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Le BiELLE INTERVISTE
John De Leo: "Vago svanendo"
Giocherellando a palla con il proprio cervello
di Giorgio Maimone


Ascolti collegati


John De Leo
Vago svanendo

Quintorigo
Il cannone

Quintorigo
Grigio

Lu
Rumi

Morgan
Da A ad A

Giovanardi
Cuore anudo

 

Alcune interviste sono facili, altre sono spontanee, alcune costano fatica. In altre ancora non hai del tutto chiaro chi stia conducendo il gioco. Questo è il caso. John De Leo un po' sfugge, un po' lo rincorro, molto mi lascia andare da solo. Ma la chiave forse sta nella frase dell'intervista in cui dice che "non avrei mai parlato dei miei pezzi se non me l’avessero chiesto. Sono io curioso di sapere cosa la gente legge in questi brani, qualora gli capitasse mai di ascoltarli". Ascoltate il disco, merita. E leggete l'intervista.

John De Leo e "Vago svanendo" ho appena finito di sentire il disco ed è bellissimo.

Bene, così faticherò di meno nel corromperti.

Non ce n’è bisogno, sono già corrotto.

Meglio così.

Non facilissimo, come album, ma credo che questo fosse nei tuoi obiettivi

No, anzi, il mio obiettivo era raggiungere la semplicità. Diciamo che certe volte è più semplice, perdona il gioco di parole, quando le cose vengono d’istinto e altre volte è più faticoso dover fare una cernita per arrivare all’essenza.

E’ stato un disco faticoso?

Assolutamente.

E’ durato anni?

Due anni e mezzo di vita! Non ho capito bene. O meglio forse oggi sì, riesco anche a capirlo, perché mi sono inflitto questa punizione. Ma sul serio! Mi sono rintanato due anni e mezzo con gli amici che mi chiamavano e mi dicevano “ma viene a berti qualcosa” e io “No,no, no”. Davanti a un foglio bianco per una settimana intera.

E’ stato concepito già al momento della sua nascita come un’opera complessiva o è fatto di frammenti che man mano si sono assemblati e ricomposti a formare un quadro d’assieme?

Entrambi le cose, perché, voglio dire, prima di tutto sono frammenti, tasselli molto diversi tra loro, ma necessari l’un l’altro. Parlo secondo me, perché ogni brano ha poi una vita propria. Alcuni sono più di impatto e altri magari sono composizioni più articolate, dove magari c’è un vago senso concettuale. Ma al di là di questo sono tutti necessari l’un l’altro. Qual era la domanda? Che mi perdo sempre … (ridiamo)

È nato tutto insieme o sono tasselli?

Io avevo le idee abbastanza chiare. Che è ovvio che è un eufemismo, perché materializzare un’idea non è così semplice. Iopoi sono di una determinazione ai limiti della ragionevolezza, quindi ai limiti della follia. Per il raggiungimento di un’idea che mai si raggiunge …

… e che in due anni può cambiar parecchio

… per avvicinarcisi ci si impiega tanto tempo. In realtà in due anni non ho buttato via niente, se non raffinato, sistemato.

Rispetto alla tua precedente vita artistca è una svolta ma procedendo nella stessa direzione?

Quando si parla di svolta artistica … di fatto non è un disco d’esordio. Lo è perché non ho mai fatto un album da solo,. Ma faccio concerti dall’89 e anche nel periodo con il gruppo ho militato in altre formazioni, ho avuto la fortuna di collaborare con altri musicisti e di interessarmi d’altro.

E’ almeno un disco che ti soddisfa dopo tutta questa fatica oppure c’è sempre un’insoddisfazione di fondo quando si finisce un lavoro?

Beh, guarda, se dicessi insoddisfazione sarebbe scorretto nei miei confronti dopo tanto lavoro e mi infliggerei un’ulteriore punizione che forse a questo punto non merito (ridiamo). Diciamo che sto testando proprio i miei limiti, sempre al limite della follia o delle mie capacità psicofisiche, intellettuali nonché, si sono aperti degli altri infiniti e quindi ho innescato ulteriori processi che non mi basterà una vita per riuscire a raccontare.

Leggo nelle bellissime note che ha rilasciato sulle canzoni dell’album che “Vago svanendo” rappresenta un po’ tutte le tematiche che sono nell’album.

Sì.

Possiamo anche concepirlo come il nucleo sul cui si svilupperà la tua attività futura o è presuntuoso dirlo? E’ troppo presumere adesso cosa sarà la tua attività futura, avendo tu appena finito un album:

Certo che sì in Vago svanendo non so esattamente dove sto andando, c’è anche questa lettura, non sono soltanto i miei obiettivi che determinano dove andrò, ma sono anche gli altri, sono le tentazioni, sono i casi della vita. Senza troppa retorica è tutto questo che determinerà quello che farò.

Ho visto nel finale il commento all’ultimo brano Sinner, dove dici che molto difficilmente trovi delle gente che suoni musica che ti piaccia? Ho letto bene? Unalternativa che si fatica a riconoscere. Nel senso che non trovi in giro musica che ti piaccia?

No, la trovo molto spesso. In realtà non la trovo dove dovrei trovarla (ridiamo)

E’ la musica alternativa che non lo è a sufficienza.

La musica alternativa, come si suol dire e come dico nelle note (anche se premetto che non avrei mai parlato dei miei pezzi se non me l’avessero chiesto. Sono io curioso di sapere cosa la gente legge in questi brani, qualora gli capitasse mai di ascoltarli. ) Al di là di questo, per quel si intende musica alternativa, il mercato della musica alternativa mi pare che determini dei cliché comportamentali anche di genere, proprio di cose da dire. Quel che si suol dire musica alternativa a me significa poco. Per quel che intendo io, musica innovativa o creativa, quasi mai la sento nei canali destinati a questa espressione. E in realtà invece di artisti bravi e creativi e che guardano al miraggio del bello ci sono,. Però non li vedremo mai nelle classifiche o comunque verranno mai sostenuti veramente e quindi comprati.

Ho trovato molto belli, mi hanno commosso e toccato i testi e in altri momenti mi hanno fatto ridere e divertito. Hai giocato sui due pedali con grossa raffinatezza. I testi li scrivi sempre da solo … tranne l’ultimo.

Di solito io collaborao con molte pe4rsone perché mi piace confrontarmi e non voglio chiudermi nelle mie idee, perché mi dispiacerebbe che mi sfuggisse qualcosa a cui non avevo pensato. Di fatto tengo le fila e cerco di avere anche la responsabilità della regia di tutto quanto, quindi di poter decidere gli elementi da usare. Questa è la prima volta che delego a questo nuovo collaboratore, un po’ anche perché dopo tre volte che si annuncia lì’uscita del disco forse era ora di chiuderlo. Mi hanno detto “Tu cosa ne pensi se finalmente gli dessimo la parola fine a questo progetto?” (ridiamo) Eh poverini,a che loro! E’ sconveniente anche dal punto di vista promozionale, commerciale che alla fine sono anche importanti.

Però si vede che non volevi chiudere perché la coda è di 33 minuti! Chi c’è dentro Bergonzoni?

E poi c’è un brano tuo?

Sì, la mia caratteristica per quelli che mi conoscono o per chi avrà voglia di conoscermi in futuro è quella della sorpresa, forse di fare una seconda lettura oltre l’impatto.

Di grosso effetto. Bisogna aspettare 30 minuti ma poi …

…qualcosa c’è, se stai attento (ridiamo) . Oppure se sei distratto e lasci andare il lettore.

Sul web

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Intervista effettuata il: 20-11-2007
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