Alcune
interviste sono facili, altre sono spontanee, alcune costano fatica.
In altre ancora non hai del tutto chiaro chi stia conducendo il
gioco. Questo è il caso. John De Leo un po' sfugge, un po'
lo rincorro, molto mi lascia andare da solo. Ma la chiave forse
sta nella frase dell'intervista in cui dice che "non avrei
mai parlato dei miei pezzi se non me l’avessero chiesto. Sono
io curioso di sapere cosa la gente legge in questi brani, qualora
gli capitasse mai di ascoltarli". Ascoltate il disco, merita.
E leggete l'intervista.
John De Leo e "Vago svanendo"
ho appena finito di sentire il disco ed è bellissimo.
Bene, così
faticherò di meno nel corromperti.
Non
ce n’è bisogno, sono già corrotto.
Meglio così.
Non
facilissimo, come album, ma credo che questo fosse nei tuoi obiettivi
No, anzi,
il mio obiettivo era raggiungere la semplicità. Diciamo
che certe volte è più semplice, perdona il gioco
di parole, quando le cose vengono d’istinto e altre volte
è più faticoso dover fare una cernita per arrivare
all’essenza.
E’
stato un disco faticoso?
Assolutamente.
E’
durato anni?
Due anni
e mezzo di vita! Non ho capito bene. O meglio forse oggi sì,
riesco anche a capirlo, perché mi sono inflitto questa
punizione. Ma sul serio! Mi sono rintanato due anni e mezzo con
gli amici che mi chiamavano e mi dicevano “ma viene a berti
qualcosa” e io “No,no, no”. Davanti a un foglio
bianco per una settimana intera.
E’
stato concepito già al momento della sua nascita come un’opera
complessiva o è fatto di frammenti che man mano si sono
assemblati e ricomposti a formare un quadro d’assieme?
Entrambi
le cose, perché, voglio dire, prima di tutto sono frammenti,
tasselli molto diversi tra loro, ma necessari l’un l’altro.
Parlo secondo me, perché ogni brano ha poi una vita propria.
Alcuni sono più di impatto e altri magari sono composizioni
più articolate, dove magari c’è un vago senso
concettuale. Ma al di là di questo sono tutti necessari
l’un l’altro. Qual era la domanda? Che mi perdo sempre
… (ridiamo)
È
nato tutto insieme o sono tasselli?
Io avevo
le idee abbastanza chiare. Che è ovvio che è un
eufemismo, perché materializzare un’idea non è
così semplice. Iopoi sono di una determinazione ai limiti
della ragionevolezza, quindi ai limiti della follia. Per il raggiungimento
di un’idea che mai si raggiunge …
…
e che in due anni può cambiar parecchio …
… per
avvicinarcisi ci si impiega tanto tempo. In realtà in due
anni non ho buttato via niente, se non raffinato, sistemato.
Rispetto
alla tua precedente vita artistca è una svolta ma procedendo
nella stessa direzione?
Quando si
parla di svolta artistica … di fatto non è un disco
d’esordio. Lo è perché non ho mai fatto un
album da solo,. Ma faccio concerti dall’89 e anche nel periodo
con il gruppo ho militato in altre formazioni, ho avuto la fortuna
di collaborare con altri musicisti e di interessarmi d’altro.
E’
almeno un disco che ti soddisfa dopo tutta questa fatica oppure
c’è sempre un’insoddisfazione di fondo quando
si finisce un lavoro?
Beh, guarda,
se dicessi insoddisfazione sarebbe scorretto nei miei confronti
dopo tanto lavoro e mi infliggerei un’ulteriore punizione
che forse a questo punto non merito (ridiamo). Diciamo che sto
testando proprio i miei limiti, sempre al limite della follia
o delle mie capacità psicofisiche, intellettuali nonché,
si sono aperti degli altri infiniti e quindi ho innescato ulteriori
processi che non mi basterà una vita per riuscire a raccontare.
Leggo
nelle bellissime note che ha rilasciato sulle canzoni dell’album
che “Vago svanendo” rappresenta un po’ tutte
le tematiche che sono nell’album.
Sì.
Possiamo
anche concepirlo come il nucleo sul cui si svilupperà la
tua attività futura o è presuntuoso dirlo? E’
troppo presumere adesso cosa sarà la tua attività
futura, avendo tu appena finito un album:
Certo che
sì in Vago svanendo non so esattamente dove sto andando,
c’è anche questa lettura, non sono soltanto i miei
obiettivi che determinano dove andrò, ma sono anche gli
altri, sono le tentazioni, sono i casi della vita. Senza troppa
retorica è tutto questo che determinerà quello che
farò.
Ho
visto nel finale il commento all’ultimo brano Sinner, dove
dici che molto difficilmente trovi delle gente che suoni musica
che ti piaccia? Ho letto bene? Unalternativa che si fatica a riconoscere.
Nel senso che non trovi in giro musica che ti piaccia?
No, la trovo
molto spesso. In realtà non la trovo dove dovrei trovarla
(ridiamo)
E’
la musica alternativa che non lo è a sufficienza.
La musica
alternativa, come si suol dire e come dico nelle note (anche se
premetto che non avrei mai parlato dei miei pezzi se non me l’avessero
chiesto. Sono io curioso di sapere cosa la gente legge in questi
brani, qualora gli capitasse mai di ascoltarli. ) Al di là
di questo, per quel si intende musica alternativa, il mercato
della musica alternativa mi pare che determini dei cliché
comportamentali anche di genere, proprio di cose da dire. Quel
che si suol dire musica alternativa a me significa poco. Per quel
che intendo io, musica innovativa o creativa, quasi mai la sento
nei canali destinati a questa espressione. E in realtà
invece di artisti bravi e creativi e che guardano al miraggio
del bello ci sono,. Però non li vedremo mai nelle classifiche
o comunque verranno mai sostenuti veramente e quindi comprati.
Ho
trovato molto belli, mi hanno commosso e toccato i testi e in
altri momenti mi hanno fatto ridere e divertito. Hai giocato sui
due pedali con grossa raffinatezza. I testi li scrivi sempre da
solo … tranne l’ultimo.
Di solito
io collaborao con molte pe4rsone perché mi piace confrontarmi
e non voglio chiudermi nelle mie idee, perché mi dispiacerebbe
che mi sfuggisse qualcosa a cui non avevo pensato. Di fatto tengo
le fila e cerco di avere anche la responsabilità della
regia di tutto quanto, quindi di poter decidere gli elementi da
usare. Questa è la prima volta che delego a questo nuovo
collaboratore, un po’ anche perché dopo tre volte
che si annuncia lì’uscita del disco forse era ora
di chiuderlo. Mi hanno detto “Tu cosa ne pensi se finalmente
gli dessimo la parola fine a questo progetto?” (ridiamo)
Eh poverini,a che loro! E’ sconveniente anche dal punto
di vista promozionale, commerciale che alla fine sono anche importanti.
Però
si vede che non volevi chiudere perché la coda è
di 33 minuti! Chi c’è dentro Bergonzoni?
Sì
E
poi c’è un brano tuo?
Sì,
la mia caratteristica per quelli che mi conoscono o per chi avrà
voglia di conoscermi in futuro è quella della sorpresa,
forse di fare una seconda lettura oltre l’impatto.
Di
grosso effetto. Bisogna aspettare 30 minuti ma poi …
…qualcosa
c’è, se stai attento (ridiamo) . Oppure se sei distratto
e lasci andare il lettore.