Un
libro in arrivo? Sì, aspettando due anni ...
di
Giorgio Maimone
La
storia dell'intervista a Nada è stata soprattutto la
storia di una lunga caccia. Dai tempi del Festival di Sanremo
2007 ho cercato in più riprese di metterle il pepe
sulla coda, ma invano. E' strano quanto più si tiene
a un artista e lo si giudichi degno di nota, tanto più
si fatica a venire in contatto. Disperavo ormai di riuscire
a intervistare Nada, quand'ecco che ... l'intervista è
diventata realtà. Leggetela con cura se vi piace Nada.
E' una che non parla tanto per dire qualcosa, ma solo se ha
qualcosa da dire.
La prima domanda non è musicale. Quando uscirà
un tuo nuovo libro? "Le
mie madri" era stata un’esperienza molto intensa.
Stai scrivendo? Hai intenzione di farlo?
Sto scrivendo.
Non so quando finirò, ma penso nel giro di un paio
d’anni di pubblicare un altro libro.
Poesie
o altro?
No. E’ una
storia, una lunga storia. Ora dire romanzo mi sembra un po’
presuntuoso.
Musica,
invece? Ormai ci hai abituato a un’uscita all’anno
…
(Ride)
Gli ultimi anni sono stati in effetti molto prolifici. Adesso
me la sto prendendo comoda e dedicando tempo al libro. Ho
bisogno di un po’ per ricaricarmi. Infatti non sto scrivendo
musica in questo periodo e ricomincerò tra un paio
di mesi. In questo periodo soprattutto sto scrivendo il libro
che mi serve anche per svuotarmi e fare altre esperienze,
perché io sono una che ha tempi abbastanza lunghi anche
se non si direbbe da questi ultimi anni in cui ho fatto uscire
molti dischi. Il mio lavoro è molto costante. Ho bisogno
di tempo.
Il
libro in lavorazione ha già un titolo?
Sì, ha già
un titolo che però non te lo dico (ride)
Negli
spettacoli che porti in giro adesso che repertorio proponi?
Solo l’ultimo disco o anche cose più antiche?
Faccio soprattutto
le mie ultime canzoni da Dove sei sei in poi e poi ci sono
sempre quelle tre o quattro canzoni intramontabili, i miei
tre o quattro successi, i classici. Ma il concerto è
incentrato soprattutto su questa ultima mia produzione che
ormai sono anni che faccio.
Non
fai reading di poesie durante i concerti? Non mescoli i due
momenti?
Come
no! Quest’anno no, in questo concerto non c’è.
Ma di solito ho sempre fatto reading, letture. All’aperto
in genere no, ma quando faccio concerti in teatri, in club,
in posti più piccoli sì. All’aperto è
più difficile trovare l’atmosfera per raccontare,
leggere. D’estate si fa più musica. Anche se
poi le mie canzoni hanno una struttura, hanno dei testi che
sono molto teatrali, anche da seguire. Come una storia. Sembra
un po’ tutta una storia quello che racconto.
Sì.
Assolutamente sembra un’unica grande storia che si dipana
in capitoli successivi. E’ l’impressione che danno
i tuoi dischi, anche l’ultimo. Che poi è la tua
storia. Tu sei una che scrive in prima persona, in fin dei
conti.
Viene
così naturale. In prima persona? Sicuramente parte
tutto da cose mie, poi scrivendo un po’ di fantasia,
un po’ quello che uno vorrebbe le allarga. Ma sono sempre
cose che io condivido.,
E
che diventano universali tramite la scrittura.
Beh, lo spero (ride)
Tra
le tue attività c’era anche uno spettacolo sul
tango: "Gettin' through the mood of Tango" con arrangiamenti
e musiche originali di Jorge Bosso . Lo tieni ancora in vita?
Mah, l’ho
fatto due anni fa. Devo dire che è stata una bella
esperienza,. Con questi musicisti particolari con una formazione
latina, ovviamente, ma quasi classica. Lo spettacolo era fatto
tutto in spagnolo. Era un progetto un po’ ambizioso
e non ha trovato molti spazi. Poi non era un “mio”
progetto: io interpretavo in questo progetto di questo musicista.
Sono comunque spettacoli che non hanno tempo, non hanno moda,
quindi se un giorno dovesse capitare di riflarlo …
Di
questo non è rimasta traccia su disco?
No
Tu
sei una figura di riferimento per molti in Italia oramai.
Cosa si prova?
Non lo so, fa piacere.
Però è così: io sono molto istintiva
faccio le cose in cui credo, ci credo veramente. Quando incontro
persone che mi dicono che è una cosa giusta -….
Quando ero piccola mi dicevano che ero testarda, caparbia.
Invece nel tempo questo può anche diventare un pregio,
in questi tempi, in questo periodo dove non c’è
coerenza, dove nessuno lotta per qualcosa in cui creda e non
ci siano di mezzo altri tipi di interesse, forse questo può
diventare un pregio e quindi un punto di riferimento. Ben
venga.
Certo.
E’ del tutto
una cosa caratteriale, naturale non c’è niente
di studiato.
Tu
hai iniziato a scrivere tardi, soprattutto le canzoni …
Ho iniziato negli
anni ’80. Ormai è già un po’ di
tempo.
Ma
la musica successivamente …
Sì, prima
ho iniziato con i testi. Il primo disco in cui ho fatto anche
le musiche è stato Anime nere del ’92, dove facevo
le musiche a metà con Venturi che era l’altro
autore. Il disco proprio tutto mio è Dove sei sei del
1999. E’ lì che ho iniziato totalmente, anche
se poi in passato io magari non firmavo, ma alla fine molte
cose risentono dei miei interventi. Intervenivo molto. Alla
fine, piano piano ho cominciato a farlo io (ridiamo)
Tu
suoni qualche strumento?
Sì suono
la chitarra.
Anche
in concerto?
No, solo in qualche
disco e quando sono da sola e mi lascio andare. Col gruppo
faccio un po’ fatica. Invece da sola mi diverto e poi
sono abituata a suonare da sola quando scrivo le canzoni.
Comunque non sono un grande chitarrista, la suono per quello
che mi serve
Il
giro musicale al femminile nel cantautorato italiano è
poverissimo. C’è qualche nuovo fermento: prima
la Consoli e la Donà, poi la Giua e la Laquidara. Secondo
te come mai sono così poche le donne che scrivono,
che scrivono rock, tra l’altro?
Mah, perché
penso ci sia poco interesse. Dà un po’ fastidio
che una donna scriva in un certo modo, le si dà sempre
poca credibilità. Ci vuole un po’ di più,
un po’ più tempo che per un uomo. Proprio per
come è strutturata la nostra società, non per
fare un discorso femminista, ma insomma un po’ è
così. E quindi la donna è bella, è quella
che deve far sognare e basta. Far sognare è una cosa
bella, ma insomma, si può anche dire delle cose. E
questo fa in modo che di modelli non ce ne sono e quindi sono
poche le giovani, le donne che si possono riferire a qualche
modello. Non ce ne stanno praticamente. Escono poche. E poche
hanno quella fortuna, magari con fatica, di trovare dello
spazio.
Adesso
per fortuna c’è anche Nada tra i modelli per
le giovani autrici (ridiamo)
Per fortuna! Magari.
Io se potessi dare veramente sarei contenta. Non per un fatto
personale, ma proprio per la musica, per le cose giuste.
Ultima
domanda: la musica che senti e che ti piace.
Guarda, in generale,
io la musica buona la ascolto tutta. Salto da un genere all’altro.
Ascolto tutto, anche jazz, per esempio, però la musica
mia preferita è proprio il rock anni ’70.
Quello
storico …
Sì, quello
storico e magari i nuovi quelli che4 che comunque si rifanno
sempre là: che so … Pj Harvey, per esempio.
Che
è poi la musica che tu fai, dividendo per grosse categorie
Penso
di sì, ma non per copiare o imitare nessuno. Ma perché
magari c’è un comune sentire, una radice, un
modo di esprimere le cose.
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