
la strada a mezzanotte e si mette in cammino.
Questa immagine ci ha colpito e ci ha
convinto a scegliere questo nome, che,
ti dirò, ora che ce lo stiamo pronunciando
addosso da qualche giorno ci convince
sempre di più e ci piace.
Maremoto
via internet
SILVANO:
Io non voglio parlare del passato, perché
questa è la prima intervista dei
Semisuite, non l’ultima dei Sulutumana.
Però l’ondata emotiva che
c’è stata sulla vicenda del
vostro scioglimento francamente è
stata incredibile. Come l’avete
vissuta? In ogni caso è una cosa
da cui ripartire. Ti guardi alle spalle
e dici “mamma, quanta gente”…
GIAMBA:
Ha colpito anche noi per questa ragione,
perché in questo modo ci siamo
resi conto, abbiamo toccato con mano l’affetto,
la vicinanza, l’importanza, nel
suo piccolo, di quello che nel tempo abbiamo
costruito. E quindi è stato una
specie di maremoto, ma nello stesso tempo
anche un’onda affettuosa molto molto
importante, qualcosa che ci ha inquietato
e rinfrancato insieme. Abbiamo sentito
anche una responsabilità artistica,
una responsabilità a distanza:
sono stati il sito, il guest book e la
mailing list che hanno tirato fuori quest’anima
e quindi ci siamo sentiti vicini a persone
che non avevamo di fronte in quel momento
ma che abbiamo scoperto essere veramente
affezionate al nostro progetto, alla nostra
arte…
SILVANO:
L’altra riflessione che mi è
venuta vedendo questa ondata emotiva all’annuncio
dello scioglimento è che veramente
nell’era di internet fare canzone
d’autore è profondamente
diverso da prima, perché si crea
un feedback col pubblico che prima era
difficile avere. Dieci, quindici anni
fa avreste ricevuto al massimo un po’
di lettere… Vi siete un po’
sentiti assediati?
IN
CORO: Sì, sì… (ridono)
FRANCESCO:
Tante volte la gente, magari per affetto,
tende a essere un po’ invadente.
I problemi sono nostri ed esclusivamente
nostri. Pur essendo dei personaggi “pubblici”,
ci sono dei problemi che rimangono privati.
SILVANO:
Il dialogo attraverso il sito (www.semisuite.it),
continuerà, in qualche modo, con
un guest book o cose simili?
GIAMBA:
Ci sarà. All’inizio non eravamo
dell’idea, nel progetto di rifacimento
del sito. Abbiamo cambiato ideaproprio
in seguito all’ondata emotiva. Vedremo
se sarà un guest book o qualche
altra modalità
Semine e raccolti
SILVANO:
Quindi adesso si riparte, volevo capire
un po’ in che direzione.
NADIR:
Stiamo vivendo questo cambio di nome come
una specie di cambio di indirizzo, come
quando uno si trasferisce. Quando traslochi
e vai a vivere da un’altra parte,
forse ci sono delle cose nel nuovo ambiente
che in parte ti coinvolgono, in parte
ti cambiano, ma l’identità
forte in sostanza te la porti appresso.
L’identità forte da cui riparte
Semisuite è il percorso fatto dai
Sulutumana fino a oggi. Siamo sempre noi.
Quindi è un prosieguo verso nuovi
progetti teatrali, alcuni veramente nuovi,
altri che hanno preso il passo nell’ultima
fase dei Sulutumana. E poi la punta di
diamante di tutti i nostri progetti è
sempre il nostro concerto, il nostro concerto
coinvolgerà dei nuovi musicisti
che apporteranno il loro piccolo microcosmo,
ma prevalentemente ci saranno sempre le
nostre canzoni, il nostro modo di proporle
e di proporle sul palco.
SILVANO:
Il centro è la dimensione live,
quindi?
GIAMBA:
Il centro è il live e saranno comunque
i raccolti dei terreni che noi abbiamo
seminato. Senz’altro il live con
un progetto discografico nuovo, con la
valutazione di come riproporci con il
repertorio che ci ha sempre contraddistinto,
per farla breve come discograficamente
riproporre i brani più importanti
o più belli, o comunque una parte
di repertorio che già il pubblico
conosce. E in più il repertorio
nuovo e poi i progetti teatrali che sono
questo di “Volti”,
il progetto di “Pianoforte
vendesi” su un racconto
inedito di Andrea Vitali
che andrà in scena il 16 febbraio
al Piccolo. E c’è un terzo
progetto teatrale importante che si intitola
“Farfalla Sucullo”.
Questo spettacolo è stato vincitore
del concorso teatrale Teatro Shoa, verrà
premiato a marzo a Roma. E’ uno
spettacolo non nostro, noi abbiamo fatto
le musiche e le canzoni: lo spettacolo
è di Giuseppe Adducci
che è una nostra vecchia conoscenza,
con il “Prinsi Raimund”…
Parla dello sterminio, il protagonista
è un ragazzino zingaro, è
questa esperienza atroce e drammatica
vissuta con gli occhi di questo bambino.
E’ un testo molto bello, che ci
ha coinvolto tantissimo.
Valassina,
Italia, mondo
SILVANO:
Il teatro sta diventando abbastanza centrale,
nella vostra attività. E’
una scelta o è una cosa che vi
è capitato addosso…
FRANCESCO:
…tant’è vero che il
battesimo dei Semisuite sarà al
Piccolo…
SILVANO:
L’addio dei Sulutumana è
stato al Sociale di Como, con la “Vera
storia dei Sulutumana”…
GIAMBA:
casualmente….
SILVANO:
…casualmente il battesimo è
al Piccolo. C’è anche la
volontà di uscire dal legame forte
con il territorio, che è comunque
importante, ma che però forse può
diventare un handicap? Anche la scelta
del nome, suona come una scelta “sprovincializzante”,
completamente … C’è
questa voglia di uscire da questa identificazione
forse eccessiva con un territorio?
GIAMBA:
questa voglia c’è. Perché
la sentiamo noi. C’è altrettanta
voglia di presentarci ovunque e comunque
con le nostre radici ben salde. Nessuno
vuole rinnegare nulla nella maniera più
assoluta. Se ti devo dire il nome Sulutumana
è nato talmente tanti anni fa,
che poi le interpretazioni anche equivoche
che sono nate, magari di chi sentiva il
nome senza averci mai ascoltati, sono
state casuali. Nel senso che la scelta
di un nome, non è poi così
importante. E’ giocoforza molto
identificativa. Il nome è la prima
cosa che ti porti addosso…
C’è questa volontà.
C’è sempre stata, sul piatto
della bilancia ci sono i pro e i contro
di ricominciare. A noi piace guardare
i pro, perché sono quelli che ci
motivano e devo dire che per fortuna ne
stiamo trovando. Soprattutto il pro è
lo stimolo che abbiamo mettendoci al lavoro,
trovandoci al mattino e salutandoci alla
sera. Insomma, facendo il nostro lavoro.
I
suoni di domani
SILVANO:
Parliamo un po’ di musica, dai.
Come suonerà il primo disco dei
Semisuite?
GIAMBA:
Saperlo…
SILVANO:
Questa (Giamba, Nadir, Francesco, Andrea,
Angelo-Pich, ndr) sarà la vostra
nuova formazione, poi ci saranno chitarra,
batteria e percussioni, di appoggio, non
entreranno stabilmente queste persone…
FRANCESCO:
nell’ultimo anno ci siamo abituati
ad avere una formazione abbastanza plastica,
abbiamo fatto serate in tre, serate in
quattro, serate in otto. E’ bello
essere in grado di cambiare in corsa,
modificarsi e adeguarsi alle situazioni
che ti si presentano.
SILVANO:
In Decanter la chitarra, cazzo se c’era…
Addirittura le prime critiche frettolose
erano state “i Sulutumana si convertono
al rock..:”
GIAMBA:
parlando del disco il percorso proseguirà
e si spera anche che si amplierà.
Parlando di percussioni,di chitarra, di
batteria, di coralità, di vocalità,
non ci risparmieremo. Nel senso che soprattutto
a livello di progetto discografico e di
progetto live, del concerto di canzoni
di Semisuite, questa volontà, questa
necessità c’è.
SILVANO:
Insomma, a livello di arrangiamenti, la
presenza degli strumenti di queste persone
che non entrano stabilmente sarà
ugualmente importante…
NADIR: Sicuramente. Anche perché,
ci tengo a sottolineare, cerchiamo di
non avvalerci del turnista nel senso più
brutto del termine (che poi il turnista
è un mestiere per chi lo sa fare
mobilissimo…). Cerchiamo di trovare
delle persone con cui condividere un minimo
di percorso Questi elementi che intervengono
non vengono semplicemente a eseguire lo
spartito che noi gli diamo. Ci vuole più
tempo, un numero maggiore di incontri,
più voglia di mettersi in gioco.
GIAMBA: noi chiudiamo un progetto, che
sia una canzone, che sia un disco intero,
senza alcuni elementi. Questi elementi
vengono interpellati e sono loro a metterci
del loro con il loro strumento, con la
loro creatività, con il loro talento…
FRANCESCO:
è un confronto. E’ un lavoro
che si fa insieme
SILVANO:
E a livello di scrittura, di composizione?
Siete voi…
GIAMBA:
Siamo noi, in questo cambia veramente
poco. E’ sempre stato così
Signora libertà…
SILVANO:
C’è il disco tratto dallo
spettacolo Pianoforte vendesi in arrivo,
ora, giusto?
GIAMBA:
ehm… in questo senso le idee non
sono chiarissime… E’ molto
chiaro l’idea che ci sarà
un’uscita discografica, ma non anticipo
come potrebbe essere perché se
poi non dovesse essere così…
Però delle idee ce le abbiamo…
NADIR:
anche perché questo “trasloco”
che stiamo facendo in questi mesi ci ha
occupato parecchio, sia fisicamente che
emotivamente. Le idee sul futuro si stanno
schiarendo adesso, non ci siamo messi
ancora lì al tavolo a dire facciamo
questo per il mese tot…
SILVANO:
A livello organizzativo, sempre autoprodotti?
GIAMBA:
noi non ci poniamo neanche la questione.
Magari arriva la persona con la quale
è possibile creare un progetto
solido e importante e allora non saremo
autoprodotti e saremo ben felici di non
esserlo, ma non ci poniamo la questione…
NADIR:
…come è stato nel passato.
Non è che siamo autoprodotti per
scelta nostra…
GIAMBA:
certo, sappiamo che la nostra produzione
è una garanzia di portare a casa
i progetti, di realizzarli. Per cui questa
è una carta che ci teniamo ben
stretti. E’ una carta di libertà
che ci teniamo ben stretti.
Semisuite
live
SILVANO:
Si invoca a gran voce un live. Ci sono
delle registrazioni che voi potreste utilizzare?
GIAMBA:
No, non ce ne sono. Il live si invoca
a gran voce da tempo a prescindere dal
cambiamento, perché per fortuna
nostra, per bontà del nostro pubblico
l’ascoltarci dal vivo ha sempre
costituito un valore aggiunto alla nostra
musica, per cui è normale anche
per noi che si desideri uscire con un
disco live. A questo ci pensavamo prima
e continuamo a pensarci ora.
SILVANO:
Però non c’è del materiale
utilizzabile….
GIAMBA:
No. Quella è un’invocazione
che non potrà venir raccolta
NADIR:
Sarà un live dei Semisuite…
FRANCESCO:
quando avremo finito di vendere questi
dischi dei Sulutumana che abbiamo, basta,
fine. Si cambia
SILVANO:
Quando sarà il primo concerto dei
Semisuite, al di là del Piccolo?
NADIR:
C’è già un concerto.
E’ in Germania. Per l’Italia,
aspettiamo proposte valide.
GIAMBA:
ci sono date già fissate…
SILVANO:
Una importantissima…
GIAMBA:
caspita,certo, importantissima, il 25
maggio alla Scighera, per AcrobaticiAnfibi…
SILVANO:
Però non avete voluto fare una
sorta di inaugurazione con un luogo simbolico
che poteva essere il Sociale…
NADIR:
sono cose a cui non abbiamo avuto il tempo
di pensare, davvero. Abbiamo avuto incombenze
un po’ più materiali. In
queste settimane abbiamo imbiancato, lavorato
nel nuovo posto dove provare. E poi forse
non sarebbe una cosa troppo nello stile
nostro. Abbiamo sempre la paura di celebrare,
o di autocelebrare in qualche modo una
cosa che per noi è importantissima,
ma ha un valore che forse poi misurato
con il metro quello vero non è
così decisiva…
Semisuite
al cinema
FRANCESCO:
al di là di date e concerti è
un periodo in cui abbiamo tanto lavoro.
C’è Pianoforte vendesi, c’è
Farfalla Sucullo, poi ci saranno ancora
appuntamenti con il Prinsi Raimund. E
in più stiamo componendo la colonna
sonora di un film.
GIAMBA:
è un film che si chiama il Segreto
di Ortelia, per la regia
di Alberto Rondalli,
casualmente tratto da un racconto di Andrea
Vitali… (ridiamo)
NADIR:
guarda Silvano che quell’uomo lì
ci vuole troppo bene.
SILVANO:
Lui come l'ha presa?
GIAMBA:
Malissimo… Almeno quanto l’abbiam
presa male noi, come l’hanno presa
male tutti
FRANCESCO:
tra l’altro il film è ambientato
sul lago, il regista è lecchese
di origine. Il film è stato appena
finito di girare, abbiamo potuto vedere
il primo tempo, con un premontaggio, con
già alcune delle nostre musiche.
Questo è un lavoro stimolante,
bello….
SILVANO:
L’impressione è che questa
cosa dello scioglimento sia capitata quindi
in un momento in cui voi avevate tante
cose…
NADIR:
Senza entrare nel merito, però
non è una cosa che è “capitata”…
FRANCESCO:
…sì, la faccenda dello scioglimento
del gruppo ha radici lontane…
SILVANO: Parliamo del rapporto
con gli addetti ai lavori, con i giornalisti,
quelli che già un po’ vi
conoscevano. Con il nuovo nome, servirà
un lavoro di riconquista
GIAMBA:
è un lavoro che è già
cominciato e che piano piano proseguiremo.
Cerchiamo di perdere il meno possibile
nel guado, e siamo fiduciosi. E magari
di poter guadagnare… In fondo è
un scommessa, che ha i suoi lati positivi,
ricominciare è una scommessa fresca,
nuova.
ANGELO:
Cerchiamo sicuramente di farne un’opportunità.
E’ vero che il giornalista che sente
il nome Semisuite, nome mai sentito, fa
fatica a pubblicarlo, però dall’altra
parte il nostro pensiero è stato,
per esempio: Premio Tenco, presentiamo
un progetto come Semisuite, magari…si
accende una lampadina…
SILVANO:
Dai, potete puntare alla Targa Tenco come
miglior opera prima… (ridiamo).
Bene,volete aggiungere qualcosa?
FRANCESCO:
Sì! Abbiamo anche il furgone nuovo!
Nome nuovo, furgone nuovo, locale per
le prove nuovo… |